Non sfugge che l’iniziativa italiana è rilevante anche alla luce del ruolo di Roma a cavallo tra due quadranti strategici come quello euromediterraneo e quello mediorientale, ragion per cui Tajani dopo il Libano proseguirà per Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah. La soluzione due Stati, due popoli è l’unica secondo il ministro degli Esteri
Parte dal Libano il giro di consultazioni che il ministro degli esteri Antonio Tajani ha programmato per la crisi in Medio Oriente, non solo per distendere una strategia che porti alla de-escalation, ma al contempo anche per far presente a tutti i player coinvolti che l’Italia c’è e reciterà un ruolo di primo piano sotto il profilo umanitario e strategico. Punto di partenza è il dopo conflitto, quando si spera le armi lasceranno il posto alla politica: è quello secondo il vicepremier il momento più adatto per inviare uomini e donne in uniforme per una eventuale missione Onu a comando arabo: “Sarebbe quella più giusta lì”.
In secondo luogo è stato ribadito il sostegno italiano all’allargamento del confine Libano-Israele di 7-8 chilometri, così come proposto dagli Usa per evitare tensioni: il riferimento è alla cosiddetta linea blu, la zona di interposizione tra i due Paesi in cui è impegnata la missione Unifil, a cui prende parte come è noto anche anche un contingente italiano con mille uomini.
Qui Libano
Bisogna risolvere la questione al confine tra Libano e Israele, ha spiegato il ministro presso la sede della missione militare bilaterale italiana in Libano (Mibil) a Karantina, ribadendo che “l’Italia lavora a favore della pace”. In questo senso sarà fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori in causa, israeliani, palestinesi e anche le autorità libanesi con all’orizzonte un obiettivo su tutti: un accordo simile a quello raggiunto nel 2022 sui confini marittimi. “Bisogna lavorare con determinazione, è difficile in una situazione di tensione, ma non bisogna mai rinunciare alla via della diplomazia, della pace”. La soluzione due Stati, due popoli è l’unica.
Il militare italiano che fa parte del contingente Unifil è rispettato sia dagli israeliani che da Hezbollah, ha osservato, “io sono assolutamente convinto che i militari italiani non siano oggetto di attacchi, né da una parte né dall’altra, proprio perché hanno avuto la grande capacità di essere al di sopra delle parti e di lavorare solo per la distensione, i militari italiani sono sempre apprezzati per le loro doti legate al sapersi rapportare con la popolazione civile” sempre pronti a “confrontarsi e ascoltare”.
L’azione diplomatica
Non sfugge che l’iniziativa italiana è rilevante anche alla luce del ruolo di Roma a cavallo tra due quadranti strategici come quello euromediterraneo e quello mediorientale, ragion per cui Tajani dopo il Libano proseguirà per Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah. Questa la ragione che ha esposto nei suoi incontri con esponenti governativi di primo piano, preceduti dalla visita alla Missione Mibili da cui si è collegato con il contingente italiano presso la Missione Unifil. Domani sarà la volta di incontri con le Autorità israeliane e palestinesi, oltre a quelli con l’omologo israeliano Katz e quello palestinese al-Maliki. Tajani parteciperà inoltre, in qualità di ospite d’onore, alla cerimonia annuale presso lo Yad Vashem, il memoriale della Shoah, in occasione del Giorno della Memoria.
“Sarò allo Yad Vashem per testimoniare che il nostro Paese è in prima linea, a fianco di Israele, contro l’antisemitismo. Non possono essere in alcun modo tollerati questi vergognosi rigurgiti di antisemitismo che si stanno diffondendo come conseguenza del conflitto in corso: quest’anno, ancora di più abbiamo il dovere di contrastarli ovunque, in ogni modo”.
Aspis
Ma non è tutto, perché in riferimento alla crisi nel Mar Rosso ha aggiunto che per una missione europea non sarà necessario il voto in parlamento. Il riferimento è ad una “missione che copra tutta l’area, da Hormuz a Suez, cambiando le regole d’ingaggio”, ha specificato, osservando che Roma prende parte all’operazione “Prosperity Guardian”, a guida statunitense “in linea politica”.
La prossima settimana Tajani illustrerà i dettagli del consiglio europeo alle commissioni riunite esteri e difesa per cui una eventuale via libera per l’avvio operativo della missione potrebbe essere presa durante uno dei Consigli di inizio febbraio. “È nostro interesse economico proteggere quel traffico. Circa il 40 per cento del Pil italiano è costituito dall’export, quindi dobbiamo rendere competitivi i nostri prodotti”.