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Perché la nuova legge Usa sulla sorveglianza può essere un ponte con l’Ue

cyber

Il Congresso ha deciso di rinviare ad aprile la decisione sulla controversa Section 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. Secondo Chin-Rothmann (Csis) serve trovare un equilibrio tra due obiettivi non incompatibili. Ciò potrebbe facilitare anche i rapporti transatlantici

Dopo le tensioni politiche sul National Defense Authorization Act, il Congresso degli Stati Uniti si è dato tempo fino a metà aprile per decidere se estendere o meno la controversa Section 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act, strumento che conferma la centralità in questa era della signals intelligence.

Di che cosa si tratta

Come spiegato recentemente su queste pagine, è una legge che autorizza la raccolta, l’uso e la diffusione di contenuti di comunicazioni elettroniche da fornitori di servizi Internet statunitensi (come Google, Facebook e Microsoft) o che viaggiano attraverso la backbone (letteralmente: spina dorsale) di Internet (con la collaborazione forzata di operatori di telecomunicazioni statunitensi come AT&T e Verizon). A differenza della sorveglianza “tradizionale” secondo il Foreign Intelligence Surveillance Act, la Section 702 non richiede che l’obiettivo sia un sospetto terrorista, una spia o un agente di una potenza straniera. Basta che gli obiettivi siano persone non statunitensi situate all’estero e che uno “scopo significativo” della sorveglianza sia quello di ottenere “informazioni di intelligence straniera”. Maglie larghe, troppo per chi si occupa di privacy, che hanno alimentato dubbi e proteste in merito alla legge, in particolare dopo che si è scoperto che l’Fbi ha impropriamente analizzato i database per verificare se fossero coinvolti attivisti, donatori e persino membri del Congresso.

La reazione della Giustizia

“Siamo sollevati e grati che il Congresso riconosca che lasciar cadere la Section 702 anche solo temporaneamente sarebbe catastrofico per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e per la sicurezza del popolo americano”, ha dichiarato l’assistente procuratore generale Matt Olsen dopo il voto. “Non possiamo permetterci di essere ciechi di fronte alle numerose minacce che affrontiamo da parte di avversari stranieri, tra cui l’Iran e la Cina, così come organizzazioni terroristiche come Hamas e l’Isis”.

Le limitazioni proposte

La scorsa settimana le commissioni Giustizia e Intelligence della Camera hanno approvato proposte di legge che rinnovano la Section 702 rispettivamente per tre o otto anni, proponendo però diverse limitazioni. Quella della commissione Giustizia richiederebbe a tutte le agenzie di intelligence statunitensi di ottenere un mandato del tribunale prima di poter cercare informazioni sugli americani nel database della National Security Agency, mentre quella della commissione Intelligence vieterebbe al Federal Bureau of Investigation di condurre ricerca per trovare “prove di un crimine”, che non sono legate ad attività di intelligence estera.

I consigli del Csis

Serve trovare “un delicato equilibrio” tra due obiettivi “non incompatibili”, cioè le necessità di sicurezza nazionale e la tutela della privacy, ha scritto Caitlin Chin-Rothmann, fellow del Strategic Technologies Program al Center for Strategic and International Studies di Washington. “Per cominciare, il Congresso potrebbe codificare più facilmente alcune tutele della privacy già esistenti nella pratica, come il Data Privacy Framework Unione europea-Stati Uniti e le procedure di conformità delle agenzie”, ha spiegato l’esperta. “Altre proposte politiche, come la notifica diretta della sorveglianza o la riforma del segreto di Stato, contengono implicazioni legali più nuove e potrebbero richiedere un linguaggio tecnico accurato per essere attuate”, ha aggiunto.

Le opportunità Usa-Ue

Secondo Chin-Rothmann, inoltre, un simile passo avanti potrebbe aiutare gli Stati Uniti e l’Unione europea a garantire la sostenibilità del digital trade e i primi “ad allontanarsi dalla loro reputazione globale di ‘Far West digitale’ passando a una leadership globale condivisa in materia di privacy e libertà civili”. Ciò potrebbe inviare al mondo il messaggio che negli Stati Uniti la privacy è importante, favorendo un maggior allineamento con gli alleati geopolitici che la considerano un diritto fondamentale, in contrasto con i governi autoritari che si impegnano in una sorveglianza diffusa e in abusi di spionaggio.

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