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Così il governo apre le danze sulla riunificazione dell’Ue con i Balcani

Il premier, incontrando l’omologo sloveno Golob, mette l’accento su un passaggio strategico: la nuova Europa dovrà tenere in grande considerazione il costone balcanico, favorendo le politiche di allargamento che evidentemente non piacciono ai big player esterni, attratti da una prospettiva altamente invasiva, così come fatto con la vax diplomacy o la Bri

L’incontro di Giorgia Meloni con il Primo ministro della Repubblica di Slovenia, Robert Golob “segue” le tracce della Conferenza sui Balcani di Trieste e delle altre iniziative pro allargamento-Ue, coordinate dalla grande attenzione posta dal governo sul tema. Ma aggiunge anche un altro elemento particolare che contribuisce alla narrazione della nuova Europa: in primo luogo dà fiato alla cosiddetta “riunificazione” dell’Ue tramite i Paesi dell’area balcanica e in seguito ricorda alla governance europea e agli Stati membri che dovranno porre massima attenzione al costone balcanico, favorendo le politiche di allargamento che evidentemente vengono avversate dai big players esterni. Quegli stessi che, attratti da una prospettiva altamente invasiva, già nel recente passato hanno usato la vax diplomacy o la Bri come cavalli di Troia.

Roma e Lubiana

In questo senso si inserisce la direttrice di marcia impressa dal premier, che ha riscontrato la stessa condivisione di vedute in tema di prospettiva europea dei Balcani occidentali. “È una materia sulla quale entrambe le nazioni sono storicamente mobilitate. È fondamentale per noi accelerare questo processo. Io ho sempre parlato non di allargamento dell’Ue ma di riunificazione dell’Europa perché penso e ribadisco che non sia un club, che non siamo noi a decidere chi è europeo e chi no”. L’obiettivo di medio-lungo periodo è di offrire segnali importanti a 360 gradi al prossimo Consiglio europeo, come sulla Bosnia-Erzegovina su cui il premier annuncia passi concreti in tema di procedure di adesione all’Ue: in questo quadro l’istituzione Bruxelles riuscirà ad essere più efficace e riuscirà a fare dell’Europa “quella grande dimensione di solidarietà che abbiamo sempre creduto e pensato dovesse essere”.

Temi comuni

Entrando nel merito dei dossier, la consapevolezza comune di una conquista di nome Schengen impone un lavorìo per il rapido ripristino del regime ordinario dei confini appena le condizioni lo permetteranno. Altro filo comune è la cultura, con la designazione di Gorizia e Nova Gorica quali capitali europee della cultura del 2025. “Siamo pronti a lavorare insieme perché questa candidatura comune abbia un grande successo, siamo pronti a fare diverse iniziative insieme”.

Roma e Lubiana inoltre sono sulla stessa lunghezza d’onda relativamente al sostegno all’integrità dell’Ucraina e per arrivare a una pace giusta nel pieno rispetto del diritto internazionale; e sul fronte energetico dal momento che il gas algerino che arriva in Slovenia passa per l’Italia, senza dimenticare che nel 2022 l’interscambio commerciale ha toccato la cifra record di 14 miliardi di euro.

Scenari

Al di là del singolo incontro di oggi si apre per il governo una ulteriore fase alla voce politiche balcaniche: già ieri in occasione della ministeriale Ue, il titolare della Farnesina Antonio Tajani aveva ipotizzato un modello piano Mattei per i Balcani. Ha ospitato una riunione del gruppo degli Amici dei Balcani occidentali per mandare avanti un documento, firmato oltre da Roma anche da Vienna, Praga, Atene, Zagabria, Bratislava e Lubiana, che chiede di “aumentare la presenza Ue nella regione, con visite regolari e coordinate, e rafforzare il dialogo su tematiche di politica estera”.

Per cui il governo, una volta di più, mette l’accento su un passaggio strategico: la nuova Europa, tema tra l’altro al centro dei recenti richiami di Mario Draghi, dovrà investire risorse ed idee per tenere quanto più vicini a sé i paesi del costone balcanico. Passaggio ribadito a più riprese da Giorgia Meloni, quando ha osservato che “l’Europa ha una grande responsabilità verso i Balcani e deve impegnarsi per riaffermare il senso di appartenenza di questa regione al nostro mondo e ai nostri valori. L’obiettivo di questo Governo è portare più Italia nei Balcani”.

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