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“Questa è la nostra Monaco”. 007 israeliani a caccia di Hamas

L’emittente pubblica Kan ha diffuso una registrazione del capo dello Shin Bet che ribadisce l’impegno dell’intelligence a eliminare i leader dell’organizzazione ovunque si trovino. Da Ankara arriva un avvertimento

“Questa è la nostra Monaco”, dice Ronen Bar, capo dello Shin Bet in un audio diffuso dall’emittente pubblica israeliana Kan. “Il governo ci ha fissato l’obiettivo, in parole povere, di eliminare Hamas. Lo faremo ovunque, a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Turchia, in Qatar. Ci vorranno alcuni anni, ma saremo lì per farlo”. Il riferimento è all’Operazione Ira di Dio, ordinata dall’allora primo ministro Golda Meir per vendicare il massacro compiuto da Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Servirono due decenni per completare l’eliminazione di tutti i responsabili di quell’attacco che uccisero 11 membri della squadra israeliana ai Giochi.

Nei giorni scorsi il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva comunicato di aver dato luce verde alle operazioni mirate contro i vertici di Hamas, a partire dal leader Ismail Haniyeh, che vive in Qatar, e da Yahya Sinwar e Mohammed Deif, capi dell’organizzazione nella Striscia di Gaza. “Ho dato istruzioni al Mossad di colpire i leader di Hamas ovunque si trovino”, aveva dichiarato. L’audio diffuso di Bar sembra confermare che al momento gli obiettivi siano Sinwar e Deif.

I cittadini israeliani e il comparto difesa e sicurezza chiedono una risposta a breve termine, che sappia di vendetta ma anche di deterrenza ripristinata. In uno scenario simile potrebbe essere più facile per Netanyahu cedere alle pressioni dell’opposizione, delle famiglie degli ostaggi e dell’amministrazione Biden nell’offensiva sulla Striscia di Gaza.

Nei giorni successivi all’attacco del 7 ottobre, il Mossad e lo Shin Bet avevano istituito una nuova unità speciale con lo scopo specifico di individuare e uccidere i leader militari di Hamas, in particolare la Brigata Nukhba, reparto d’élite di ritenuto responsabile dei massacri nei kibbutz. Il nome della nuova unità è Nili, l’acronimo della frase ebraica “Netzah Yisrael Lo Yeshaker”, tratta dal Libro della Genesi (Samuele) che significa “La gloria di Israele non mentirà”. Si tratta però anche di un riferimento a un’organizzazione segreta di spionaggio israeliana che operava in chiave filo-britannica in Palestina durante la Prima guerra mondiale.

La Turchia ha già messo in guardia Israele: ci saranno “serie conseguenze” in caso di operazioni dei servizi segreti israeliani in territorio turco contro i leader di Hamas. La notizia è stata diffusa dai principali media turchi, che citano fonti dell’intelligence di Ankara secondo le quali “gli interlocutori israeliani hanno ricevuto gli avvertimenti necessari” rispetto al fatto che “qualsiasi azione illegale in Turchia” porterebbe a “serie conseguenze”. Funzionari dei servizi, che hanno parlato con l’agenzia di stampa turca Anadolu, hanno ribadito che nessuna intelligence al mondo può agire di propria iniziativa sul suolo turco.

Di recente l’intelligence turca ha più volte sventato piani del Mossad. Lo scorso luglio una cellula di 56 spie al servizio dell’intelligence israeliana è finita nella rete dei servizi di Ankara: cittadini di Paesi arabi messi dallo Stato ebraico alle calcagna di palestinesi, egiziani e iraniani in Turchia. Un’altra cellula di 15 agenti israeliani è stata sgominata a maggio scorso, mentre un anno fa sette operativi del Mossad sono finiti in manette dopo aver seguito per mesi cittadini palestinesi residenti in Turchia.

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