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Per salvare Kyiv serve una nuova politica militare (industriale) dell’Ue

Riformare l’industria della difesa europea per poter sopperire le necessità militari dell’Ucraina. Per Gustav Gressel, senior policy fellow dell’Ecfr, è inoltre “importante l’addestramento degli ufficiali, degli ufficiali di stato maggiore e quello tattico a livello di battaglione e oltre”

L’Occidente e gli europei in particolare devono rivedere i loro regolamenti finanziari e creare economie di scala per stimolare radicalmente la produzione di droni, munizioni, veicoli da combattimento blindati e altro ancora: “Solo se assorbiranno attentamente le lezioni apprese da questa guerra [in Ucraina], gli europei saranno pronti per i tipi di confronto tra grandi potenze che stanno diventando sempre più probabili nel XXI secolo”, commenta Gustav Gressel, senior policy fellow dell’Ecfr.

Il think tank ha preparato l’analisi dello specialista di sicurezza e difesa di ambito Nato-Ue in vista della riunione del Consiglio Europeo di giovedì prossimo. La maggior parte dei dibattiti pubblici sull’assistenza dell’Unione all’Ucraina ruota adesso attorno ai 50 miliardi di euro di macro-assistenza finanziaria bloccati dall’Ungheria. Tuttavia, Viktor Orban blocca anche 20 miliardi di euro per il Fondo europeo per la pace (lo strumento finanziario dell’Ue per facilitare l’assistenza militare a Kyiv), e questo potrebbe essere ancora più dannoso.

”Quei 20 miliardi di euro dovrebbero essere un impegno a lungo termine per quattro anni, con cinque miliardi all’anno. In quanto tale, dovrebbe finanziare non solo le forniture e l’addestramento a breve termine, ma anche progetti di lunga gittata, come la cooperazione tra industria della difesa per la manutenzione e la costruzione di sistemi d’arma occidentali in Ucraina e l’aumento delle capacità dell’industria della difesa per produrre munizioni e pezzi di ricambio su ampia scala. Tutti questi impegni necessitano di finanziamenti a lungo termine per essere realizzati”, spiega Gressel.

La fornitura all’Ucraina di vecchi equipaggiamenti in eccedenza provenienti dall’Occidente finirà presto, dal momento che gli equipaggiamenti sovietici lasciati dalla transizione dei Paesi della Cee agli standard Nato sono ormai “expired” (“scaduti” dice l’esperto) e gli avanzi occidentali della Guerra Fredda e della Guerra Globale al Terrore scadranno presto. “La produzione di nuovi sistemi — prosegue Gressel — richiede molto tempo: dai 18 mesi per un obice Ceasar ai tre anni per un carro armato principale Leopard 2A8. Per consegnare di più e più velocemente, l’industria della difesa avrebbe bisogno di ordini più consistenti per finanziare l’espansione delle capacità produttive. Si sono già sprecati due anni a discutere sul da farsi o ad aspettare che la guerra si blocchi. Ma quest’ultima eventualità è improbabile e non esiste un piano di fornitura per l’Ucraina entro la seconda metà del 2024 e poi nel 2025”.

E intanto la guerra continua, con Kyiv che m, secondo dati piuttosto credibili come quello del sito specialistico Oryx, avrebbe perso in guerra 736 carri armati principali, 347 veicoli corazzati da combattimento, 835 veicoli da combattimento di fanteria, 392 veicoli corazzati per il trasporto di personale. Mezzi che per fronteggiare Mosca dovrebbero essere sostituiti (e in fretta).

La Francia, spinta anche dall’eccezionalismo con cui guarda il mondo, è stata il primo Paese a dare il via a un nuovo tipo di misure di sostegno, mettendo insieme una coalizione per finanziare 70 nuovi sistemi di artiglieria-cannone Caesar per l’Ucraina. Sarebbe opportuno creare coalizioni simili per altri sistemi d’arma necessari alle forze armate ucraine: sistemi di difesa aerea e missilistica, sistemi mobili di difesa aerea, carri armati principali, veicoli da combattimento per la fanteria, veicoli corazzati per il personale e sistemi di ingegneria di combattimento.

“L’Ucraina sta inoltre potenziando la propria industria della difesa e ha concluso diversi partenariati con le industrie della difesa occidentali (in particolare con imprese tedesche, francesi, ceche e britannico-svedesi) per la produzione di veicoli necessari e per la manutenzione dei veicoli donati dall’Occidente. Questa è la soluzione più conveniente, poiché i costi in Ucraina sono bassi e le linee di fornitura per la manutenzione breve”.

Tuttavia, i primi veicoli saranno consegnati al’inizio del 2025, e quantità maggiori di questi veicoli saranno disponibili a partire dal 2026.
La cooperazione tra industria e difesa è fondamentale per l’integrazione dei sistemi, che prevede la creazione di unità di combattimento coese con diversi sistemi d’arma. L’integrazione dei sistemi di comando e controllo ucraini e delle attrezzature per il funzionamento dei droni nei veicoli consegnati dall’Europa rappresenta una delle tante sfide di questo processo. “Inoltre, una situazione molto dinamica e una tattica di guerra elettronica in costante evoluzione richiedono un costante adattamento dei sistemi esistenti. Questo può essere fatto solo in collaborazione con le imprese locali ucraine, aggiunge Gressel. Secondo cui, “oltre ai sistemi d’arma, l’Ue dovrà aumentare l’addestramento per aiutare l’Ucraina a ricostituire le unità malconce e ad aumentare l’efficacia e la coesione delle sue unità. In particolare, è importante l’addestramento degli ufficiali, degli ufficiali di stato maggiore e quello tattico a livello di battaglione e oltre”.


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