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In Italia torna la fiducia delle imprese. Ma attenzione al Mar Rosso. La versione di Fortis

Le aziende dello Stivale sembrano aver ritrovato un po’ di ottimismo, anche e non solo sull’onda del Pnrr. Ma dal Canale di Suez in giù possono arrivare nuovi guai. Una cosa è certa, ad oggi l’Italia viaggia più veloce della Germania. Conversazione con l’economista e direttore della Fondazione Edison, Marco Fortis

Tra le imprese italiane torna la fiducia. E non può essere certo un dettaglio nel momento in cui due guerre alle porte dell’Europa e una possibile escalation in Medio Oriente, gli attacchi alle navi occidentali nel Mar Rosso sono nei fatti una propaggine del conflitto tra Israele e Hamas, offrono più di un motivo per essere di nuovo preoccupati.

Eppure, a sentire Bankitalia, l’umore va migliorando, di pari passo con le aspettative sull’inflazione che danno il costo della vita in generale ripiegamento, verso il 2,5% nel breve e il 2% nel lungo periodo. Come si spiega? Formiche.net lo ha chiesto a Marco Fortis, economista e direttore della Fondazione Edison.

“Il dato di Bankitalia può in qualche modo essere collegato a quello dell’Istat, che a dicembre ha rilevato un aumento della fiducia delle aziende italiane. In questo senso, mettendo insieme le due cose, il clima tra le imprese italiane sembra tenere. E credo che ci sia di mezzo anche il Pnrr, che attiva investimenti, con benefici anche sulle costruzioni”, spiega Fortis. “Certo, se guardiamo alla manifattura, non c’è lo stesso grado di ottimismo di altri comparti, il 2024 è iniziato in modo più lento per questo settore. Nel 2023, non bisogna dimenticarlo, l’Italia ha mantenuto una crescita superiore alla Germania, anche grazie all’export che ha confermato il nostro Paese quale sesto esportatore globale”.

Ma attenzione alle variabili, come il Mar Rosso. Qui Fortis dispensa cautela. “Credo sia prematuro fare previsioni, siamo ancora ai primi giorni di queste schermaglie. Quando sono esplose le tensioni nella Striscia di Gaza, i prezzi non hanno avuto uno shock. Anche se quell’angolo del Mar Rosso, ha un’importanza strategica per il mondo. Se si strozza il Canale di Suez un impatto ci sarà, ma per il momento potrebbe essere solo una fiammata. Una cosa è certa, non serve andare nel panico, pensare che tutto torni all’anno zero è prematuro e controproducente”.

Il discorso si sposta poi sul 2024 appena iniziato e sulle prospettive della Germania, l’economia dalla quale dipende ancora la stessa crescita europea. “Abbiamo visto le previsione dell’Ocse, che ci dice come l’Italia andrà meglio della Germania nel 2024, anche se solo di un decimale. Se dovessero essere questi i ritmi, anche nel 2025 l’Italia avrà il consuntivo migliore, perché saremo cresciuti più degli altri, anche della stessa Francia, oltre che dei tedeschi. Se uno guarda, d’altronde, la situazione attuale della Germania, c’è da mettersi le mani nei capelli”.

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