Il leader del Movimento 5 Stelle in una conferenza stampa convocata dalla sera di ieri per la mattina di oggi ha annunciato la richiesta di un giurì d’onore contro Giorgia Meloni per ristabilire la verità sul Mes, ma non ha risparmiato le stoccate alla segretaria del PArtito democratico, con cui già si sta muovendo nelle elezioni locali
Non ha risparmiato nessuno Giuseppe Conte, né Giorgia Meloni né Elly Schlein, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Roma, alla Camera dei deputati, questa mattina 18 dicembre. Un lunedì diverso dal solito, perché segue la fine della convention organizzata da Fratelli d’Italia, Atreju, che ha monopolizzato il dibattito pubblico negli ultimi quattro giorni, chiusa proprio da un lungo discorso di Giorgia Meloni. Ed è la leader di Fratelli d’Italia che dal palco di Castel Sant’Angelo ha scelto di fare “una citazione di sinistra”, quella di Ecce Bombo di Nanni Moretti: “Mi si nota di più se vengo ad Atreju o se non vengo?”, per lanciare ironicamente le sue stoccate a una Schlein che ha rifiutato l’invito, e un Conte che, in realtà, dice Meloni, non era proprio stato invitato.
E se la risposta di Schlein è stata, nei fatti, l’incontro con i padri nobili del Pd che si è tenuta nel fine settimana – con un Paolo Gentiloni in pole position per un ruolo di rilievo nel partito e un Romano Prodi che promuove Schlein come federatrice del centrosinistra – quella di Conte è stata invece il messaggio, condiviso sui suoi canali social alle 22:30 di domenica, con la convocazione di una conferenza stampa per le 11 del mattino successivo per comunicare un “importante annuncio”. Quale? “Ho appena consegnato al presidente Fontana la richiesta di istituire un giurì d’onore volta a verificare le menzogne, la condotta dolosa del presidente Meloni, che ha offeso me, il Movimento 5 Stelle, e umilia l’Italia e il Parlamento”, ha detto Conte. “È un precedente che non può passare, non è normale dialettica politica venire a dichiarare il falso sventolando un foglio che esso stesso la smentisce”.
Insomma, il terreno di scontro scelto da Conte è di nuovo il Mes, ma l’ex presidente del Consiglio ha alzato il tiro e, ha spiegato, ha richiamato l’articolo 58 del regolamento della Camera per tutelare il suo onore, ma anche quello del Parlamento e delle istituzioni. La richiesta di un giurì d’onore, prosegue Conte sollecitato dai giornalisti, è stata comunicata poco prima della sua formalizzazione sia al presidente della Camera Lorenzo Fontana sia al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per cortesia istituzionale.
E se Conte ha usato un atto formale come il richiamo al regolamento della Camera per vestire l’abito del leader dell’opposizione, è con una risposta a un giornalista a renderlo ancora più esplicito: “Giorgia Meloni può fare a tavolino tutte le strategie comunicative che vuole, ma gli avversari non se li sceglierà mai lei, li troverà sul terreno, e su quel terreno troverà da prima noi. Non solo Giuseppe Conte, ma l’intero Movimento 5 Stelle”. E Elly Schlein? “Io mi auguro che lo sia, federatrice di tutte le correnti del Pd”, dice Conte, “per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle non abbiamo bisogno di un federatore. Mi piacerebbe che il Pd possa far chiarezza sulla questione morale”.
Conte leader dell’opposizione e del campo largo. Messaggio per Meloni, ma anche per Schlein.