Le aziende hanno capito che slegarsi dall’intelligenza artificiale è impossibile e molte sono pronte a investirci di più. Ma molti sono i passi ancora da compiere, a iniziare dalle questioni relative alla cybersicurezza e alla sostenibilità, fino a una regolamentazione che possa far emergere solo i suoi effetti benefici
Se il 2022 è stato il principio e il 2023 la presa di coscienza, per l’intelligenza artificiale il 2024 dovrà essere l’anno della consacrazione. Ormai è parte integrante della nostra vita, capace di cambiare la quotidianità che conoscevamo. Se dovessimo pensare a uno strumento di IA Generativa rivoluzionario va da sé che la scelta ricadrebbe senza dubbio su Chat-GPT, il chatbot di OpenAI in grado di assorbire gli input che riceve e trasformarli in quello che gli viene chiesto. Serviranno nuovi aggiornamenti per poter potenziare la sua efficienza e capacità di risposta e, proprio per questo, si attende di vedere la prossima versione quando, fra qualche mese, sarà disponibile. Logico dunque dedurre che, con il rilascio dei loro strumenti, a sorridere sono soprattutto le Big Tech. Le varie Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Nvidia hanno visto crescere il loro indice azionario dell’80%, aumentando il loro già grande potere. Pertanto, una crescita dei prodotti acquistabili è certa. Non saranno strumenti solo più potenti, ma anche versatili. È il caso degli AI agents, che potrebbero pianificare il prossimo viaggio o predisporre degli ordini al nostro posto.
Secondo il Time, l’anno che verrà sarà molto importante soprattutto per le società al di fuori del settore tecnologico. Nel 2023 si sono potute osservare le grandi potenzialità degli strumenti portati sul mercato e adesso è arrivato il momento di metterle in pratica. Non che prima fossero rimaste solo a guardare. La banca JP Morgan Chase, tanto per dirne una, si è servita dell’IA per analizzare e trarre spunti dalle riunioni della Federal Reserve. Ma queste società investiranno ancor di più e con ancor più convinzione. Da un’analisi di KPMG è emerso come l’80% delle compagnie intervistate abbia intenzione di raddoppiare i propri investimenti entro i primi sei mesi dell’anno. Con un risvolto positivo anche in termini di forza occupazionale, visto che ai nuovi assunti verranno richieste competenze tecnologiche. Da un altro report, questa volta condotto da McKinsey, è venuto fuori come per le aziende trovare personale con queste caratteristiche tecniche sia sempre più facile.
Ma quali sono le preoccupazioni più grandi che ruotano attorno all’IA? A chiederlo tramite il suo profilo LinkedIn è stato il giornalista di Forbes Bernard Marr, considerato tra i cinque influencer aziendali principali al mondo. Il 70% ha risposto che la cyber sicurezza e la privacy sui dati personali sono le due questioni che hanno più a cuore. Non potrebbe essere altrimenti, visto che i crimini informatici rappresentano la terza economia al mondo Stati Uniti e Cina, con un Pil ipotetico di 6 mila miliardi di dollari. Occorrerà quindi alzare le barricate e un aiuto potrebbe arrivare da Intel, con il suo Chip to Cloud che combina il processore Intel Core di 13esima generazione con la piattaforma vPro Intel, capace di ridurre gli attacchi del 70%. Anche perché il 2024 sarà un anno cruciale per via delle elezioni che si terranno in tutto il mondo e il pericolo di interferenze elettorali è concreto quanto alto.
Un altro 16% ritiene che l’esigenza primaria riguardi l’offrire supporto infrastrutturale ai lavoratori in smart working, dato che il lavoro ibrido aumenterà fino all’81% per il prossimo anno, mentre un 14% vede nella sostenibilità una priorità, con solo il 17,4% degli strumenti tech scartati che viene riciclati.
Nel 2024 prepariamoci a una serie di novità, non solo in termini di intelligenza artificiale generativa ma anche quantistica. Analizzare e processare una quantità di dati enorme è un vantaggio non da poco per le aziende. Molte di loro faranno sicuramente affidamento sulle capacità di Quantum AI, pensato proprio per analizzare una grande mole di informazioni, aiutando le imprese a ridefinire le proprie strategie interne. Il valore dell’IA quantistica è infatti quello di procedere a grandi passi in più settori, dalle analisi di mercato alle previsioni climatiche, fino allo sviluppo di nuovi farmaci.
La salute è un altro tema centrale nell’intelligenza artificiale. Per avere un parere istantaneo si può sempre chiedere a un chatbot, ma può essere limitante. Piuttosto, nel 2024 l’IA si propone di aumentare la sua capacità di analizzare lo stato dei pazienti, studiare la migliore cura possibile e monitorare il percorso post-operatorio. Un esempio concreto e di grande interesse è il trattamento sul cancro, che avverrebbe con farmaci pensati ad hoc.
Servirà tuttavia un controllo serrato per abbassare quanto più possibile i pericoli generati dall’intelligenza artificiale, su cui tutti mettono in guardia a partire dagli stessi creatori. L’idea è dunque quella di arrivare quanto prima a un’IA Etica. L’attesa è per il testo definitivo dell’AI Act, che dovrà essere votato nel giro di pochi mesi e quindi adottato ufficialmente dall’Unione europea – entrerà in vigore non prima di due anni. Si tratta della prima regolamentazione al mondo basata sul rischio degli strumenti tecnologici e sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo, che fa di Bruxelles un’apripista. Anche gli Stati Uniti vorrebbero seguire l’esempio degli alleati, ma l’approccio alla questione – meno stringente – rende la partita più complessa rispetto a quella europea, che ad ogni modo deve ancora essere chiusa.