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Tra Orban e Trump scegliamo l’Ue. Le prossime elezioni viste da Danti (Renew Europe)

In vista degli appuntamenti elettorali di primavera e delle presidenziali americane, occorre rafforzare le forze europeiste che rappresentano un argine ai sovranismi. Conte non ha mai nascosto il suo legame con Trump: un incubo se tornasse alla Casa Bianca. E il Pd ha perso identità e vocazione. Conversazione con il capodelegazione del Terzo Polo all’Europarlamento, Nicola Danti

La risposta, tra una “sinistra sempre più radicalizzata” e i conservatori “che stanno preparandosi ad accogliere Orban nel loro gruppo” è “una forza politica pragmatica ed europeista capace di arginare le derive sovraniste”. È questa, secondo Nicola Danti, eurodeputato capodelegazione per il Terzo Polo Azione-Italia Viva al Parlamento europeo e vicepresidente del gruppo Renew Europe, l’unica via per “far crescere la nostra presenza nelle istituzioni a partire dal Parlamento Europeo” in vista delle consultazioni di primavera. Ma di scadenze elettorali fondamentali, in prospettiva, ce n’è un’altra altrettanto importante: le presidenziali americane, i cui riflessi sulla politica nazionale sembrano già farsi largo.

Si profilano all’orizzonte due appuntamenti elettorali importanti. Le elezioni europee e le elezioni in Usa. Partiamo dall’Ue. Che tipo di scenario si prospetta? Sarà una nuova maggioranza Ursula, con l’ingresso dei Conservatori?

Sappiamo che tanto del futuro dell’Unione europea dipenderà dalle elezioni di giugno. I conservatori sognano di spostare l’asse della maggioranza a destra e lo fanno strizzando l’occhio alle forze estremiste antieuropeiste come Le Pen e accollandosi leader sovranisti come Orbán. Così non fanno altro che legittimare chi rema contro gli Stati Uniti d’Europa esponendo tutti al rischio di ritrovarci un Parlamento europeo con una forte rappresentanza di antieuropeisti o ancor peggio di estremisti come gli esponenti dell’AfD tedesco. Le cito una recente valutazione, tra i 50 ed i 55 europarlamentari eletti in Italia (su 76) potrebbero essere di fatto inservibili, ovvero eletti in FdI, Lega e M5S. Ovvero in gruppi che potrebbero non concorrere per la prossima maggioranza.

La sensibilità sui competitor per le elezioni americane sta diventando oggetto di dibattito interno, con il Pd che contesta l’ambiguità di Conte. Che idea si è fatto?

Un’ eventuale vittoria di Trump sarebbe uno scenario devastante in questa situazione geopolitica, con due guerre in corso. Chi non lo vede è un irresponsabile. Specialmente se lo fa un ex premier come Giuseppe Conte. Pensare però che quella di Conte nel far finta di non scegliere fra Biden e Trump sia ambiguità è una tenerezza che io, a differenza del Pd, non concedo. Le simpatie, per di più reciproche, di Conte, per gli amici appunto Giuseppi, per il leader sovranista americano sono note. Ma capisco che per chi l’ha incoronato riferimento progressista sia un boccone difficile da digerire. In mezzo c’è l’Ucraina e lo storico rapporto tra Trump e Putin. No, non mi faccia pensare ad un ritorno di Trump alla Casa Bianca: un incubo.

Ieri c’è stata la presentazione del Piano Mattei da parte del governo. I progetti per l’Africa sono molto ambiziosi. Che impressione ha avuto?

Un’abile operazione di cosmesi, marketing elettorale allo stato puro. In pratica Giorgia Meloni ha assunto alcuni progetti già in essere, delle nostre grandi aziende, Eni in testa, e ci ha messo il cappello. Anche sugli investimenti, le cifre richiamate nei titoli, altro non sono che i fondi del capitolo sul clima voluti da Mario Draghi e altri piani esistenti per la cooperazione e lo sviluppo per l’Africa. Quindi non c’è nessuna idea nuova del Governo, anzi restano i numeri triplicati degli sbarchi ed i fallimenti del memorandum con la Tunisia e dell’accordo con l’Albania.

Quale sarà il ruolo di una formazione come Renew in un contesto polarizzato nel quale il baricentro della politica si sta spostando sempre di più verso destra, tanto in Ue quanto in Usa?

È chiaro che mentre la sinistra si radicalizza su posizioni ideologiche, Renew Europe è l’unica forza politica pragmatica ed europeista capace di arginare le derive sovraniste. Questo è il nostro compito e per questo è fondamentale far crescere la nostra presenza nelle istituzioni a partire dal Parlamento Europeo con le prossime elezioni dell’8 e 9 giugno. Eventuali voti persi da Renew, contribuirebbero, addirittura in modo determinante, al trionfo di Fratelli d’Italia. Per questo, la priorità dovrebbe essere non disperderne neanche uno.

Il caso di Ilaria Salis in Ungheria sta facendo discutere: la Farnesina ha convocato l’ambasciatore. Come inciderà questo incidente sui rapporti con il nostro Paese?

Le immagini che abbiamo visto tutti in questi giorni sono vergognose e indegne di un Paese Europeo. Così come sconcertante è leggere il linguaggio burocratese della Commissione, che sembra più orientata a non disturbare troppo Orban. L’Europa invece deve far valere i principi che tutelano la dignità umana. Ora Giorgia Meloni deve agire, mi aspetto una presa di posizione decisa dall’Italia e dall’Ue. Italia Viva, con i suoi capigruppo, ha chiesto un’informativa urgente della presidente in aula. Proprio in queste settimane il partito Conservatore di Giorgia Meloni sta lavorando per accogliere Orbán nelle sue file. Mi auguro che dopo aver visto le immagini di Ilaria Salis incatenata, chiami subito il suo amico e pretenda il trasferimento di Ilaria in Italia.

Anche a sinistra ci sono diversi malumori. L’ex Dc Castagnetti, proprio questa mattina, accusa il Pd di non essere più democratico e manifesta le difficoltà dei cattolici. Cosa sta accadendo? E, soprattutto, questa torsione a sinistra dei dem potrà erodere consensi al gruppo dei socialisti europei?

È una storia che va avanti da qualche anno, oggi sempre più evidente. Il Partito democratico ha completamente perso la sua identità e la sua vocazione. Tra gli ultimi fatti, la cancellazione delle primarie, l’alleanza alle amministrative con il M5S, proprio con quel Conte che tra Trump e Biden non sceglie, il processo a chi ha un’idea diversa da quella ufficiale, come è avvenuto in Veneto con la consigliera Bigon. In Europa, ho assistito diverse volte alla divisione dei parlamentari europei dem sull’Ucraina, in nome di una confusione che regna sovrana. Una situazione che ormai dovrebbe essere insostenibile per i riformisti che sono rimasti in quel partito.

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