Terza donna di fila a guidare la missione a Roma, assumerà l’incarico all’inizio del prossimo anno. Attualmente è al ministero come segretaria aggiunta, occupandosi delle relazioni con gli Stati Uniti e il Canada
Vani Sarraju Rao è stata nominata come prossima ambasciatrice dell’India in Italia. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri indiano. Si tratta della terza donna di fila a prendere la guida della missione diplomatica dopo Reenat Sandhu e Neena Malhotra. Dovrebbe assumere il suo nuovo incarico nel mese di gennaio.
Rao, entrata nel corpo diplomatico indiano nel 1994, è attualmente in servizio al ministero come segretaria aggiunta, occupandosi delle relazioni dell’India con gli Stati Uniti e il Canada, all’interno della divisione Americhe. In precedenza, è stata ambasciatrice in Finlandia ed Estonia dal 2017 al 2020 e segretaria aggiunta guidando programmi e iniziative per l’impegno con la diaspora indiana. Dal 2011 al 2014 è stata vice capo missione e ha diretto il settore commerciale dell’ambasciata dell’India in Israele. Tra gli altri incarichi ricoperti figurano quelli di direttore (divisione Americhe), primo segretario presso l’ambasciata dell’India in Svezia e sottosegretario (Europa occidentale) presso il ministero degli Affari esteri. Il suo primo incarico è stato presso l’ambasciata dell’India a Città del Messico. Ha conseguito un master in Scienze politiche presso l’Università di Hyderabad, in India, e un master in Studi ambientali presso la San Jose State University in California, negli Stati Uniti.
Italia e India stanno vivendo una fase di rilancio delle relazioni diplomatiche. A marzo scorso, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in visita in India ha annunciato con il primo ministro Narendra Modi la decisione di elevare rapporti a partenariato strategico. Il giorno precedente (il 1° marzo) Sparkle, operatore globale del gruppo Tim, aveva avviato la posa del BlueMed, ramo dell’infrastruttura Blue Submarine Cable System, che renderà Genova un nuovo snodo per il traffico tra Europa, Africa, Medio Oriente e Asia collegando Italia, Francia, Grecia e Israele (Blue System) e Giordania, Arabia Saudita, Gibuti, Oman e India (Raman System). Poche settimane prima Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa italiano, era volato a Bangalore per partecipare al salone Aero India e per incontrare gli omologhi e finalizzare il rinnovo l’accordo per la cooperazione nel settore della difesa, che era scaduto nel 2019 sulla scia delle tensioni tra i due Paesi dopo il caso dei due marò e che è stato siglato il mese scorso quando il ministro Guido Crosetto ha accolto l’omologo Rajnath Singh.
“La distanza geografica tra il Mediterraneo e l’Indo-Pacifico è minore di quanto si possa immaginare ed è forte, invece, l’interconnessione tra le due regioni”, aveva sottolineato Crosetto in quell’occasione. Come spiegato su Formiche.net, su questa interconnessione l’Italia sta lavorando da tempo come porta d’ingresso alla regione indo-pacifica (dove l’Oceano Indiano e il Mediterraneo allargato segnano una continuità di facies geostrategica attraverso il Mar Arabico, lo stretto di Bab el Mandeb, Mar Rosso fino a Suez). Su queste concettualizzazioni si basano progetti come il Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec), presentato proprio durante il G20 indiano. Un insieme di collegamenti infrastrutturali e dunque geopolitici per connettere il Subcontinente con l’Occidente che diventano un “imperativo strategico” per l’Italia.