La firma di un MoU tra la fondazione italiana e l’università saudita è un elemento di implementazione nelle relazioni tra i due Paesi, sfruttando gli scambi culturali e l’alta formazione accademica
Il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, e il presidente della King Saud University, Prof. Badran A. Alomar, hanno firmato il 13 dicembre, presso la sede della fondazione, a Roma, un Memorandum d’Intesa (MoU) per la collaborazione nei campi della ricerca scientifica e dello scambio accademico e per la promozione di iniziative culturali e educative di comune interesse.
Nell’ambito dell’accordo, Med-Or fornirà borse di studio complete per master e dottorati di ricerca nei settori della Cyber Security, dello Spazio, dell’intelligenza artificiale, della Medicina, delle Arti e dell’Architettura in collaborazione con gli istituti d’istruzione superiore italiani. L’MoU, inoltre, prevede la collaborazione con i dirigenti dell’istruzione superiore; lo sviluppo di progetti in ambito accademico, della ricerca e dell’istruzione tecnica; lo scambio di conoscenze e attività scientifiche e accademiche, ricerche, e pubblicazioni; la creazione di progetti di ricerca congiunti; l’organizzazione di simposi, conferenze e workshop scientifici. “L’iniziativa — spiega Med-Or in un comunicato — si inserisce nel più ampio quadro di collaborazione della Fondazione con numerose università nel panorama estero, volto a sviluppare percorsi di alta formazione e di scambio culturale tra i paesi”.
La King Saud University è un ente nazionale e principale centro accademico saudita — è l’università in cui ha studiato il principe ereditario Mohammed bin Salman, e anche l’ambasciatore in Italia Faisal bin Salman bin Abdulaziz Al Saud. È un centro del nuovo pensiero del regno, all’interno del quale si muovono le forme di transizione — non solo economica ma anche sociale — che il nuovo corso del potere saudita sta spingendo.
Segnale di come questo cambiamento stia passando anche dalle dinamiche all’interno del mondo dell’istruzione e della cultura, negli ultimi anni la King Saud ha registrato un boom di iscrizioni femminili. Cosa che fino a pochi anni fa sarebbe stata impossibile e che invece adesso sta contribuendo ad aumentare drasticamente la forza lavoro, attraverso l’ampliamento della base di istruzione femminile, seguendo uno degli obiettivi della Vision 2030 di bin Salman. Inoltre il un polo accademico saudita sta cercando di sfruttare investimenti e crescita socio-economica per crearsi una standing internazionale e mirare a diventare uno degli atenei di élite a livello globale.
Per tali ragioni, Riad sceglie anche partnership come quella con la fondazione italiana. Un’intesa che favorirà il percorso saudita e accompagnerà il processo di slancio in corso nelle relazioni tra Arabia Saudita e Italia. Attraverso gli scambi culturali, su base accademica, si permetterà di ospitare in Italia studentesse e studenti sauditi, e facilitare la comprensione reciproca. È oggettivo che la percezione del regno sia offuscata da stereotipi datati, che andrebbero aggiornati nell’ottica di questi processi transizionali di trasformazione culturale ed economica, dunque sociale, messi in atto da bin Salman e assolutamente sposati dalle collettività saudite, soprattuto dalle masse più giovani. Processi che letti con la lente occidentale sembrano distanti dagli standard di diritti e valori che viviamo, e per questo gli scambi accademici e culturali sono fondamentali per aumentare consapevolezze, le quali a loro volta diventano base anche per rapporti politici ed economici e di altro livello.