Le relazioni spaziali tra Italia e Giappone sono sempre più forti, e la visita del ministro Urso a Tokyo, dove ha incontrato il ministro giapponese dello Spazio, Sanae Takaichi, rappresentano un ulteriore tassello nella partnership strategica sempre più stretta tra Roma e Tokyo
Osservazione terrestre, esplorazione spaziale e, soprattutto, Luna. Questi i temi al centro del colloquio che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto con il ministro giapponese dello Spazio e la tecnologia, Sanae Takaichi, nel corso della sua visita a Tokyo. Come sottolineato il ministro, esiste una “piena sintonia tra i nostri Paesi per una partnership industriale e tecnologica nel settore spaziale, anche attraverso progetti di ricerca e di sperimentazione”, aggiungendo come lo spazio si confermi “una grande occasione di sviluppo e di innovazione che intendiamo cogliere con convinzione”. Urso, inoltre, ha anche indicato che lo spazio e le sue politiche di governance saranno anche al centro delle priorità che la presidenza italiana del G7 darà al prossimo vertice in Puglia, con un focus in particolare sulla trasversalità della tecnologia del settore che può contribuire al raggiungimento di molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu.
I temi del colloquio
Tra i principali dossier discussi al bilaterale tra i due ministri c’è stato il capitolo dell’osservazione terrestre, di grande importanza per entrambi i Paesi considerando le fragilità tipiche dei territori di Italia e Giappone: già in passato Roma e Tokyo si sono scambiati dati e informazioni in occasioni di diversi disastri che hanno colpito il territorio dei due Paesi, da Amatrice a Fukushima. Ma la priorità per entrambi i Paesi risiede nella partecipazione dei rispettivi enti spaziali nazionali alla missione di ritorno del prossimo uomo e della prima donna sulla Luna, la missione Artemis, guidata dagli Stati Uniti e alla quale entrambe le nazioni hanno aderito fin dall’inizio.
L’intesa Roma-Tokyo sullo spazio
In generale, le relazioni tra i due Paesi sono sempre più forti, e misura di questo la dà l’interscambio tra l’Italia e il Giappone, rispettivamente ottava e terza economia del mondo, che vale circa tredici miliardi, ed è in crescita soprattutto nei nuovi settori importanti, con opportunità per sviluppare le collaborazioni industriali in settori cruciali come spazio e l’aerospazio. Già ad aprile i settori spaziali italiani e giapponesi avevano avuto un primo momento di incontro e rafforzamento dei legami nel corso di una iniziativa realizzata a Tokyo dalla nostra ambasciata e dalle agenzie spaziali italiana (Asi) e giapponese (Jaxa), che aveva riunito associazioni, società, industrie e accademie coinvolte nel settore spazio dei due Paesi. L’obiettivo dell’evento era proprio consolidare le collaborazioni scientifiche e industriali tra enti pubblici e privati dei rispettivi Paesi nel campo della Space economy, un percorso che si è concretizzato con la visita del ministro Urso.
Partenariato strategico
A inizio anno il primo ministro giapponese Fumio Kishida aveva incontrato a Roma il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e durante il vertice le relazioni italo-nipponiche erano state elevate a “partenariato strategico”, prevedendo anche un meccanismo di consultazioni bilaterali Esteri-Difesa simile a quello attivo tra Giappone e Stati Uniti. Tokyo, del resto, è legata a Roma anche per il progetto del caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap), ed entro la fine dell’anno verrà firmato a Tokyo il trattato per avviare l’iter parlamentare che porrà le basi per la nascita dell’entità, con ogni probabilità basato nel Regno Unito, che dovrà occuparsi dello sviluppo vero e proprio del caccia e che dovrà guidare e mantenere in linea i progressi verso l’obiettivo di mettere in volo un sistema nel 2035.
Una priorità per Tokyo
Le ambizioni di Tokyo, che rendono il suo comparto industriale sempre più competitivo sul piano internazionale, sono il frutto di un rinnovato approccio al settore spaziale del Paese. Nell’ambito della legge spaziale giapponese del 2008, lo Stato nipponico aveva già identificato come priorità “lo sviluppo e l’uso dello Spazio esterno” e si era fatto garante della creazione di un ambiente e una regolamentazione favorevole a promuovere lo sviluppo e l’uso dello Spazio commerciale. Ultima tappa in questo iter è stata la legge sulle risorse spaziale emanata nel 2021, che prevedere un “permesso di estrazione di risorse spaziali”, che stabilisce inoltre “che la persona che ha ottenuto il permesso è proprietaria delle risorse spaziali che sfrutta in conformità con il piano di attività approvato”.
Collaborazioni internazionali
Il Giappone sta perseguendo una rinnovata strategia per quanto concerne lo spazio, rafforzando le collaborazioni con altri Paesi, in primis con gli Stati Uniti. Uno sforzo, quello nipponico, in parte accelerato anche dalla preoccupazione rappresentata dalle attività della Repubblica popolare cinese oltre l’atmosfera, in un momento in cui Pechino sta aumentando significativamente la propria presenza satellitare, anche in riferimento alle attività militari nello Spazio. In un incontro a gennaio alla Casa bianca tra il presidente Joe Biden e il primo ministro Kishida, lo spazio (e la difesa) erano stati al centro delle discussioni tra i due leader, così come nel successivo colloquio in formato 2+2 tra i ministri giapponesi di Esteri e Difesa, Hayashi Yoshimasa e Hamada Yasukazu, e i segretari di Stato e della Difesa statunitensi, Antony J. Blinken e Lloyd J. Austin. Nell’occasione, proprio Blinken sottolineò come gli attacchi verso, da o all’interno dello Spazio rappresentano una chiara sfida, e a seconda della natura di tali attacchi, ciò potrebbe portare all’invocazione dell’articolo 5 del nostro trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti”.