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Ombre cinesi su TikTok in vista del voto a Taiwan

L’accusa di un documentario francese: il social viene usato dal Partito comunista cinese per monitorare e manipolare gli elettori dell’isola in vista del voto del 13 gennaio oltreché per diffondere disinformazione

Un documentario francese getta un’ombra su TikTok, social della cinese Bytedance, in vista delle elezioni presidenziali taiwanesi. Si chiama “TikTok, l’ombre chinoise”, cioè “TikTok, l’ombra cinese” e racconta di come il Partito comunista cinese mini la credibilità del “nemico” per dividere l’opinione pubblica. In questi sforzi TikTok rappresenta uno strumento per monitorare e manipolare gli elettori oltreché per diffondere disinformazione, è l’accusa del documentario di 70 minuti.

Il voto del 13 gennaio

Le elezioni presidenziali a Taiwan si terranno il 13 gennaio prossimo. A contendersi la guida di quella che la Repubblica popolare cinese ritiene una provincia ribelle da annettere anche con la forza saranno William Lai, oggi vicepresidente e a capo del Partito democratico progressista, e i due leader dell’opposizione che non hanno trovato un accordo, Hou Yu-ih, ex sindaco di Nuova Taipei e candidato del Kuomintang, e Ko Wen-je, leader del Partito popolare. Il voto rappresenterà “un momento cruciale nella storia dell’isola”, scrive la testata giapponese Nikkei. “Il suo esito potrebbe consolidare la sovranità sempre precaria del territorio, farlo precipitare in un conflitto con la Cina o avviarlo verso l’incorporazione nel suo vicino più grande”, si legge. E il contesto internazionale gioca la sua parte: “Le frequenti minacce della Cina, che considera un’opzione la sottomissione di Taiwan con la forza, hanno assunto un’urgenza particolare sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha costretto l’elettorato di Taiwan a immaginare conflitti prima impensabili”.

Il ruolo di TikTok

Nel mirino, secondo il documentario francese che ricorda le leggi di Pechino che impongono la collaborazione alle aziende cinesi, c’è il Partito progressista democratico. Vengono presentati esempi di propaganda politica cinese su TikTok, tra cui predizioni di una guerra se Lai venisse eletto e affermazioni sulla sua presunta incapacità di governare per sostenere l’idea di una situazione critica a Taiwan. La preoccupazione cresce per il potenziale impatto di TikTok sulla politica e sull’opinione pubblica taiwanese, soprattutto tra i giovani. Vengono intervistati alcuni giovani utenti taiwanesi che utilizzano TikTok. Alcuni mostrano una crescente esposizione a contenuti cinesi che influenzano positivamente la loro percezione della Cina.

Non solo Taiwan

Il documentario analizza le tattiche utilizzate da TikTok nella battaglia delle narrazioni, evidenziando la diffusione di immagini di uiguri che cantano e ballano, la stigmatizzazione dei manifestanti pro-democrazia di Hong Kong, le critiche all’Occidente nella gestione del Covid-19 e la diffusione di teorie del complotto sul virus attribuendone l’origine a Bill Gates o alle basi militari statunitensi. E ancora: vengono promossi account di giornalisti che veicolano le narrazioni di Pechino in francese, come la definizione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky come neonazista.


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