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Perché Irini è il riferimento per la sicurezza europea nel Mediterraneo

Secondo l’ammiraglio Turchetto, Irini “è il principale pilastro militare navale dell’impegno dell’Unione Europea nel fianco meridionale dell’Europa, come affermato nella Bussola strategica dell’Ue 2022 e nella Strategia per la sicurezza marittima 2023”. Il punto sulla sicurezza marittima del Mediterraneo durante l’evento Shade Med

Di fronte a una situazione geopolitica sempre più complessa, la cooperazione resta “la strada migliore verso la pace e la prosperità per tutti”, così ha detto il contrammiraglio italiano Stefano Turchetto, comandante dell’operazione aeronavale EuNavFor Med “Irini”, durante la 12esima edizione di “Shared Awareness and De-confliction in the Mediterranean” (Shade Med), conferenza di due giorni organizzata il 6 e il 7 dicembre a Palazzo Guidoni del Segretariato generale della difesa/Direzione nazionale degli armamenti, all’interno della base aeronautica di Centocelle, a Roma.

Il tema dell’evento quest’anno è stato “Gestire insieme le sfide comuni nel Mediterraneo”. Ed “insieme” diventa la parola chiave. “Dall’edizione dello scorso anno la situazione geopolitica, già difficile, si è fatta più complessa. La guerra russo-ucraina, la destabilizzazione del Sahel e, recentemente, il conflitto a Gaza dopo l’attacco terroristico contro Israele, hanno dato una nuova dimensione geopolitica alla regione”, ha detto Turchetto. Per questo, l’Europa si è “evoluta sviluppando una maggiore consapevolezza della sicurezza comune e della difesa, una visione comune concordata di cosa significhi proteggere l’Unione e i suoi interessi globali”.

La cooperazione come non solo migliore, ma probabilmente unica strada percorribile verso la pace e la prosperità per tutti è stato il fil rouge dell’intero evento, a cui hanno partecipato alti funzionari della difesa da vari Paesi europei, rappresentati politici e diplomatici, esperti di vari settori riguardanti le dinamiche marittime; in totale 31 le Nazioni rappresentate e 29 le organizzazioni di appartenenza. Consapevolezza comune: Irini è un “riferimento esemplare” della sicurezza marittima europea e “meccanismo eccezionale per la condivisione della consapevolezza e ottimo strumento per l’impegno multilaterale”, come ha spiegato Turchetto. E la conferenza Shade Med rappresenta un chiaro esempio della volontà dell’Ue di affrontare in modo efficace il dibattito sulla sicurezza nel Mediterraneo.

Una necessità, consapevoli che attori ostili si muovono sotto varie forme in quelle acque. Dalla Russia sempre più presente – per esempio, intende stringere i rapporti con la Libia orientale e ottenere una nuova postazione navali al centro del bacino (dopo Tartus, sulla costa siriana), alla Cina (che corteggia l’Oman, ma mira anche all’uso dual-use dei porti controllati dalle sue società) ai rischi che le rotte di collegamento Europa-Asia subiscono per colpa di attività malevole che vanno dai traffici illeciti, alla pirateria fino alle attività di gruppi armati destabilizzanti come gli Houthi dallo Yemen.

Sotto quest’ottica, Shade Med diventa un luogo fondamentale per affrontare le grandi preoccupazioni relative alla sicurezza marittima del Mare Nostrum (che è parte cruciale della sicurezza dell’intero bacino del Mediterraneo allargato). Concetto ricordato direttamente dal viceammiraglio Didier Maleterre, vice comandante del Comando marittimo alleato (Marcom), che ha sottolineato come sia la Nato – attiva nell’area con l’operazione “Sea Guardian” – sia l’Ue svolgano nel Mediterraneo un ruolo condiviso e le strette relazioni costruite nel corso di anni di condivisione del teatro operativo e dell’afflato politico, in particolare nel settore marittimo, sono spazio di cooperazione contro le minacce in essere.

Secondo Turchetto, Irini “è il principale pilastro militare navale dell’impegno dell’Unione Europea nel fianco meridionale dell’Europa, come affermato nella Bussola strategica dell’Ue 2022 e nella Strategia per la sicurezza marittima 2023 […] Irini rappresenta uno degli strumenti più importanti per proteggere gli interessi europei in mare, rafforzando l’impegno dell’Ue sulla sicurezza marittima”. In questo, il sequestro di due carichi, in attuazione dell’embargo Onu contro il traffico di armi in Libia, dimostra anche “che si tratta di un’operazione Psdc (Politica comune di difesa e sicurezza, ndr) riuscita e in grado di produrre effetti deterrenti”, ha aggiunto l’ammiraglio italiano.

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