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Italia-Usa, le vie della cooperazione energetica. Cosa si è detto al Wec

Chiusa la prima edizione del dialogo bilaterale, favorito dalle sezioni nazionali del World Energy Council. Sul tavolo di istituzioni e industrie i temi della transizione, dai materiali critici ai sussidi dell’Ira, passando per le tecnologie di frontiera. Prossimo appuntamento a Roma nel 2024, anno della presidenza italiana del G7, a cui Washington guarda con molto interesse

La settimana scorsa si è tenuta la prima edizione del dialogo bilaterale tra le sezioni italiane e statunitensi del World Energy Council, organizzato in collaborazione con Globe Italia. Si è trattato di un incontro inedito tra istituzioni e industrie dei due Paesi, un evento di raccordo per spiegarsi a vicenda le rispettive mosse nel mondo dell’energia. Argomento caldissimo data la stretta attualità, come ha evidenziato l’ambasciatrice italiana a Washington Mariangela Zappia che ha ospitato l’evento: “La crisi energetica provocata dall’invasione russa dell’Ucraina e la grave situazione in Medio Oriente accrescono il senso di urgenza verso la transizione energetica globale. Partner fidati come gli Stati Uniti e l’Italia, che nel 2024 guiderà il G7, sono chiamati a dare insieme un impulso determinante in tale direzione”.

LA CORNICE DEL WEC

È in questo contesto che è nata l’idea del primo dialogo bilaterale del Wec. L’istituzione ha cent’anni di storia e una presenza internazionale ampia, con sezioni in oltre cento Paesi che riuniscono istituzioni, aziende e accademia. Tra le sue attività, quella più visibile è l’organizzazione ogni tre anni del World Energy Congress, uno dei principali eventi internazionali nel settore energia. Le ultime edizioni – da quella di Roma del 2007, Montreal nel 2010, Daegu in Corea del Sud nel 2013, Istanbul nel 2016 e Abu Dhabi nel 2019 – hanno visto la partecipazione di leader internazionali e sono stati lo scenario per accordi e annunci di grande portata. Nel 2022 il Congresso si sarebbe dovuto tenere a San Pietroburgo, che aveva vinto la candidatura contro Houston; il resto è facile da immaginare. Il Congresso del 2022 non si è tenuto (sarà a Rotterdam nel 2024) e nell’ottobre del 2022 la Presidenza mondiale dell’organizzazione è stata affidata proprio al rappresentante americano, Mike Howard.

Trovata la nuova centralità all’interno del Wec, gli occhi degli statunitensi si sono rivolti verso l’Italia, prossimo presidente di turno del G7 in un momento cruciale per l’energia. Roma, a sua volta, ha colto l’opportunità di questo dialogo – ne è la dimostrazione l’ospitata all’ambasciata italiana a Washington – favorendo il dialogo tra le due delegazioni. Le domande reciproche che si ponevano i partecipanti all’evento del 26 ottobre, anche in vista delle mosse dei Paesi per incoraggiare la transizione (leggi: Inflation Reduction Act): esistono spazi per aumentare la cooperazione bilaterale nel campo dell’energia? Che succede dal punto di vista delle tecnologie, delle policies, delle aziende e delle istituzioni?

I PRESENTI

Il riscontro, hanno raccontato a Formiche.net degli addetti ai lavori, è positivo, specie considerando la crescente rilevanza della cooperazione bilaterale con gli USA. Registrato grande interesse da parte delle istituzioni Usa: Dipartimento di Stato (rappresentato dall’Assistant Secretary Geoffrey Pyatt che aveva recentemente visitato Roma), Dipartimento dell’Energia (con il Deputy Assistant Secretary Joshua Volz), Ufficio dell’Inviato Speciale per il Clima (con il Senior Advisor di John Kerry, David Livingston) e Commissione Nazionale di Regolamentazione (con Ronan Gulstone, il Chief of Staff). Per l’Italia, il Presidente di Arera Stefano Besseghini e rappresentanti di Edison, Enel, Eni, Saipem, Terna, US Wind, oltre al direttore scientifico di Globe Piero Pelizzaro e, naturalmente, la sezione italiana di Wec, con il Segretario Generale Paolo D’Ermo e il Presidente Marco Margheri.

I TEMI SUL TAVOLO

Le discussioni hanno riguardato le priorità americane per la transizione energetica, il nuovo ruolo degli Usa come fornitore di energia verso l’Europa, l’attenzione americana per l’azione italiana nel Mediterraneo e in Africa e poi l’Inflation Reduction Act, i suoi sussidi e sovvenzioni e cosa rappresentano per le aziende italiane. Viceversa, le realtà statunitensi hanno esplorato cosa possano mettere sul tavolo le realtà italiane – a partire dall’esperienza molto avanzata in materia di efficienza energetica, recupero dei materiali ed economia circolare, elementi su cui il Belpaese, povero di risorse ma ricco di ingegno, vanta competenze molto superiori.

DAL RICICLO…

Quello del riciclo delle materie prime è un problema con cui si stanno scontrando le realtà statunitensi, abituate a crescere potendo contare sull’abbondanza di energia. Il futuro della transizione energetica e digitale implica molti più materiali per le infrastrutture, i pannelli, le batterie, e pur potendo disporre di riserve ingenti gli Usa non possono che importarle. Scontrandosi, peraltro, con il dominio capillare della Cina nel settore della raffinazione. È anche per proteggere le proprie industrie in transizione che l’Ira prevede rigide misure di reshoring e limiti su quali Paesi, fornendo materie, possono beneficiare dei sussidi.

…ALL’IRA…

Questo è uno dei punti di frizione con l’Ue, che vuole esportare verso gli States in maniera competitiva. È proprio sul sourcing delle materie che si sta disegnando il futuro di diverse industrie e delle relazioni tra Usa e Paesi esportatori, tra cui figureranno in modo sempre più prominente quelli del Sudamerica e quelli dell’Africa. Sembra tutto fermo per quanto riguarda l’Ue dopo il fallimento dell’accordo sulla creazione di un consorzio per acciaio e alluminio verdi (che avrebbe potuto indicare la via per un altro accordo sulle materie prime), ma la cooperazione continua in altri fora come il Minerals Security Partnership. Mentre il tema delle auto elettriche si gioca sull’interpretazione delle regole dell’Ira, che è oggi al centro del lavoro dell’amministrazione guidata da Joe Biden.

… AL FUTURO

Le discussioni all’evento Wec hanno riguardato anche altri aspetti della transizione, come la catena dell’idrogeno, la cattura e lo stoccaggio della CO2, il nucleare, l’energia da fusione e il tema della riconversione dei posti di lavoro che potrebbero andare persi con il procedere della transizione. Il tema è molto percepito negli Usa, come si è visto con lo scontro tra sindacati e i “big three” dell’automotive (General Motors, Ford e Stellantis), che si è appena risolto con una vittoria dei primi – e un accordo sulle paghe e la condivisione dei ricavi che gli osservatori definiscono “transformative” dell’intero settore. Occhi aperti dal lato italiano, dove si registrano preoccupazioni anche nella Motor Valley emiliana e nel tessuto industriale della componentistica per i motori endotermici.

NEL NOME DELLA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA

L’approccio statunitense, così come emerge, è quello della sacralità della neutralità tecnologica: nei 370 miliardi di dollari dell’Ira c’è spazio per qualsiasi soluzione, purché decarbonizzi. E se oltreoceano si propende molto verso l’elettrico, con lo stop alle nuove auto a benzina e diesel nel 2035, nel Nuovo mondo si procede in maniera più graduale e si studia come miscelare carburanti tradizionali con quelli sintetici e i biocarburanti avanzati (che non sottraggono spazio e risorse al comparto dell’alimentazione), che pure sono coperti dall’Ira. Il mantra è quello della più solida razionalità nella corsa verso la transizione.

PAROLA ALL’ITALIA

Quelle discusse all’incontro Wec sono tutte materie che rimarranno sul tavolo da qui al 2050 e anche oltre, e su cui la cooperazione bilaterale si può rafforzare a 360 gradi, dalle best practices alle tecnologie di frontiera. Non c’è ancora una data ufficiale per il prossimo incontro Italia-Usa ma è certo che avverrà nel 2024, durante la presidenza italiana del G7, che a sua volta ha indicato tra le priorità lo sviluppo di nuovi rapporti con i Paesi del Global South, tema molto sentito dalla Casa Bianca. Uno dei motivi per cui le mosse di Roma sono seguite con estrema attenzione dalle parti di Washington.

Immagine: @AsstSecENR su X


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