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Draghi dopo Michel non indebolirebbe il peso italiano nella Commissione. Firmato Tacceri

Mentre a Bruxelles si lavora per trovare la quadra, in Italia molti pensano che avere Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio europeo possa penalizzare l’Italia nella distribuzione dei portafogli della prossima commissione europea, che verrà nominata dopo le elezioni europee. Ma non è così… Margherita Tacceri spiega perché

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha 48 anni e una carriera quasi esclusivamente politica. Prima di succedere a capo dell’Istituzione europea a Donald Tusk (attualmente Presidente del Consiglio in Polonia) ha ricoperto molti incarichi istituzionali: è stato ex Primo ministro del Belgio, ex sindaco di Wavre, ex ministro alla cooperazione allo sviluppo, insomma un uomo che ha fatto della politica il suo mestiere e visto che il suo mandato europeo è in scadenza ha pensato di “continuare la sua carriera politica” annunciando pubblicamente la sua candidatura alle elezioni europee previste a giugno di questo anno.

La notizia della sua candidatura ha mandato in “subbuglio” le sinistre europee, perché Charles Michel si dimetterà da presidente del Consiglio europeo in un momento in cui la Presidenza di turno della Ue toccherà agli ungheresi. In mancanza del presidente del Consiglio europeo, il premier Orban e i suoi Ministri presiederanno tutte le riunioni a livello europeo.

Da giorni nei corridoi dei palazzi del potere a Bruxelles si susseguono nomi per cercare un possibile sostituto di Charles Michel che metta d’accordo tutti, in modo da nominarlo subito dopo le dimissioni dell’attuale Presidente. Tra i nomi che circolano, si fa insistentemente anche quello dell’ex Premier italiano e rispettatissimo ex Governatore della Banca Centrale europea Mario Draghi, molto stimato nelle corti europee.

Mentre a Bruxelles si lavora per trovare la quadra, in Italia molti pensano che avere Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio europeo possa penalizzare l’Italia nella distribuzione dei portafogli della prossima commissione europea, che verrà nominata dopo le elezioni europee.

Ma vediamo come sono stati distribuiti i portafogli in passato. Mentre Donald Tusk era presidente del Consiglio europeo (2014-19) la Polonia aveva la commissaria europea per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le piccole e medie imprese Elżbieta Ewa Bieńkowska. Durante il mandato di Charles Michel (2019 – ancora in corso) al Belgio è stato attribuito il portafoglio Giustizia in mano al Commissario Didier Reynders.

Questo dimostra che un Paese piccolo come il Belgio e un Paese “nuovo” come la Polonia (ricordiamo che è entrata nel 2004 nella Ue) sono riusciti ad ottenere due portafogli importanti nonostante avessero il presidente del Consiglio europeo. L’Italia da Paese fondatore, qualora la scelta ricada su Mario Draghi, potrà sicuramente farsi valere e ottenere un portafoglio di peso nella prossima Commissione europea.



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