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L’Italia poteva fare a meno del Patto, ma non del Mes. Parla Cipolletta

L’Europa non aveva bisogno di nuovi vincoli, ma di politiche per la crescita. Tra qualche anno ci saranno nuovi eventi straordinari e le regole sui bilanci verranno spazzate via. A Roma serve il Mes, non ratificarlo dimostra come l’Italia sia vittima dei suoi retaggi, così come la Germania delle sua manie sul deficit

Un Patto di stabilità che forse poteva anche non servire e un Mes che invece serve eccome. L’Italia ha sottoscritto un accordo a forte influenza tedesca, portando a casa un piccolo bottino, vale a dire lo sganciamento degli interessi sul debito dal deficit. Ma chi ne esce sconfitta, semmai, è proprio l’Europa, incapace di imporre una linea. Tanto è vero, dice a Formiche.net l’economista Innocenzo Cipolletta, che della proposta originaria della Commissione nelle nuove regole c’è poco o nulla. Tutto questo però non toglie un fatto: delle regole, anche se aggiornate, se ne poteva fare a meno. Mentre del Mes, decisamente no.

Ieri il tanto sospirato accordo sui nuovi vincoli di bilancio. Impressioni della prima ora?

L’intesa raggiunta dai ministri delle Finanze è migliore del vecchio Patto ma peggiore rispetto alla proposta della Commissione. Ma nei fatti è uno schema di regole sbagliato.

Perché?

Perché introduce un sistema restrittivo per i prossimi anni e in tutti i Paesi dell’Europa. Abbiamo visto come negli ultimi anni alcuni eventi straordinari, la pandemia, la guerra, abbiano imposto interventi altrettanto straordinari in termini di sostegno all’economia. Dunque tale nuovo assetto si mal concilia con l’attuale contesto. Non dimentichiamoci che c’è anche la transizione, che ha il suo costo.

Allora Maastricht e gli equilibri allora sanciti, sopravviveranno…

Il vecchio Patto fu fatto perché nessuno si fidava di nessuno in Europa. Ora però siamo più uniti, chi più chi meno abbiamo comunque rispettato gli accordi passati, al netto delle situazioni straordinaria poc’anzi menzionati. Per questo, se proprio vuole saperlo, in realtà di un nuovo Patto nemmeno c’era bisogno. Semmai servivano delle politiche, quelle sì.

In che senso?

L’Europa è l’unico mercato che ha come politica fiscale quello di ridurre il disavanzo, senza preoccuparsi di quello che succede fuori. Vuole la prova? Se lei prende qualunque previsione di qualunque centro studi, vedrà che gli Stati Uniti nei prossimi anni cresceranno, mentre l’Ue andrà avanti a colpi di zerovirgola e questo perché tutti i Paesi membri devono pensare a ridurre il deficit. Non mi pare un grande programma.

Diciamocelo, il governo italiano poteva mettere il veto. Ma aveva davvero scelta?

No, non la aveva. Vede, non le ha nessuno in Europa, né per la politica economica, né per quella estera. La prima è fissata dall’Europa stessa, la seconda dalla Nato.

Dire che questa riforma del Patto è una vittoria tedesca, è corretto?

Corretto, perché della proposta della Commissione non rimane molto. Ma vede, questo Patto va contro gli interessi della stessa Germania. E per questo dico che Berlino ha commesso un errore colossale. Ma le dico di più. Queste stesse regole, appena accordate, verranno contraddette un giorno. Lei pensa che da qui a qualche anno non ci sia un altro evento epocale che ci costringa a trasgredire questo Patto?

C’è un’altra questione che sta rubando spazio al Patto di stabilità: il Mes. L’Italia ha appena mancato un’altra ratifica, perché la maggioranza si è spaccata. E siamo gli unici in Europa a non aver sottoscritto il Trattato che riforma il Meccanismo…

Mi pare tutto molto sciocco. Senza il Mes e alla presenza di regole, come dicevo, rigide in termini di bilancio, l’Italia rischia grosso. Perché se si materializza lo scenario che abbiamo visto in Grecia, con il Mes avremmo una possibilità di salvarci. In questo modo non ne abbiamo nemmeno una.

Mi scusi, ma non trova un po’ assurdo il fatto che ci si tiri indietro dal sottoscrivere il Mes quando poche ore prima si è firmato un accordo tra 27 Stati? Non le pare un modo un po’ schizofrenico di stare in Europa? Oppure va bene così?

Si tratta di un errore del governo, che è bloccato dalla Lega. Questa è la verità. Purtroppo, siamo tutti vittime di vecchi retaggi. I tedeschi con la loro mania del disavanzo a zero sono vittime di un passato e noi siamo vittime stesse di quel passato. Questo è il problema. Non c’è che sperare che il premier si imponga e ottenga la ratifica.

Ma a questo punto è lecito attendersi una reazione rabbiosa dell’Europa per la mancata ratifica?

No, non direi. L’Europa in questo momento è una sorta di ectoplasma, ci sono le elezioni, stanno tutti a pensare alle elezioni, non si vogliono impegnare: commissari, persino Ursula von der Leyen. Guardi il mercato libero per l’energia, è stato prorogato per non influenzare il voto. No, non succederà nulla.

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