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Più fondi e tecnologie, meno corruzione. Le riforme dell’Esercito promosse da Xi

La modernizzazione delle forze armate di Pechino va avanti da quasi un decennio, durante il quale sono stati registrati numerosi progressi. E il processo di aggiornamento è ancora lungi dal finire, con obiettivi ambiziosi fissati da Xi Jinping all’orizzonte

Sin dai primi momenti della sua ascesa al potere come Segretario del Partito Comunista della Repubblica Popolare Cinese, una delle priorità perseguite da Xi Jinping è stata quella di riformare l’Esercito Popolare di Liberazione (acronimo internazionale Pla). Nella mente del leader, l’obiettivo era quello di trasformare un obsoleto apparato militare costruito sul modello sovietico in un moderno e tecnologico esercito pronto per affrontare le sfide del XXI secolo.

Per realizzare lo “Strong Army Dream”, componente fondamentale della national rejuvenation ricercata dal Segretario, dal 2015 in poi Xi ha sottoposto le forze armate della Repubblica Popolare a una profonda campagna anti-corruzione (volta sia ad eliminare le inefficienze dentro all’apparato militare che a mettere fuori gioco i nemici politici del segretario), ad una riforma del sistema di comando e ad un processo di aggiornamento tecnologico che ha attraversato, anche sé con intensità differenti, tutte le branche del Pla. L’allineamento dal governo del ministro Li Shangfu la scorsa settimana, e di altre componenti della leadership miliare nei mesi scorsi, è parte di queste campagne di revisione e rimodellamento.

Le sette “regioni militari” dell’Esercito sono state trasformate in cinque comandi di teatro che sovrintendono a diverse direzioni geografiche e sono stati messi in atto piani per ridurre il numero di truppe a 2 milioni di effettivi. Anche i quattro “regni militari” indipendenti del Pla – stato maggiore, politica generale, logistica generale e armamenti generali – sono stati aboliti e i loro poteri sono stati distribuiti in 15 unità più piccole che dipendono direttamente dalla Commissione militare centrale (Cmc) del Partito Comunista Cinese.

Il rapido sviluppo economico della Cina ha permesso al Pla di vedersi costantemente aumentato il budget annuale negli ultimi decenni. Quest’anno le forze armate hanno ricevuto un aumento del 7,2%, arrivando a circa 1,55 trilioni di yuan (224,3 miliardi di dollari), diventando così il secondo budget per la difesa al mondo dopo gli Stati Uniti.

I risultati di questi sforzi sono così evidenti e visibili che i vertici militari statunitensi hanno affermato pubblicamente che nel 2027 la Repubblica Popolare avrà una forza militare sufficiente per invadere Taiwan. Ma il divario che separa il Pla dalle forze armate statunitensi è ancora incolmabile. Le tecnologie di cui dispone Washington sono decisamente superiori, e la sua politica di export control è stata sviluppata anche per rallentare l’acquisizione di un simile expertise da parte di Pechino.

Inoltre, l’Esercito Popolare di Liberazione non si impegna in un conflitto reale sin dal 1979, anno dell’invasione del Vietnam. Questa mancanza di esperienza di combattimento rappresenta comunque un limite per l’efficacia militare delle forze armate di Pechino. E non solo per quel che riguarda l’esperienza dei soldati, ma anche perché le tattiche e le dottrine sviluppate non possono essere messe alla prova, se non in wargames con un grado di realismo difficilmente paragonabile a un vero campo di battaglia.

“È troppo presto per concludere se gli sforzi di modernizzazione del Pla stiano funzionando o meno”, ha detto Ni Lexiong, professore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Scienze Politiche e Giurisprudenza di Shanghai. Per Ni, “le realtà che si stanno verificando sul campo di battaglia ucraino hanno ribaltato molte dottrine militari e giudizi che abbiamo appreso da precedenti guerre convenzionali come la Guerra del Golfo. Una volta ci aspettavamo che i combattimenti tra carri armati su larga scala sarebbero diventati i protagonisti della guerra in Ucraina, e che la fanteria avrebbe svolto un ruolo inferiore per ripulire le conseguenze […] proprio come è successo durante la Guerra del Golfo, ma la realtà ha mostrato che i loro ruoli sono stati scambiati”.

Xi ha indicato alle forze armate tre grandi obiettivi da raggiungere entro un lasso di tempo molto preciso: meccanizzazione di base e grandi progressi nel campo dell’informatizzazione entro il 2020, modernizzazione della difesa nazionale entro il 2035 e costruzione di un esercito di livello mondiale a tutto tondo entro la metà del secolo. Non è difficile leggere tra le righe l’obiettivo trasversale di superare gli Stati Uniti nella dimensione bellica, diventando così la prima potenza militare globale.



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