A meno di un anno da una nuova tornata elettorale, l’intelligence americana ha declassificato un rapporto sulle ultime midterm. In aumento gli sforzi di Pechino
Un rapporto dell’Intelligence statunitense recentemente declassificato ha rivelato che Cina, Russia e Iran hanno cercato di interferire nelle elezioni midterm del 2022 in modo più consistente rispetto a quelle precedenti del 2018. Ma a un livello inferiore rispetto alle interferenze registrate in occasione del voto presidenziale, in particolare quelle russe nelle elezioni del 2016 che hanno visto Donald Trump conquistare la Casa Bianca battendo Hillary Clinton.
“Non è stata riscontrata una direttiva vera e propria da parte di leader stranieri in merito all’avvio di campagne di disinformazione e influenza”, si legge. Nonostante ciò, le autorità di intelligence statunitensi hanno identificato “un gruppo di attori stranieri diversificato e in crescita sul piano dimensionale, impegnato in questo tipo di operazioni”. Gli attori stranieri sembrano concentrati principalmente sull’“amplificazione delle autentiche narrazioni pubbliche statunitensi per cercare di influenzare i risultati elettorali, aumentare la sfiducia nei processi elettorali statunitensi e alimentare le divisioni sociopolitiche”. Cuba, invece, ha cercato di indebolire “i politici statunitensi in cerca di rielezione”.
Il rapporto denuncia un “maggiore impegno a interferire con gli ultimi cicli elettorali” da parte della Cina. Gli attori stranieri responsabili di tali attività non avrebbero provato a ottenere direttamente l’accesso alle infrastrutture elettorali, preferendo invece utilizzare i social network per promuovere una narrativa antistatunitense, tentando così di influenzare l’esito delle elezioni.
Pressoché tutta oscurata è la parte relativa alle elezioni dell’anno prossimo. Sono pubblici solo due passaggi.
Primo: “I governi stranieri probabilmente soppeseranno i risultati dei loro precedenti sforzi di influenza, le attuali preoccupazioni per la sicurezza nazionale e la disponibilità di candidati che percepiscono come amichevoli o negativi per i loro interessi quando svilupperanno approcci per influenzare le elezioni statunitensi nel 2024”.
Il secondo riguarda Trump: “Per esempio, come risposta alle attività di polizia statunitensi che hanno coinvolto l’ex presidente degli Stati Uniti nel mese di agosto, i media di Stato russi hanno dichiarato che il Partito democratico è responsabile del tentativo di imprigionare l’ex presidente per impedirgli di tornare in carica. Nello stesso mese, un importante opinionista della tv di Stato russa ha invitato il governo russo a dichiarare apertamente il proprio sostegno politico all’ex presidente degli Stati Uniti e a “non essere timido al riguardo’”.
“Con l’abbassamento delle barriere di accesso a livello globale e l’aumento dell’accessibilità, questi sforzi di influenza rimangono una sfida costante per il nostro Paese, e una comprensione informata del problema può servire come una difesa”, ha commentato Avril Haines, direttrice della comunità d’intelligence statunitense.