Non bastava il sorpasso indiano. Ora ci si mette anche l’export a complicare la vita alla Cina. E pensare che la fabbrica del mondo, questo il soprannome appioppato al Dragone negli ultimi decenni, ha sempre trovato nella vendita di prodotti e materie prime all’estero la propria forza motrice. Ma ora, dopo il collasso del mattone, la fuga degli investitori, la crisi delle banche e il disarcionamento da parte dell’India, anche l’export sembra tradire Pechino.
E così il 2024 si apre con cattive notizie sul fronte della bilancia commerciale per l’ex Celeste Impero. Calano, infatti, le esportazioni relative al 2023, per la prima volta in otto anni. Il surplus commerciale cinese lo scorso anno è stato di 823,2 miliardi di dollari in calo rispetto agli 877,6 miliardi di dollari del 2022. Le esportazioni per l’intero 2023 sono state così di 3.400 miliardi di dollari, in calo del 4,6% rispetto al 2022, a fronte di importazioni sono scese del 5,5% a 2.600 miliardi di dollari.
A pesare sono state, senza ombra di dubbio, le crescenti tensioni con gli Stati Uniti. La prova è nei numeri. Se le esportazioni verso l’Unione europea sono diminuite lo scorso anno del 10,2%, quelle verso l’America si sono contratte del 13,1%. E non può certo stupire che le vendite con destinazione Russia siano invece aumentate del 46,9%. Cifre che debbono aver messo una certa paura al governo cinese. Per tutta risposta la Banca centrale, la Pboc, davanti al crollo di questo caposaldo dell’economia, ha deciso di immettere liquidità nel mercato per 65 miliardi di yuan (pari a circa 9,15 miliardi di dollari).
Eppure un asso da giocare, ancora c’è. E quell’asso si chiama auto. La produzione automobilistica cinese ha stabilito un record nel 2023, grazie all’aumento delle esportazioni di veicoli elettrici e alle spedizioni in Russia che hanno colmato il vuoto creato dall’uscita dei produttori occidentali. Lo scorso anno le case automobilistiche del Dragone hanno prodotto 30,16 milioni di veicoli (contro i 27,02 milioni del 2022) , secondo i dati della China Association of Automobile Manufacturers (Caam), superando i precedenti record stabiliti nel 2017. Le esportazioni sono aumentate del 58% a 5 milioni di unità, sancendo il sorpasso sul Giappone fermo a 4,3. Una buona notizia in mezzo a un mare di cattive.