Botta e risposta Martusciello-Salvini a proposito di euroalleanze, con la Lega che va sulle posizioni di FdI (“mai con la sinistra”). In gioco non c’è solo la composizione del Parlamento europeo, ma la strutturazione delle dinamiche per Commissione e Consiglio, dove sono in molti a rischiare (a cominciare dal Pd)
Non sono passate inosservate le parole del capodelegazione di Forza Italia al Pe, Fulvio Martusciello, secondo cui nella prossima legislatura il partito azzurro sarà comunque in maggioranza, tanto da provocare anche la replica di Matteo Salvini, augurandosi che nel centrodestra nessuno lavori per dividere la coalizione. Solo schermaglie pre elettorali (a maggior ragione perché si vota col proporzionale), commenta a Formiche.net un parlamentare di lungo corso, confermando la vulgata secondo cui non poche sono le forze esterne che provano e proveranno a destabilizzare la maggioranza di centrodestra che si appresta ad una lunga campagna elettorale fino al prossimo giugno, quando saranno in molti a giocarsi qualcosa. La certezza, al momento, è nell’ottimo rapporto che c’è tra Meloni, Weber e Metsola.
Qui Lega
L’intervista a Salvini su Libero apre una mini-polemica con FI, anche dettata da chi in Europa vorrebbe destabilizzare il numero uno del Ppe, Manfred Weber e la sua strategia di unità tra popolari e conservatori: “Le europee? Il mio obiettivo è un centrodestra unito e determinato per difendere gli interessi dell’Italia – ha detto Salvini – . Spero che nel centrodestra nessuno lavori per dividere la coalizione. Mi ha stupito Martusciello, secondo cui ‘noi saremo al governo dell’Europa, chiunque vinca’. La Lega non ha questa visione”.
L’equidistanza tra la scelta di un centrodestra unito al Parlamento Europeo e una nuova maggioranza con i socialisti nella prossima legislatura, “come ipotizzato prematuramente oggi da qualcuno, è la stessa formula che in questi anni ha portato l’Europa ad essere ambigua in politica estera – ha commentato l’europarlamentare del Gruppo Identità e Democrazia (Lega) Anna Cinzia Bonfrisco – lo vediamo tutti i giorni nell’incapacità di un sostegno deciso ad Israele e alla difesa dei nostri valori nel mondo”.
La posizione di via Bellerio è che dopo anni di “disastrose maggioranze tra popolari e socialisti che hanno fatto solo danni in Europa, stupisce che qualcuno già oggi, a circa sette mesi di distanza dalle elezioni europee, possa annunciare l’intenzione di far parte della maggioranza in Ue a prescindere da chi governerà, se centrodestra o centrosinistra. Davvero qualcuno pensa non ci siano differenze, tra uno schieramento e l’altro?”. La Lega dunque promette di lavorare per un centrodestra unito in Europa e di non allearsi mai con la sinistra.
Qui FI
Queste le parole di Martusciello: “Nella prossima legislatura FI sarà comunque in maggioranza, sia nel caso di una maggioranza più spostata a destra sia nel caso di una maggioranza con le forze socialiste. E questo porterà FI a difendere gli interessi dell’Italia. Noi siamo rimasti sempre fedeli alle nostre convinzioni, consapevoli di essere l’unico partito legato a dei valori cristiani. Con Antonio Tajani stiamo migliorando tutti, io sono davvero ottimista rispetto al dato elettorale del prossimo giugno”, ha concluso.
Antonio Tajani, come è noto, dialoga costantemente con Weber, legato da un lungo rapporto anche personale, per cui sono altri al momento a tifare per sodalizio Ppe-Pse. In primis coloro che si trovano in difficoltà fra le mura domestiche e non vedono di buon occhio una eventuale alleanza tra Ppe e Ecr.
Qui Europa
In Germania, ad esempio, la Cdu/Csu guarda alla sua destra salire le percentuali di AfD, data addirittura al 20% dagli ultimi sondaggi. Fatto che pone un ostacolo dinanzi alla formula italiana di centrodestra, che è oggettivamente diversa rispetto allo schema tedesco, come a quello francese. A Berlino e Parigi il mondo conservatore di destra non ha avuto una Fiuggi, né può vantare un’esperienza di governo come quella di Fratelli d’Italia.
Secondo Bonfrisco solo un centrodestra unito è in grado di offrire la giusta difesa della storia e dei valori su cui l’Europa fonda la sua prosperità. “La Lega di Matteo Salvini già in questa legislatura è riuscita a mettere in luce le profonde divergenze tra popolari e socialisti quando si tratta di difendere senza ambiguità il futuro dei cittadini in un ambiente stabile e sicuro”. Appare evidente che, al di là delle parole di Martusciello, sul tavolo di Bruxelles si pone il tema delle future alleanze che dipenderanno, in larga misura, dai numeri che gli schieramenti otterranno alle elezioni.
Chi rischia
Un Pd, ad esempio, sotto il 20% potrebbe determinare anche un rischio-crisi per l’attuale segretaria, Elly Schlein, oltre che meno seggi nell’euro emiciclo, come la possibile decisione di alcuni leader nazionali di scendere in campo da capilista potrebbe arricchire il computo finale, Giorgia Meloni in primis. Ciò che emerge, al momento, è che la stragrande maggioranza dei paesi in cui si voterà a giugno hanno i partiti di centrodestra in vantaggio rispetto al centrosinistra, anche se con la variabile destre.
In Spagna Vox è in leggera ripresa rispetto alle politiche di tre mesi fa, in Italia FdI è sopra di due punti rispetto allo scorso anno, in Germania la Cdu sale anche a causa dei guai, copiosi, dei socialisti: la Corte costituzionale federale ha stabilito che il governo federale non avrebbe dovuto utilizzare i soldi per combattere la crisi pandemica per la protezione del clima. La modifica al bilancio suppletivo per il 2021 è dunque incostituzionale e il cancelliere Olaf Scholz ne dovrà tenere conto. Insomma, il quadro è complesso e articolato. In Francia il partito di Marine Le Pen è in testa nei sondaggi, dato al 28% e RN potrebbe assumere la guida del gruppo Identità e Democrazia di cui fa parte la Lega. Emmanuel Macron invece è dato otto punti più indietro.
Scenari
Non va dimenticato, nell’elaborazione complessiva delle parti e del relativo peso specifico che avranno a urne chiuse (quando si faranno i conti tanto per la Commissione, quanto per il Consiglio) che Weber è sempre stato per sua stessa ammissione molto più vicino a Milano che a Berlino. C’è sempre stato un ottimo rapporto tra l’Italia e il numero uno del Ppe e i bavaresi in generale sono quelli che hanno tifato sin dall’inizio per un accordo di centrodestra. In questo senso il comune denominatore con le posizioni di Ecr è proprio in questo passaggio: molti moderati soffrono e soffrirebbero ulteriormente l’alleanza con la sinistra applicata in questi anni: per questa ragione lavoreranno per un progetto alternativo di centrodestra anche in Europa. Obiettivo su cui Meloni, Weber e Metsola hanno molto in comune.