In audizione alla Camera dei deputati, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha fatto il punto sull’ottavo pacchetto di aiuti militari da destinare a Kyiv. Per il ministro, fare un passo indietro adesso sarebbe un errore strategico, e il percorso di pace potrà iniziare solo quando smetteranno di cadere bombe sull’Ucraina, e l’unica strada è permettere al Paese aggredito di difendersi
Il sostegno all’Ucraina deve continuare finché non cesseranno gli attacchi russi, e l’Italia intende proseguire con convinzione nel sostegno a Kyiv anche tramite l’invio di sistemi d’arma per la sua difesa: “Non esiste pace giusta se un popolo aggredito non ha la possibilità di difendersi”. Questo il cuore dell’intervento tenuto dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso delle comunicazioni alla Camera dei deputati in materia di proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, durante il quale il ministro ha fatto il punto sui quasi due anni di guerra, spiegando la necessità e le motivazioni che rendono necessario prorogare gli aiuti, militari e civili, fino al 31 dicembre 2024, come previsto dal decreto.
Gli aiuti
“La strada da percorrere è ancora lunga ma sarebbe un errore strategico e politico drammatico fare un passo indietro”, ha ribadito Crosetto, per il quale è necessario continuare “con convinzione” a sostenere l’Ucraina a fronte dell’aggressione russa, nonostante le difficoltà che questa decisione potrebbe creare. Come spiegato dall’inquilino di palazzo Baracchini, “dopo sette pacchetti di aiuti militari già formalizzati”, il governo ha dato il via libera a una ottava tranche di forniture a Kyiv. Nel corso della sua disamina, il ministro ha confermato che anche questo ottavo pacchetto “è costituito da sistemi d’arma volti a rafforzare solo le capacità difensive delle forze armate ucraine”. “Allo stato attuale – ha ulteriormente dettagliato Crosetto – pensiamo di fornire [all’Ucraina] sistemi d’arma già in nostro possesso, in linea con l’attuale quadro normativo”. Il ministro ha anche annunciato che, tra le varie azioni portate avanti dall’Italia, c’è anche la manifestazione di interesse a partecipare al progetto per lo sminamento del territorio ucraino promosso dalla Lituania della Demining coailition. “L’Intelligence ucraina stima in oltre otto milioni le mine impiegate dai russi a protezione delle loro posizioni” ha spiegato Crosetto, sottolineando come le difficoltà ucraine sul campo siano anche “da imputare alla presenza di vasti campi minati”.
La situazione strategica
Come sottolineato ancora da Crosetto, “il nostro sostegno deve continuare finché non cesseranno gli attacchi russi”. Analizzando il contesto del conflitto, infatti, il ministro ha ribadito come ci sia “una nazione che ogni giorno, ogni mattina, ogni pomeriggio, ogni sera è attaccata e si deve difendere da centinaia di bombe che cadono su obiettivi civili e militari, da quasi due anni”, una situazione che ha portato al peggioramento delle condizioni di sicurezza non solo in Europa, ma anche nel globale. “Nella guerra tra Russia e Ucraina – ha detto ancora Crosetto – esiste un aggredito e un aggressore, esiste una nazione che ogni giorno bombarda obiettivi militari e civili di un’altra nazione” aggiungendo come “in questi due anni i pacchetti di aiuti militari hanno permesso di salvare decine di migliaia di vite ucraine”.
Il percorso diplomatico
Parlando delle possibilità di un percorso diplomatico verso la pace, il ministro ha voluto sottolineare come solo “quando passeranno ventiquattrore” senza attacchi e bombardamenti russi su “asili, ospedali” e altri obiettivi civili e militari, allora si potrà parlare di pace, ma “in attesa che questo accada dobbiamo impedire a quelle bombe di cadere”. Di fronte a questo scenario, “se il consesso delle nazioni decide di girarsi dall’altra parte”, allora “perderemo spazi di libertà, di democrazia e sicurezza”. “La Russia non sembra dare segni di cedimento – ha detto il ministro – e siamo consapevoli che la strada è ancora lunga e la situazione difficile ma sarebbe un errore drammatico fare un passo indietro adesso”.
L’approccio italiano verso la pace
Per questo, però l’Italia intende portare avanti “un approccio diverso”, diventando “una delle prime nazioni come quantità e qualità di aiuti” ma anche uno dei primi Paesi che ribadisce la possibilità di costruire “una strada diplomatica” per arrivare alla fine del conflitto. Per Crosetto, infatti, potrebbe essere giunto il momento “per un’incisiva azione diplomatica che affianchi gli aiuti che stiamo portando avanti perché si rilevano una serie di segnali importanti che giungono da entrambe le parti in causa” con “le dichiarazioni di diversi interlocutori russi evidenziano una lenta e progressiva maturazione di una disponibilità al dialogo per porre fine alla guerra”. Per il ministro, “il supporto della Difesa italiana, al pari di quelle di tutti gli altri paesi europei, dovrà essere da traino e sprone per l’Unione europea per creare le condizioni per avviare interlocuzioni con Mosca nella piena consapevolezza che quello in Ucraina è un conflitto sul territorio europeo”. “Ogni giorno questa guerra ci ricorda che abbiamo il dovere di difendere la libertà delle nazioni e il diritto internazionale. Ogni possibile trattativa di pace non può che partire da qui”.