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Diritti e innovazione, priorità e sfide del governo sull’IA nella mappa di Crosetto

Il ministro della Difesa, in un’intervista a Cyber Magazine, spiega perché governare il più saggiamente l’Intelligenza Artificiale è l’unica strada per salvaguardare diritti e posti di lavoro. Ma anche la sicurezza dello Stato

L’Intelligenza Artificiale in cima all’agenda del governo. A meno di sei mesi al G7 di Puglia a presidenza italiana, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, torna a ribadire l’importanza e l’urgenza di affrontare, col giusto piglio, un tema destinato a rimanere caldo per gli anni futuri. E che, volenti o nolenti, avrà le sue implicazioni sul mercato del lavoro (qui l’intervista all’ex ministro, Maurizio Sacconi). Sulla questione, Crosetto si è espresso dalle colonne di Cyber Magazine, periodico di Assintel, l’associazione nazionale delle imprese Ict.

“L’Intelligenza Artificiale – è la premessa del ministro – è tra le priorità strategiche dell’agenda del governo italiano. Come annunciato dal premier durante il recente summit di Londra proprio sull’IA, la consideriamo la più grande sfida intellettuale, pratica e antropologica di quest’epoca e sarà uno dei temi al centro della Presidenza italiana del G7 del prossimo anno”. “La volontà – ha proseguito – è quella di organizzare a Roma una conferenza internazionale su Intelligenza Artificiale e lavoro, a cui vorremmo partecipassero studiosi, manager ed esperti di tutto il mondo per discutere metodi, iniziative e linee guida sull’IA. Stiamo anche lavorando per completare il piano strategico nazionale per l’IA, costituendo un fondo specifico per sostenere le start-up italiane e comitati per studiarne l’impatto nei vari settori d’interesse”.

Crosetto entra poi nel merito, toccando anche i potenziali rischi di una scarsa governance dell’Intelligenza Artificiale. “La preoccupazione – così il ministro – è che meccanismi decisionali opachi, discriminazioni e usi impropri di questi strumenti possano costituire un’intrusione nella nostra vita privata ed essere utilizzati per atti criminali, per produrre armi, per causare danni biologici a bassa tecnologia, attacchi informatici o altro. In altre parole, costituire una minaccia per la sicurezza e la difesa dello Stato”.

“Da questo punto di vista – osserva – la sfida è quella di maturare un approccio equilibrato tra innovazione e tutela dei diritti tramite meccanismi di governance multilaterali, ricercando la definizione di regole comuni e garantire barriere etiche all’intelligenza artificiale, nell’ambito di un quadro normativo adeguato necessario a sfruttare le opportunità che l’IA può offrirci. In tal senso, sosteniamo e collaboriamo con l’Unione europea verso l’approvazione dell’Artificial Intelligence Act”.

L’intervista evidenzia poi il ruolo cruciale del ministero della Difesa nel rafforzare la sicurezza informatica e il suo impegno concreto nel tutelare le aziende italiane nel cyberspazio. “Negli ultimi anni la minaccia del settore cyber è cambiata drasticamente al punto che
il cyberspazio è divenuto un nuovo dominio di operazioni al pari dei domini tradizionali e, più recentemente, lo spazio per questo motivo, la Difesa sta accelerando i propri processi di digitalizzazione e rivedendo il suo modo di operare”.

In tal senso, “stiamo pensando a ulteriori iniziative per attrarre e rafforzare le competenze in ambito tecnologico a supporto dell’ecosistema Difesa, tra queste la realizzazione di una riserva cyber che possa coinvolgere anche le professionalità del mondo privato da attivare in caso di
evento o crisi cibernetica, a completamento delle capacità esprimibili dalla Difesa”.



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