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L’amore per i palestinesi è solo l’altra faccia dell’antisemismo. L’intervento di Cazzola

È sempre antipatico ed un po’ cinico fare dei confronti sul numero dei morti nei vari conflitti sparsi sulla terra e in quel teatro. Ma io vorrei capire perché le vittime civili ucraine non suscitano lo sdegno e le proteste che si sono diffuse in Europa e negli Usa in solidarietà acritica verso i palestinesi. L’opinione di Giuliano Cazzola

Mi sono chiesto più volte e sempre più frequentemente se ci sia una particolare gerarchia dei c.d. civili, coinvolti in azioni di guerra. E per quale motivo i civili palestinesi della Striscia di Gaza occupano di gran lunga il primo posto.

La popolazione civile finisce per essere – nelle guerre moderne – la vera vittima dei conflitti, anche se gli armamenti in una certa misura sono in grado di colpire obiettivi mirati. Nella Seconda guerra mondiale i bombardamenti erano rivolti proprio alla popolazione civile per fiaccare il morale di un Paese nemico. La Germania cominciò a perdere la guerra quando la sua aviazione non fu più in grado di difendere il territorio, gli obiettivi militari e le città. Dresda non era un obiettivo militare, ma subì pochi mesi prima della fine del conflitto e la resa della Germania un bombardamento spietato di cui non si è mai saputo con precisione il numero delle vittime (anche perché in quella città erano confluiti migliaia di profughi provenienti da altre località più esposte ai bombardamenti). Ma il numero dei morti in quel bombardamento tradizionale non fu minore – a parte le conseguenze delle radiazioni – di quello atomico su Hiroshima e Nagasaki.

Gli orrori della Seconda Guerra mondiale hanno indotto le autorità internazionali a stabilire regole che, in caso di conflitto, prevedono un particolare riguardo per la popolazione civile. Eppure le sofferenze dei civili finiscono per essere inevitabili, soprattutto quando nella Striscia di Gaza i morti favoriscono gli obiettivi di Hamas. Questa organizzazione terroristica, dopo l’azione del 7 ottobre, non poteva non aspettarsi la reazione israeliana. Anzi era consapevole che Israele, invadendo la Striscia si sarebbe infilato nel cul de sac dell’isolamento internazionale anche da parte dei suoi stessi alleati, perché le democrazie hanno un’opinione pubblica a cui rispondere dei loro atti. Per di più Israele non può essere insensibile al ricatto delle persone prese in ostaggio, i cui famigliari ed amici sono oggettivamente un handicap per l’azione militare.

È sempre antipatico ed un po’ cinico fare dei confronti sul numero dei morti nei vari conflitti sparsi sulla terra e in quel teatro. Ma io vorrei capire perché le vittime civili ucraine non suscitano lo sdegno e le proteste che si sono diffuse in Europa e negli Usa in solidarietà acritica verso i palestinesi. Anche in Italia il governo – sia pure con qualche ritardo – è riuscito ad evitare che la Giornata della memoria si trasformasse in un’occasione di lotta pretestuosamente contro Israele e per i più raffinati contestatori contro il sionismo, quando è ormai chiaro –purtroppo – che il motore vero delle manifestazioni è l’antisemitismo, fino al punto che gli ebrei in Italia come in Europa temono per la loro incolumità e, nei fatti, è stato impedito loro di celebrare pubblicamente la Shoah.

Non si dimentichi mai che in Ucraina quando si scoprirono i massacri di Bucha, in Italia, ci furono personaggi invitati in tutti i talk show televisivi che si sforzavano di dimostrare che in realtà quella strage poteva essere una montatura orchestrata per mettere in difficoltà l’esercito russo. Non c’è differenza tra le devastazioni di tante città ucraine e quelle di Gaza. Andando indietro di qualche anno non risulta che qualcuno si sia mobilitato quando centinaia di migliaia di siriani cercavano scampo dalla guerra chimica scatenata dal dittatore Hassad spalleggiato dalla Russia. Nessun movimento Me Too si prende la briga di solidarizzare con le donne iraniane giustiziate sommariamente o delle donne afghane riportate ad un regime di patriarcato “reale’’ che le priva di ogni diritto.

Quali motivi hanno indotto tanti nostri concittadini e tante donne a rimuovere gli orrori del 7 ottobre? Nessuno trova nulla di strano nella città sotterranea costruita sotto Gaza di cui abbiamo visto le immagini? Come si fa a sostenere che quella popolazione è innocente, quando era chiaro che Hamas adoperava i fondi della solidarietà internazionale per il sostegno e lo sviluppo, al solo scopo di combattere Israele? Non sono i palestinesi che subiscono un genocidio, è Israele che combatte per la sua esistenza, quando in giro per il mondo circola lo slogan ‘’Palestina libera dal fiume al mare’’.

Da dove nasce questo amore per i palestinesi, che è la popolazione più assistita al mondo? Oggi abbiamo scoperto che l’Agenzia dell’Onu Unrwa riceve aiuti dai più importanti Paesi compresa l’Italia, che nella Striscia ha più di 12 mila dipendenti impegnati nell’assistenza a quella popolazione (alcuni sono stati licenziati quando si è scoperto che avevano collaborato al massacro del 7 ottobre). Mi sono dato una risposta: l’amore viscerale per i palestinesi è solo l’altra faccia della medaglia dell’odio atavico per gli ebrei che, dal 7 ottobre ad oggi, è venuto allo scoperto senza più infingimenti. Ma è così difficile pretendere da quanti manifesteranno oggi che, insieme a quella del cessate il fuoco, venga aggiunta la richiesta di liberare gli ostaggi senza condizioni? Saranno o no altrettanto innocenti dei civili palestinesi? Netanyahu sbaglia? Ma è contestato prima di tutto in patria dai suoi concittadini che sono liberi di farlo perché Israele è una democrazia. Chi lo critica – lo ha fatto anche Sergio Mattarella – perché non crede più alla dottrina dei “due popoli, due Stati’’ (rifiutata anche da Hamas), dovrebbe leggere un breve saggio di un eminente storico slavista francese, Nicolas Werth (Putin historien en chef). Vi sono raccolti i testi di scritti e discorsi di Vladimir Putin dove emerge quale destino riserverebbe ai civili ucraini in caso di vittoria: “I nazisti che hanno preso le armi devono essere distrutti il più possibile sul campo di battaglia (…) I criminali di guerra e i nazisti attivi devono essere puniti in modo sommario ed esemplare. È necessario procedere a una liquidazione totale. Tutte le organizzazioni che si sono legate alla pratica del nazismo devono essere eliminate e messe al bando’’. Poi ecco la teorizzazione del (vero) genocidio per punire una sorta di peccato originale: quello di essere ucraini. “Tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche una parte significativa della massa di persone che sono nazisti passivi, collaboratori del nazismo. Hanno sostenuto e assecondato il governo nazista’’. Putin si riferisce ai civili. E quanti sono i civili massacrati in Ucraina? Ma evidentemente sono “meno uguali’’ dei palestinesi della Striscia.


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