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L’anno dell’Italia. Tra traguardi e ambizioni lo spazio punta al 2024

Tra eccellenze industriali e ambizioni internazionali, l’Italia può puntare a giocare un ruolo da protagonista nel comparto spaziale del futuro. A partire dal G7 a guida italiana dedicato allo spazio, fino ai molti appuntamenti del 2024, la terza Giornata nazionale dello spazio è stato un momento per fare il punto sulla strategia del nostro Paese per l’avventura oltre l’atmosfera

Il 2024 sarà l’anno dell’Italia nello Spazio. A dirlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, nel corso delle celebrazioni della Giornata nazionale dello spazio, un momento per tutto il comparto per fare il punto sugli obiettivi ottenuti nel corso del 2023, fino alle ambizioni del comparto per il futuro. Come registrato dal ministro, infatti, “anche la prima riunione dell’Italia alla guida del G7 sarà proprio su industria e spazio”, un segnale dell’importanza che il nostro Paese vuole riservare al comparto. Per il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Teodoro Valente, del resto “in un contesto sempre più orientato alla collaborazione internazionale nello spazio, l’Italia si pone come protagonista nel cambiamento di paradigma”. Esempio di questa ambizione globale del Paese è la partecipazione dell’Italia alle grandi missioni del futuro, a partire dalla missione Artemis per il ritorno sulla Luna, puntando a Marte. “La volontà di collaborare a livello internazionale, testimonia un impegno concreto per far sì che le eccellenze italiane nel settore spaziale portino a risultati positivi su scala globale”.

Un piano Mattei per lo spazio?

In questo scenario, si inserisce il percorso avviato dal governo per la realizzazione di una normativa per il settore, il cui “collegato è inserito nella manovra economica” con l’obiettivo di “realizzare finalmente nel nostro Paese una legge quadro per lo Spazio”, ha infatti ribadito il ministro Urso, che in mattinata ha inaugurato la mostra “Made in Italy dello Spazio” a Palazzo Piacentini, frutto della collaborazione tra Asi e il Mimit, per raccontare attraverso le immagini le competenze tecnologiche e scientifiche dell’Italia dello Spazio. In questa occasione, il ministro Urso ha sottolineato come anche la redazione di una legge nazionale sullo spazio avrà un orizzonte internazionale, e sarà “propedeutica alla realizzazione di quella che faremo successivamente con gli altri Paesi europei”. L’ambizione globale dell’Italia, infatti, non si direziona solamente verso i rapporti conoslidati con i Partner del Vecchio continente e l’importante legame con gli Stati Uniti, puntando anche all’Africa: “Non a caso – ha detto Urso – vogliamo aprire la nostra base spaziale di Malindi anche alle attività dei paesi africani, sia per quanto riguarda la formazione che la tecnologia, per consentire loro di realizzare le ambizioni nel campo dell’esplorazione”.

Eccellenze industriali

La giornata spaziale è iniziata con l’evento “Industria e start-up per lo spazio – incontro con i parlamentari” organizzato da Fondazione Leonardo – Civiltà delle macchine, aperto dal presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, che ha sottolineato come il settore sia “strategico per l’economia e il futuro del Paese”, e come l’Italia possa aspirare a essere un Paese-guida nel comparto, grazie alle sue “competenze avanzate in tutta la filiera, con un ecosistema vivace e plurale che conta oltre duecento imprese”. “Lo spazio ha smesso di essere una frontiera, oggi è il nostro campo d’azione” ha detto il presidente del gruppo di Monte Grappa, Stefano Pontecorvo, aggiungendo come le orbite siano una componente essenziale della vita quotidiana. “La Space economy raggiungerà il valore complessivo di un trilione di dollari nel prossimo decennio” ha aggiunto Pontecorvo, sottolineando come la complessità della sfida non potrà vedere l’azione di un singolo Paese, ma “non potrà che essere affrontata a livello europeo”. In questo senso, ha ricordato il manager, “l’Italia è in prima linea, investendo un miliardo e mezzo di euro nel Pnrr”. Quello che è importante ricordare è che “siamo bravi almeno quanti gli altri”, ha detto Pontecorvo, sottolineando l’ambizione che il nostro Paese possa giocare un ruolo da protagonista nello spazio a livello globale.

Una cultura tecnologica

Una considerazione a cui ha fatto eco anche il presidente di Fondazione Leonardo – Civiltà delle macchine Luciano Violante: “dobbiamo smettere di parlare meale dell’Italia, e lo si può fare solo se si conosce cosa facciamo, il livello elevato delle competenze, e il livello elevato degli studi” italiani. Il presidente di Fondazione Leonardo si è infatti soffermato anche sull’importanza della formazione a livello tecnico-scientifico del nostro Paese, ricordando quanti giovani italiani formati dalle università del Paese poi finiscano per lavorare per realtà di altri Paesi. “L’università, quindi, da le conoscenze necessarie, ma è il contesto che deve essere migliorato” ha detto Violante, “abbiamo bisogno di cultura tecnologia, la Germania in questo è davanti spingendo su un grande sviluppo di competenze tecnologiche, la Francia sta facendo lo stesso, dovremmo farlo anche noi.

La giornata dello spazio

Come sottolineato dal presidente dell’Asi Valente, “obiettivo principale della Giornata nazionale dello spazio è quello di sensibilizzare e informare i cittadini sui contributi che la scienza e la tecnologia applicate allo Spazio portano al miglioramento della condizione umana”. Istituita il 14 ottobre 2021, tale ricorrenza ambisce a “far comprendere i benefici che le attività spaziali portano nella vita di tutti i giorni, in termini di crescita e benessere” ha continuato il presidente Asi. La data del 16 dicembre è stata scelta a ricordo del lancio del primo satellite italiano, il San Marco 1, avvenuto la sera del 15 dicembre del 1964 dalla celebre base Nasa di Wallops Island, negli Usa. Il lancio del satellite permise all’Italia di entrare, terza al mondo dopo Stati Uniti e Unione sovietica, nel ristretto novero di Paesi in grado di superare l’atmosfera terrestre.



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