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Meno tassi sotto l’albero. La scommessa degli economisti

Dopo il passo indietro di Isabel Schnabel, un sondaggio di Bloomberg rivela come gli esperti si aspettino un taglio di 150 punti entro la metà del prossimo anno. L’Italia non chiede di meglio

Forse ora Christine Lagarde non ha davvero più scampo. Dopo l’improvvisa retromarcia di Isabel Schnabel, membro tedesco del comitato esecutivo e falco tra i falchi, ora anche gli economisti vanno in pressing. E la Banca centrale europea potrebbe cominciare a ridurre i tassi. Ridando fiato a un’economia, quella europea, che ha un gran bisogno di crescita.

I trader hanno alzato la posta e scommesso che nel 2024 la Bce ridurrà di 150 punti base i tassi di interesse, portando quello sui depositi dal 4% attuale al 2,5%. Secondo Bloomberg, infatti, i mercati hanno prezzato sei tagli da 25 punti base nel corso del prossimo anno, sostenuti da un report degli economisti di Deutsche Bank che hanno rivisto le loro previsioni sui movimenti della Bce. Secondo la banca tedesca, i tagli inizieranno già ad aprile, invece che a giugno come precedentemente previsto, con una riduzione da mezzo punto, seguita da un’altra di pari entità a giugno.

In totale, anche secondo Deutsche Bank, il costo del denaro si ridurrà di 150 punti base e c’è anche un “significativo rischio” di un taglio già a marzo. “Siamo più pessimisti della Bce sulla crescita a breve termine e sull’outlook dell’inflazione” e “se abbiamo ragione, la Bce sarà sorpresa dai rischi al ribasso nei prossimi mesi”. A sostenere le scommesse sono stati, oltre alla decisa frenata dell’inflazione nell’Eurozona a novembre, anche i commenti morbidi di alcuni membri della Bce, come per l’appunto il falco Schnabel, che pochi giorni fa ha ritenuto improbabile un nuovo rialzo dei tassi, non escludendo invece l’eventualità di un taglio del costo del denaro nella prima parte del 2024.

L’obiettivo è ora fissato al 2,5% alla fine del 2024 contro il 3% del consensus più diffuso la settimana scorsa. La prossima riunione della Bce è fissata per il prossimo 14 dicembre dove la presidente Lagarde aggiornerà le previsioni su inflazione e crescita con un orizzonte peraltro di più lungo termine rispetto a quelle fornite nel corso dell’anno. L’attenzione sarà anche ai messaggi che la Lagarde darà al mercato e alle sue aspettative di riduzione dei tassi. L’Italia e soprattutto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non chiedono di meglio visto che il prossimo anno il debito italiano costerà, in termini di interessi, decine di miliardi in più.

Lo scorso ottobre era stata la stessa Lagarde ad aprire la strada a uno stop ai rialzi e dunque a anche una possibile taglio. “Sulla base della nostra valutazione attuale, riteniamo che i tassi di interesse di riferimento della Bce abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, daranno un contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine”, erano state le parole di Lagarde nel corso dell’annuale conferenza stampa sulla politica monetaria, organizzata dalla stessa Eurotower, in cui la presidente della Bce aveva sostenuto che un costo del denaro al 4,50% può anche bastare per calmare l’inflazione (qui l’intervista all’economista ed ex membro del comitato esecutivo della Bce, Ignazio Angeloni sul tema). Finora.


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