Skip to main content

L’Europa di nuovo a pesca di beni russi. La rete attorno a bond e titoli

Tramonta l’ipotesi di tassare gli asset congelati al Cremlino, ora l’obiettivo sono i margini generati dai bond emessi dalla Banca centrale russa. Per monetizzare fino a 15 miliardi da girare all’Ucraina

L’Europa è pronta a fare suoi circa 15 miliardi di euro dagli oltre 200 miliardi di asset congelati alla Russia, all’indomani dell’invasione dell’Ucraina. Soldi che Bruxelles vuole girare direttamente a Kyiv, per finanziare la ricostruzione del Paese. Come raccontato nei giorni scorsi da Formiche.net, in questi giorni la Commissione europea esaminerà alcune proposte utili a monetizzare parte dei beni confiscati a Mosca. Di tentativi, in questi quasi due anni di guerra, ce ne sono stati ma sono tutti falliti per cavilli legali.

Ora però un piano c’è e potrebbe essere quello buono. Tutto per scremare fino a 15 miliardi di euro a beneficio dell’Ucraina. L’idea sarebbe quella di agire direttamente sui depositari che detengono i titoli e bond della Banca centrale russa, i quali grazie agli interessi applicati, generano profitti. I quali, potrebbero essere spostati su conti separati. Questa sarebbe la prima fase. Poi scatterebbe la seconda, nella quale i profitti verrebbero trasferiti direttamente nel bilancio comune dell’Ue per aiutare a sostenere l’Ucraina.

La proposta riguarderebbe solo i proventi derivanti dalle attività della Banca centrale russa e la Commissione stima che ciò genererebbe fino a 3 miliardi di euro all’anno, o 15 miliardi di euro tra il 2023 e il 2027. Le misure riguarderebbero principalmente Euroclear, un depositario con sede in Belgio che detiene circa 191 miliardi di euro di asset sovrani russi, la quota maggiore immobilizzata in Occidente.

Sembra essere così tramontata l’ipotesi di tassare gli stessi beni, come emerso nelle settimane scorse. Di sicuro, la situazione si è sbloccata, dopo mesi di tentativi a vuoto. I dubbi, fin qui emersi, ruotavano soprattutto attorno alla proposta spagnola, che mirava a una tassazione, ancora piuttosto generica, degli asset. Madrid, più nel dettaglio, aveva stimato che i profitti derivanti dalle riserve congelate della Banca centrale russa nei Paesi dell’Ue potessero generare da 15 a 17 miliardi di euro per Kyiv entro il 2027, la stessa cifra che si può ottenere con il piano poc’anzi menzionato.

Piano, quello originario, che aveva suscitato scetticismo da parte di alcuni governi, tra cui Francia e Germania, nonché da parte della stessa Banca centrale europea, che teme ancora oggi che possa causare instabilità nella valuta dell’euro. Va ricordato come nell’Ue sono stati bloccati 200 miliardi della Banca centrale russa, più 30 miliardi appartenenti agli oligarchi. La prima cosa che a chiunque verrebbe in mente di fare è confiscare brutalmente quei soldi e spedirli sul conto della banca centrale ucraina. In realtà la questione è molto più delicata per motivi legali e di stabilità finanziaria. Ma ora è tempo di riprovarci.

×

Iscriviti alla newsletter