D’altronde, in questi ultimi mesi l’Italia ha confermato il trend positivo come destinazione di investimenti diretti esteri, con la realizzazione di 243 progetti solo nel 2022. La crescita del numero di progetti su base annua è stata del 17% nel medesimo anno, dato superiore rispetto a quello relativo alle tre maggiori economie europee, Germania, Regno Unito e Francia, le quali, sebbene continuino ad attrarre la maggior parte dei flussi, registrano performance al di sotto delle aspettative (Germania -1%, Regno Unito, -6% e Francia +3%).
Scannapieco è partito dal Pnrr, vera e propria pietra angolare per l’Italia. “Il Pnrr è molto più di un piano finanziario, è un’occasione di crescita unica, con la quale attrarre investimenti da tutto il mondo”, ha premesso Scannapieco. “Sarebbe riduttivo pensare che siano solo soldi messi da qualche parte. Fatta questa premessa, ci sono due aspetti su cui occorre lavorare, ovvero la burocrazia e il rilancio del Meridione”, ha spiegato l’ex vicepresidente della Bei, oggi alla guida di Via Goito.
“Un altro problema, non certo meno importante, è quello demografico, che inevitabilmente impatta sullo sviluppo del Paese. Per fortuna, però, esistono istituzioni come la Bei e Cdp. Il quale obiettivo, altro non è che quello di far incontrare mercato e Stato e consentire di far arrivare il primo o il secondo laddove non arrivano. Cassa Depositi e Prestiti è al servizio della crescita, ma non è un coltellino svizzero. Guardiamo al ritorno economico, oltre che a quello finanziario. La nostra priorità è l’esternalità che un progetto prevede, le sue ricadute economiche, sui territori, sul lavoro. Cosa che di solito un operatore commerciale non fa”, ha chiarito Scannapieco.
Ma non c’è investimento senza sicurezza, soprattutto cibernetica. E qui è stato Frattasi a dare una linea. “L’Agenzia ancora oggi fatica un pochino a far capire il suo ruolo all’esterno. Essenzialmente noi facciamo resilienza, intesa come la capacità di riprendersi nel minor tempo possibile dopo un attacco”, ha premesso Frattasi. “Il nostro compito è evitare che un attacco possa produrre danni altrove, in altri ambiti. Uno dei possibile rischi di propagazione degli effetti è per esempio quello che riguarda le banche”.
“Ma come facciamo a promuovere la resilienza nel Paese? C’è un’immaturità tecnologica, serve un veloce processo di crescita per fare in modo che il Paese arrivi a un livello di resilienza idoneo. Non mi meraviglio affatto quando leggo di aumento degli attacchi informatici, d’altro canto è cresciuta la stessa superficie digitale del Paese”, ha chiarito il prefetto al vertice della cybersicurezza nazionale.
“La sicurezza nazionale ha bisogno di una bussola, di una mappa. Penso alla possibilità di sviluppare nuova tecnologie, che ci può portare a una migliore capacità di competere sui mercati. Da questo punto di vista l’Agenzia sta lavorando e portando avanti alcuni progetti, tutti nel nome della coesione con altri organi del sistema pubblico. Proprio con Cassa Depositi e Prestiti, tanto per fare un esempio, stiamo mettendo a terra delle iniziative per le start up che vogliono investire in questo Paese. Oppure pensiamo all’Intelligenza Artificiale, che può essere utilizzata a nostro vantaggio: proprio nell’ambito del Pnrr, stiamo lavorando a un sistema che utilizzerà l’IA per comprendere la struttura della minaccia informatica stessa”.