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Unione o semplice continente? Le ricerche sull’Europa nel mondo

L’Europa più che guardare ai propri contratti, ai propri agreement, alle clausole nelle clausole, agli asterischi nascosti nelle ultime pagine di documenti dagli acronimi impronunciabili e banali, dovrebbe ritornare a riflettere sui propri libri, sui propri pensieri, su quegli uomini e donne che, con la loro visione dell’essere umano, hanno creato la propria visione dell’Europa. Il commento di Stefano Monti

Il gigante dei motori di ricerca Google, tra i vari servizi che offre gratuitamente ai propri utenti, include anche uno strumento che permette di ottenere dati statistici legati a specifici argomenti, o specifiche ricerche (in inglese – query). Si tratta di dati “comparativi”, nel senso che i risultati che vengono riportati non sono “nominali”, ma sono un’elaborazione di tali dati, creata per fornire una visione su come il volume delle ricerche si sia modificato nel tempo.

Per ogni ricerca, inoltre, la piattaforma associa anche gli “argomenti” correlati o le “query associate”, consentendo così di avere, pur con tutti i limiti del caso, una visione d’insieme su quanto un determinato argomento sia popolare in una data nazione, e quali aspetti risultino essere più importanti di altri per le persone che in tale nazione hanno mostrato interesse (facendo una ricerca su Google, appunto), verso il tema oggetto di indagine.

I dati restituiti dalla piattaforma, che si riferiscono al periodo che va dal 2004 ad oggi, su 5 Paesi estratti del tutto causalmente dall’elenco delle Nazioni disponibili, permettono di identificare un aspetto che merita di essere approfondito: la grande maggioranza delle ricerche legate all’Europa, infatti, è associata alla connotazione geografica del nostro continente. I dati relativi alla nostra Unione Europea, invece, risultano essere molto meno numerosi.

In Somalia, ad esempio, che detiene il volume di ricerche più elevate del campione, le ricerche più numerose legate al termine “Europe” riguardano principalmente gli aspetti geografici, con l’unica eccezione nella top ten per riferimenti di tipo calcistico (Europa League). In Afghanistan lo stesso; le query associate sono: asia – afn schedule – Russia – world map – Belgium. Le query più cercate dal 2004 ad oggi in Croazia legate all’Europa vanno nella stessa direzione, mentre negli Emirati Arabi Uniti le ricerche collegate all’Europa hanno riguardato, nella top-five elementi di natura geografica e politica (Europe Map – Europe Countries – Europe Country) ed elementi probabilmente di natura amministrativa (Europe in Dubai – Europe Visa). Coerente anche il Laos – con Europe Map – World Map – Asia, a cui si associano elementi di leisure time, come un app di giochi dal titolo Truckers of Europe 3 – e la Wolrd Cup Qualifiers Europe).

Superando l’approccio aleatorio, e tenendo in considerazione che la piattaforma consente di comparare fino ad un massimo di 5 risultati, si può dunque procedere con le riflessioni legate alle differenti tipologie di aggregazioni di Paesi. Il primo passaggio dunque è quello di analizzare i risultati legati al cosiddetto G5 (Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica) che, in qualche modo, conferma le valutazioni emerse dall’atro campione. Ricerche associate sono per lo più legate agli aspetti geografici, con una maggiore attenzione anche alle singole nazioni. Degne di nota alcune ricerche correlate.

In India, ad esempio, spicca la ricerca “nationalism in Europe”, ricerca che tuttavia potrebbe risultare veicolata da programmi di studio scolastici, ipotesi che sarebbe corroborata da un’altra ricerca “nationalism in Europe class 10”. Tra le ricerche del Messico risulta interessante la presenza di ricerche legate invece all’arredamento, mentre tra quelle cinesi invece emerge l’unica ricerca legata al termine “euro”. Approfondendo tale ricerca emerge un interesse piuttosto localizzato, sia sotto il profilo geografico che sotto il profilo temporale. A detenere i picchi di ricerche legate a questo termine di ricerca, infatti, ci sono la Prefettura di Shigatse e la Prefettura di Nyingchi, entrambe afferenti alla Regione autonoma del Tibet. Tra gli elementi di ricerca che invece spiccano per il Brasile,  ritroviamo un videogioco – Maplestory.

Dal G5 ai Brics il passaggio è breve, dovendo infatti sostituire il Messico con la Russia, ma come prevedibile, anche in questo campione gli argomenti più ricercati sono sostanzialmente legati agli aspetti geografici e al calcio. Tra le ricerche correlate al termine Europe, in Russia, spicca la ricerca legata alla Credit Europe Bank, banca registrata in Olanda, di proprietà di una holding finanziaria turca, e che agisce nei Paesi Bassi, Germania, Malta, Romania, Svizzera e Ucraina.

Assumendo una prospettiva più orientata geograficamente, la ricerca può dunque concentrarsi su alcuni tra i Paesi che solitamente vengono ascritti alla cosiddetta “mezzaluna sciita”, benché siano molteplici le riflessioni che si indagano sulla supposta reale esistenza di tale “mezzaluna” fondata su elementi religiosi. Analizzando dunque il volume delle ricerche legate al termine Europe condotte in Siria, Libano, Yemen, Iran e Iraq, emerge in primo luogo un fortissimo calo delle ricerche a partire dal 2010 circa che ha quasi annullato il volume di ricerche rispetto al passato.

 

Sotto il profilo qualitativo, le ricerche correlate esprimono, anche per questa regione, una grande attenzione agli aspetti geografici (mappa, strade, Paesi, ecc.), e le dimensioni sportive (Europa League). Di nota sono le ricerche legate alla Toshiba, che emergono come elementi correlati sia in Yemen che in Siria, mentre come nel caso del Laos, anche in Iran e in Iraq sono state molteplici le ricerche legate all’App Truckers of Europe e altre app simili. Tra le ricerche di questi ultimi due Paesi compare poi l’attenzione alla moneta unica, soprattutto nelle aree di Teheran e del governatorato di Dahuk, mentre presenti in tutti i Paesi sono le ricerche legate a canali televisivi.

Estendendo infine la prospettiva, anche il volume delle ricerche globali ha mostrato un tendenziale decrescente. In coerenza con gli approfondimenti condotti, poi, è anche la natura degli argomenti correlati: geografia, viaggi, canali televisivi o radiofonici, singoli Paesi o aree specifiche (Eastern Europe). Da notare, tra le ricerche correlate, la presenza della ricerca legata all’Unione Europea, che presenta un volume leggermente più elevato (3 contro 2 su 100), rispetto a World of Warcraft – Europe.

Ad interessarsi all’Unione Europea, però, sono stati principalmente i cittadini dell’Europa, come ben espresso dalla distribuzione del volume delle ricerche:

 

Dati, questi, che riflettono alcuni elementi che in fondo ci sono ben noti: un approccio autoreferenziale che ci induce a sovrastimare il peso che la nostra Unione gioca nel mondo; un valore ad alcuni valori che noi europei diamo per assoluti ma che, in fondo, tendono ad interessare poco le persone che vivono in altre aree del mondo; una percezione della nostra unione ancora ben poco sviluppata.

Per ragioni lessicali, noi italiani possiamo forse capirlo meglio di chiunque altro Paese europeo. Analizzando i volumi delle ricerche realizzate in Italia legate al termine America, il volume massimo di ricerche correlate è legato agli Usa. Il mondo vive oggi un momento molto particolare, caratterizzato dall’emersione del cosiddetto policentrismo, con l’affermazione di più “aree geografiche” dominanti. In questo quadro, l’Europa può avere anche un valore politico, ma ha ben poche narrazioni dalla sua: probabilmente, l’unica caratteristica tipicamente europea è l’eccesso di burocrazia e un approccio cauto ad ogni cambiamento, in primis quello tecnologico.

Non c’è, malgrado i rappresentanti cerchino di affermare il contrario, una “via europea” all’immigrazione, né una “via europea” al mercato. Le nostre ultime narrazioni di stampo sociale sono ormai di decenni fa, e non c’è nessuna manifestazione di pensiero che non possa essere associata ad un’influenza derivante da altre aree geografiche. Stesso dicasi sul versante della produzione, delle materie prime, della tecnologia.

Bisogna essere pragmatici: malgrado le ambizioni, ad oggi, l’Europa, non tiene il passo con le altre aree che non a caso dominano i traffici economici e finanziari, artistici, industriali. E questa condizione è anche in parte dettata da un approccio troppo contrattualistico, che difficilmente riuscirà a creare una visione che non sia completamente svuotata dalla mediazione tra differenti stati membri. Certo, si può vivere un’epoca senza essere al centro del mondo, e forse è anche giusto che sia così. Ma bisogna saper fare tesoro dei vantaggi che l’essere “secondi” offre. Avere il tempo di riflettere, riparare gli errori, migliorare le debolezze, comprendere le proprie esigenze. Ed infine costruire ed esprimere la propria visione del mondo.

Perché tutti noi vivremo un breve intervallo di storia. E la cosa migliore che ognuno di noi possa fare è proprio quella di cercare di maturare e concretizzare, una visione di ciò che vorremmo il mondo fosse. L’Europa, in altri termini, più che guardare ai propri contratti, ai propri agreement, alle clausole nelle clausole, agli asterischi nascosti nelle ultime pagine di documenti dagli acronimi impronunciabili e banali, dovrebbe ritornare a riflettere sui propri libri, sui propri pensieri, su quegli uomini e donne che, con la loro visione dell’essere umano, hanno creato la propria visione dell’Europa.

E non ripetendoli a memoria come un ritornello di una hit estiva, ma attualizzandoli, facendo ciò che loro prima di noi hanno fatto. È questa la cultura di cui l’Europa ha bisogno. Il resto, è geografia, differenze tra stereotipi, e una serie sterminata di bellissime mete di viaggio.

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