Nell’Aula dei gruppi parlamentari un dibattito sulla grande operazione lanciata dal governo italiano con Edmondo Cirielli, Matteo Zoppas, Gilberto Pichetto Fratin e tanti rappresentanti dell’Africa
Fare squadra per mettere a terra, presto e bene, il Piano Mattei, appena presentato alla comunità globale e africana dal governo italiano. Si potrebbe riassumere in questi termini il senso del convegno Sud polo magnetico – Il Piano Mattei, tenutosi presso l’Aula dei gruppi parlamentari della Camera, organizzato e promosso dalla Camera di commercio italo-africana e dall’associazione I sud del mondo. A prendervi parte, tra gli altri, il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, il ministro degli Esteri della Tanzania, January Yusuf Makamba, il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, quello di Simest, Pasquale Salzano e il ministro dell’Ambiente e Gilberto Pichetto Fratin.
Il là ai lavori è stato dato dallo stesso Zoppas, per il quale “in un contesto in cui c’è un forte rallentamento del commercio internazionale abbiamo bisogno di trovare le opportunità future e fra queste c’è quella dell’Africa, un continente che conta un miliardo e mezzo di persone. Si tratta di un potenziale enorme, anche per il commercio estero e con il vertice Italia-Africa, abbiamo mandato un segnale molto importante dell’opportunità che abbiamo di aiutare questa realtà a crescere, anche per creare delle opportunità per noi”, ha spiegato Zoppas.
“La vittoria reciproca è fondamentale anche per il nostro futuro. Ma per cogliere questa opportunità dobbiamo lavorare tutti all’unisono, facendo sistema, il tutto considerando che l’Africa è molto importante tenendo presente che il Pil sta crescendo di 4 punti percentuali”. Il presidente dell’Ice ha poi lanciato un messaggio di fondo: “Occorre fare squadra, unire le forze, anche e soprattutto tra le aziende. Oggi vedo Sace, Simest e tanti attori. Mettiamoci a sistema per dare impulso a questa grande opportunità”.
Dal punto di vista dell’Africa, vanno registrate le parole del ministro degli Esteri della Tanzania, January Yusuf Makamba. “L’Italia si è presa un grosso rischio nell’organizzare il vertice Italia-Africa e nel presentare il piano Mattei: si è trattato di un enorme sforzo diplomatico ma la scommessa è stata vinta. Il piano Mattei vuole rispondere alle aspirazioni e alle ambizioni africane, è un piano pratico e lungimirante, che accogliamo con grande entusiasmo. Ora è il momento di aprire un nuovo capitolo e di avviare un impegno concreto di dialogo e cooperazione tra Africa e Italia”, ha detto il ministro tanzaniano, parlando di una “grande opportunità” da sfruttare.
“Ovviamente ogni piano è migliorabile, ma al momento è il meglio che si potesse fare. Tra cinque o dieci anni sarò felice di poter dire di essere stato presente in questo momento storico. Ora dobbiamo tradurre questa visione in un’attuazione concreta attraverso investimenti, commercio e scambi”.
Di giovani ha invece parlato Cirielli. “Non possiamo prendere alle future generazioni africane senza dare. Se insegniamo ai giovani africani a lavorare, ci sarà un futuro per loro. Loro hanno bisogno di istruzione, perché questo gli permetterà di crescere e di essere indipendenti. Se l’Africa sta bene, poi, sta bene anche l’Europa. Se l’Africa va a rotoli, l’Europa e l’Italia saranno le prime a pagarne le conseguenze”.
La chiusura dei lavori, invece, è stata affidata al ministro Pichetto Fratin. “La mobilità delle persone ormai è tale che non è più possibile ragionare per steccati, ma occorre ragionare per area vasta. Il Mediterraneo non può essere solo un hub di gas, ma deve integrarsi con i Paesi africani, attraverso una cooperazione strutturata. Questo è il vero ragionamento da fare, dare una possibilità all’Africa e darla anche a noi. L’Italia si propone di diventare l’Hub dell’Europa nel Mediterraneo e attraverso l’attuazione del Piano Mattei, si getteranno le basi per fornire ai nostri partner nel continente africano il supporto necessario per favorire lo scambio di risorse, tecnologia e investimenti. Il Piano Mattei vuole gettare le basi per rilanciare l’economia nazionale e del Mezzogiorno, con investimenti mirati a potenziarne le capacità recettive”.