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I riflessi (scarsi) di Elly Schlein in politica. Scrive Cangini

Il governo non arriverà al 2027, dice Schlein intervistata da Repubblica. E a dimostrare la tesi cita un fatto emblematico: “Se prendiamo i dati delle ultime elezioni politiche, si vede chiaramente che loro non hanno allargato il consenso rispetto al precedente voto”. Esattamente quello che accade oggi al suo Pd, fatalmente inchiodato nei sondaggi al 19% dei consensi ottenuti alle scorse politiche. Il commento di Andrea Cangini

La politica, come la vita, è in buona parte una questione di riflessi. Cogliere i tempi, sfruttare le occasioni, disorientare l’interlocutore con argomenti inattesi… Questa la teoria. Poi c’è la pratica. Ovvero, Elly Schlein.

Emblematica la partecipazione della segretaria Pd all’ultima puntata di Dimartedì, su La7. Il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, le pone una questione evidentemente inattesa. Questione in realtà prevedibile, essendo Repubblica schierata sul tema da giorni, ma che senza dubbio coglie Elly Schlein impreparata. “Il presidente francese Macron pensa a Draghi per la guida della Commissione europea, il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è evidentemente molto nervosa per questo schedario. Lei come la pensa?”, domanda Molinari. È allora che Elly Schlein, anziché sfruttare al volo l’occasione di contribuire al nervosismo della presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni lanciandosi in un panegirico di Mario Draghi, si trincera, sorridendo, dietro una cortina fumogena di luoghi comuni. Il Pd fa parte di una “vera famiglia politica europea”, “sceglieremo insieme il nostro candidato alla presidenza della Commissione” e amenità del genere… Giovanni Floris, insolitamente spazientito, interrompe il vaniloquio: va bene, siete una grande famiglia; va bene, deciderete insieme; “ma lei cosa dirà?”.

Il primo assalto va a vuoto. “Decideremo insieme”, ribadisce graniticamente Schlein. Ma Floris non molla: “Eh, va bene, ma lei si presenterà alle altre forze politiche socialiste europee e cosa dirà?”. A quel punto la segreteria del Pd capisce che continuando a pestare acqua nel mortaio rischia di conclamare l’immagine di parolaia inconcludente e con aria tanto astuta quanto allusiva finalmente, a suo modo, risponde: “Non mi sembra che Draghi appartenga alla famiglia socialista europea”. Stremato, Floris traduce: “Quindi, no a Draghi”. Schlein non conferma né smentisce. Giorgia Meloni ringrazia.

La politica, come la vita è in buona parte una questione di riflessi. E questi sono i riflessi di Elly Schlein. Se ne trova conferma leggendo il suo colloquio odierno proprio con Repubblica. Il governo non arriverà al 2027, dice. E a dimostrare la tesi cita un fatto emblematico: “Se prendiamo i dati delle ultime elezioni politiche, si vede chiaramente che loro non hanno allargato il consenso rispetto al precedente voto”. Esattamente quello che accade oggi al Pd di Elly Schlein, fatalmente inchiodato nei sondaggi al 19% dei consensi ottenuti alle scorse politiche.


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