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Ingerenze straniere, occhio a Cina e Russia. Il report del Parlamento francese

Il rapporto annuale della delegazione parlamentare francese per l’intelligence mette in guarda dai tentativi di Pechino e Mosca. E suggerisce una soluzione all’americana e un lavoro europeo

La Russia e la Cina sono i due Paesi maggiormente implicati nelle ingerenze straniere in Francia. È quanto emerge dal rapporto annuale preparato dalla delegazione parlamentare per l’intelligence, in cui il fenomeno viene descritto come una minaccia “proteiforme, onnipresente e duratura”, che si estende dallo spionaggio all’uso del cyberspazio e alla manipolazione delle informazioni.

“Il livello di minacce di ingerenze straniere si situa a un livello elevato in un contesto internazionale teso e spregiudicato”, scrivono gli autori del rapporto, aggiungendo che i servizi di intelligence possono ricorrere a “diversi mezzi di ostacolo per contenere le ingerenze straniere”. Tuttavia, questi “non sono sufficienti” a fronteggiare la situazione nel tempo. Per rafforzare l’arsenale anti-ingerenze, i parlamentari francesi propongono, tra l’altro, l’introduzione di un “dispositivo legislativo ad hoc” di prevenzione delle ingerenze straniere sul modello della legge americana. A Parigi viene anche suggerita la necessità di una “risposta europea”.

In queste attività la Russia si distingue per la sua “firma” nel modus operandi, si legge nel documento. La chiusura in Francia di alcuni media russi come l’agenzia di stampa Sputnik o l’emittente televisiva Russia Today ha “permesso di diminuire la portata della guerra informativa” di Mosca, spiega il rapporto. La Cina, invece, utilizza il metodo del Fronte unito, che consiste nell’applicare una “strategia politica e una rete di istituzioni pubbliche e private e di individui chiave posti sotto il controllo del Partito comunista cinese”, afferma la delegazione parlamentare. La Turchia, invece, lavora per “controllare la diaspora turca”, in particolare chi condivide le idee ostili ai curdi e agli armeni.

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