Non solo seminconduttori: le relazioni tra Taipei e Italia si sono rafforzate nel 2023, con Roma che ha fornito sponda a diverse delle ambizioni di Taipei e vari settori di investimento reciproco molto attivi e vivaci scambi culturali. L’ambasciatore Tsai fa un bilancio del rapporto con Formiche.net, pensando anche alle presidenziali taiwanesi del 2024
Nel 2023, sono stati tanti i momenti di contatto tra Italia e Taiwan, e il rafforzamento di questa relazione può in qualche modo essere visto come rappresentativo dell’impegno internazionale di Roma durante l’anno che si sta concludendo. Formiche.net ha intervistato l’ambasciatore taiwanese Vincent Tsai, che guida la rappresentanza della Repubblica di Cina in Italia, per un bilancio e una previsione.
Quali sono i punti di forza emersi nella relazione Roma-Taipei? Cosa pronosticare per il prossimo anno?
Nel corso dell’anno, funzionari taiwanesi di livello ministeriale sono venuti in visita in Italia e anche vari funzionari italiani di alto rango hanno visitato Taiwan. Per quanto riguarda gli scambi di personale tra i due governi possiamo dire che quest’anno abbiamo fatto bene. Inoltre, un altro punto di forza è l‘amicizia consolidata di molti parlamentari italiani del Gruppo Interparlamentare di Amicizia Italia-Taiwan, dimostrata sia attraverso visite istituzionali a Taiwan, sia attraverso richieste aperte al governo italiano per il sostegno alla partecipazione di Taiwan agli organismi internazionali quali Onu, Oms, Interpol, Unfcc: in queste occasioni molti parlamentari italiani presenti nell’Associazione si sono espressi con forza a sostegno di Taiwan affinché gli sia offerta una significativa partecipazione alle suddette organizzazioni internazionali (temi su cui anche Formiche.net ha preso una posizione attiva a sostegno di Taipei, ndr).
Nel 2023, il governo italiano ha chiarito anche la sua posizione sul mantenimento della stabilità e della pace nello Stretto di Taiwan, argomento esistenziale per i taiwanesi, ma anche dossier internazionale che ci tocca da vicino.
Apprezziamo molto la posizione italiana. Condividiamo le stesse posizioni su molte questioni internazionali, come le preoccupazioni sulle questioni umanitarie, sull’attuale guerra russo-ucraina e sul conflitto israelo-palestinese, e speriamo che le controversie possano essere risolte in modo pacifico. Abbiamo apprezzato anche gli sforzi italiani per il coinvolgimento di Taiwan in iniziative internazionali come l’ultima COP 28.
Quest’anno, il rapporto italo-taiwanese è stato rafforzato anche dall’apertura della nuova sede diplomatica a Milano: quanto è importante?
Nell’ottobre di quest’anno è stato inaugurato a Milano l’ufficio consolare di Taiwan, con il compito di promuovere i rapporti con sette regioni del Nord nonché di semplificare le procedure consolari per tutti coloro che vivono nel Nord Italia e che desiderano recarsi a Taiwan per vari motivi (studio, lavoro, eccetera.). È importante ricordare infatti che, nel campo dello sviluppo delle competenze, quest’anno è stata sviluppata una collaborazione con il governo italiano per inviare 28 studenti e ricercatori italiani a Taiwan con l’obiettivo di partecipare a due programmi intensivi di formazione nel settore dei semiconduttori (uno ad agosto e uno a dicembre); un’esperienza che desideriamo ripetere nel 2024 e negli anni a venire.
Restando sul tema, venerdì, i deputati Simone Billi e Paolo Formentini (vice presidente della Commissione Esteri della Camera) hanno introdotto un ordine del giorno per agevolare gli scambi di studenti Italia-Taiwan sul modello dei programmi di “vacanze lavorative”, in settori di ricerca ad alto contenuto scientifico e tecnologico. Certe iniziative, così come l’apertura dell’ufficio di Milano, centro nevralgico per l’economia italiana, sono un utile aggancio per parlare di cooperazione economica e tecnologica, spesso lati della stessa medaglia. Come sta procedendo?
L’Italia si posiziona al terzo posto nell’Ue come partner commerciale di Taiwan. Il volume degli scambi commerciali tra i due paesi ha raggiunto quest’anno la cifra record di 6,2 miliardi di dollari. Nel 2024, speriamo che questa cifra possa avvicinarsi ai 10 miliardi della Germania, che è il primo partner commerciale di Taiwan nell’Unione. Ci auguriamo che anche il nostro ufficio di Milano possa svolgere un ruolo nella promozione degli affari bilaterali. Dal punto di vista della cooperazione tecnologica, oltre al settore dei semiconduttori, penso che Taiwan e Italia possano ancora rafforzare la loro cooperazione.
Approfondiamo questo tema degli investimenti che potrebbero coinvolgere interessi di Italia e Taiwan: cosa c’è oltre al fondamentale settore dei semi-conduttori?
Ovviamente il settore dei semiconduttori è quello principale, grazie alle tecnologie avanzate presenti a Taiwan e ai numerosi investimenti taiwanesi in Italia e in altri Paesi. In ogni caso, sono molti i settori in cui è possibile approfondire, se non addirittura instaurare, una cooperazione tra Italia e Taiwan: penso ad esempio al settore delle energie verdi o rinnovabili, o a quello automobilistico, con particolare attenzione ai veicoli elettrici; anche nel tessile, nella produzione di macchinari o nell’agricoltura, dove già esiste una collaborazione, con aziende taiwanesi che investono in Italia.
Quest’anno abbiamo avuto anche molti scambi culturali, come l’organizzazione o la partecipazione a diverse mostre d’arte. Nel 2024 verrà lanciato un programma bilaterale Taiwan-Italia nel settore della danza e altri programmi per arricchire ulteriormente gli scambi culturali bilaterali. Tra questi, l’insegnamento del mandarino: quanto saranno importanti le scuole di lingua taiwanesi?
Imparare il mandarino è essenziale al giorno d’oggi. È una lingua parlata da gran parte della popolazione mondiale e interessa una parte enorme dell’economia internazionale. La lingua è anche veicolo di cultura e aiuta ad avvicinarsi a mondi e società lontane. Anche le scuole di mandarino che vogliamo aprire in Italia e in Europa hanno questo obiettivo. A Taiwan si parla la lingua cinese, come in Cina, ma quando si tratta di scrivere si utilizzano caratteri tradizionali invece che semplificati, che preservano il patrimonio storico e millenario cinese.
Il 2024 sarà un momento fondamentale per il futuro della democrazia taiwanese: cosa aspettarsi dalle elezioni di gennaio?
Taiwan è una democrazia matura. Da quando, negli anni Novanta, sono state istituite le elezioni dirette e il suffragio universale, si sono susseguiti diversi presidenti eletti dal popolo di Taiwan, con un’equilibrata alternanza dei partiti di governo. Anche alle prossime elezioni, quindi, sono sicuro che Taiwan mostrerà ancora una volta al mondo la sua apertura, la sua libertà e la sua trasparenza. Indipendentemente dall’esito delle elezioni, posso dire che ancora una volta Taiwan cercherà di proteggere la propria libertà e identità, e ribadirà il proprio sostegno al mantenimento dello status quo, della pace e della prosperità attraverso lo Stretto di Taiwan.
E con la Cina?
Per quanto riguarda la nuova amministrazione, dopo le elezioni, sono sicuro che Taiwan manterrà la calma e la resilienza di fronte alla minaccia cinese, ma prima di ciò, sono sicuro che la nuova amministrazione compirà tutti gli sforzi possibili per cercare un dialogo con la Cina, e proverà tutti i possibili metodi per mantenere la pace nello Stretto di Taiwan, continuando a lavorare con i paesi democratici per la salvaguardia della pace nell’area dell’Indo Pacifico.