Le commissioni incaricate di valutare l’impatto ambientale delle opere del Pnrr hanno in programmazione ancora diverse sedute, da qui alla fine di dicembre, ma si può certamente dire che hanno raggiunto i target prestabiliti
Siamo arrivati dove avevamo programmato (e sempre creduto) di poter arrivare, nelle condizioni date. Le due commissioni ministeriali per la valutazione di impatto ambientale (VIA VAS, da un lato, e PNRR PNIEC, dall’altro lato) hanno in programmazione ancora diverse sedute, da qui alla fine di dicembre. Anche fra Natale e Capodanno.
Ma il target che ci eravamo dati come obiettivo raggiungibile (nelle condizioni attuali) sarà tagliato già prima di Natale. Nella seduta del 21 dicembre della PNRR PNIEC, saranno infatti espressi i pareri che, in materia di energia, porteranno il totale, nell’intero 2023, ad un equivalente – in termini di gw – in doppia cifra. Saranno infatti raggiunti e superati, nell’occasione, i 10 gw, con un incremento del 25% rispetto al totale dei pareri espressi, nello stesso ambito, lo scorso anno.
Non è ancora il massimo che si può fare. Ritengo infatti possibile, realisticamente, attestarsi su un’andatura stabile di pareri per un equivalente di circa 12/13 gw annui, almeno. Una stima azzardata? Niente affatto.
Si consideri, per un verso, che né nel 2022 né nel 2023 le due Commissioni hanno potuto – per ragioni strettamente legali – esprimersi al 100% del loro potenziale. Nel 2022, perché la neonata Commissione PNRR PNIEC ha potuto adottare i primi pareri solo a partire dall’estate, attesa la necessità di osservare le tempistiche dell’istruttoria (in particolare, quelle a favore del pubblico, oltre che degli operatori) rigidamente stabilite dalla legge nazionale, in attuazione della normativa Ue. Nel 2023, invece, perché una scelta legislativa operata nel 2021 ha tolto alla Commissione VIA VAS la possibilità di occuparsi della VIA sugli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, sicché essa ha esaurito nel maggio scorso tutti i dossier energetici residui, quelli cioè che le erano rimasti in carico (compreso un progetto di eolico off shore da 1,1 gw) e il know how acquisito sul campo è rimasto da allora inutilizzato. Una scelta, mi sento di dire, oggi rivedibile.
Inoltre, ed è un secondo valido motivo per avanzare quel pronostico già con riguardo al 2024, a fronte di un significativo rafforzamento di ambedue le Commissioni in virtù delle circa 30 nuove nomine operate dal ministro Pichetto Fratin nel corso del 2023, la Commissione PNRR PNIEC non è ancora al completo. Mancano 20 commissari su 70 (diverse nomine, va aggiunto, sono ad ogni modo in corso di perfezionamento).
Ma c’è una terza ragione che, a mio avviso, rende non azzardata la stima di un’andatura stabile di pareri per un equivalente di circa 12/13 gw annui, almeno. Sin qui, nel fronteggiare l’impennata di istanze di VIA che dal 2021 si è abbattuta sul MASE (circa il triplo della serie storica) le due Commissioni (e per la verità anche la Direzione generale competente) hanno, non troppo metaforicamente, “scavato a mani nude”: senza risorse economiche (nonostante gli importanti volumi finanziari versati annualmente dai proponenti: nel 2023, circa 40 mln di euro), senza tecnologie adeguate, senza sufficienti mezzi materiali. Cento commissari (fra le due Commissioni), dalla rara abnegazione e capacità di lavoro, hanno supplito – per ben due anni, due cruciali anni – all’assenza di tutto questo.
Ora, però, è tempo di voltare pagina. Su tutto quanto detto.
Alle due Commissioni va data – per legge – la possibilità di esprimersi al 100% del loro sperimentato potenziale. Anzitutto, tornando a rendere consentito – per la Commissione VIA VAS – di occuparsi di rinnovabili, naturalmente entro ambiti ben definiti. In modo da sgravare, seppure in parte, la Commissione PNRR PNIEC, di numeri che si sono fatti oggettivamente esagerati. Specie in assenza di efficienti indicatori in grado di fare selezione, alla partenza dell’iter di permitting, fra i tantissimi progetti arrivati. Che è improbabile poter considerare tutti uguali, non foss’altro per le diversificate chance di effettiva realizzabilità, in dipendenza di fattori variabili non solo da proponente a proponente, ma anche da sito a sito.
Vanno poi nominati tutti i commissari mancanti, e fors’anche previsto qualche commissario in più (paesi nordeuropei con un decimo del nostro territorio e un sesto della nostra popolazione hanno da tempo al lavoro un numero di commissari maggiore dei 120 oggi previsti, complessivamente, fra la VIA VAS e la PNRR PNIEC).
Infine, occorre poter contare su flussi finanziari stabili (derivanti dalle tariffe versate dai proponenti, e quanto meno nella quota minima indispensabile per dare un servizio pubblico all’altezza del livello dell’introitato a questo titolo), sulle tecnologie più avanzate (per, fra l’altro, far nascere l’istanza di VIA direttamente in digitale, attraverso un nuovo portale) e, infine, per disporre dei mezzi occorrenti per fare quei sopralluoghi che sovente fanno la differenza, fra un parere positivo e uno negativo.
Possibile? No, possibilissimo. È tempo, adesso.