Dopo i bilaterali di Meloni con Saied e Dabaiba, il ministro Piantedosi va in Algeria. Ecco l’interesse delle imprese per l’iniziativa italiana che per questo primo anno “correrà” in parallelo al G7
Un modello, un metodo ma anche un progetto concreto. Il Piano Mattei, dopo la presentazione delle linee guida avvenuta in occasione del vertice Italia-Africa ospitato a Roma, è interessato ora dalla fase due, che correrà in parallelo al G7 a guida italiana e intrecciandosi con le agende dei Paesi coinvolti. I bilaterali di Giorgia Meloni a margine del vertice, la visita del ministro Piantedosi in Algeria, i dialoghi con la sponda nord africana di varie realtà associative e imprenditoriali italiane rappresentano l’inizio ufficiale del piano.
Qui Libia
Punto di partenza il bilaterale con il primo ministro del governo di unità nazionale libico, Abdulhamid Dabaiba. L’Italia da tempo sta mettendo in campo una serie di sforzi per favorire la normalizzazione istituzionale del Paese, in virtù di elezioni libere e democratiche. Anche di questo si è discusso, accanto al focus su migranti e partenariato in ambito energetico. Esattamente un anno fa la visita a Tripoli del premier italiano (assieme al numero uno dell’Eni Claudio Descalzi) pose nuove basi di cooperazione tra le due rive del Mediterraneo: nello specifico venne siglato un patto sul gas e Meloni mise l’accento sulla necessità di fare “più sforzi contro migrazioni irregolari dalla Libia”. L’accordo da 8 miliardi di dollari per aumentare la produzione di gas a favore del mercato interno libico si intrecciava, nelle intenzioni dei firmatari, con l’esigenza geopolitica di garantire l’esportazione in Europa.
Dal vertice Italia-Africa dunque Dabaiba ha sottolineato la possibilità che la Libia allarghi la cooperazione alle fonti rinnovabili, il tutto all’interno della cornice rappresentata dal Piano Mattei per l’Africa. Per suggellare il momento Giorgia Meloni ha nuovamente evidenziato la vicinanza italiana al lavoro del Rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu, Abdoulaye Bathily, per giungere ad elezioni il più rapidamente possibile.
Tra l’altro l’Italia sostiene il governo libico nel progetto pilota per il riciclo della plastica e dei rifiuti solidi urbani nella Greater Tripoli Area.
Qui Algeria
Le relazioni italo-algerine non solo prevedono la visita ufficiale in loco oggi del ministro degli interni Piantedosi, ma anche il dialogo tra i segretari generali della Difesa, Luciano Portolano e Mohammed Salah Ben Bicha all’interno del programma di cooperazione militare italo-algerina. Ieri infatti Algeri ha ospitato i lavori della 14esima sessione della commissione di cooperazione negli ambiti tecnico-militari e dell’industria della difesa, mettendo l’accento sui risultati ottenuti nel 2023 e sugli obiettivi per l’anno appena iniziato.
Qui Tunisia
Non un accordo mai nato, ma il primo tempo di ciò che in seguito è stato disteso altrove, come in Albania: l’iniziativa italo-europea in Tunisia, che portò in loco il numero uno della Commissione Ue Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e il premier olandese Mark Rutte è stato ricordato nel bilaterale Meloni-Saied, con all’orizzonte il ventaglio di progetti che il Piano Mattei intende realizzare. Al primo punto il sistema di depurazione delle acque per irrigare un bacino di circa otto mila ettari e la creazione di un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare, e al contempo proseguire nella partnership per limitare i flussi migratori.
Qui Somalia
Da ricordare il ragionamento fatto dal presidente somalo, Hassan Sheikh Mohamud, intervenuto ieri ad un incontro con la fondazione Med-Or a Roma, secondo cui “non esiste un solo Paese al mondo che conosca la Somalia quanto la conosce l’Italia, per questo auspichiamo che si torni ad avere un rapporto uno a uno tra il popolo somalo e quello italiano”.
Puzzle italiano: la Cna
Ma come ha reagito il mondo delle imprese al movimentismo del governo? Cna esprime grande interesse per il Piano Mattei, in occasione del Forum italo-congolese per gli scambi tra artigiani e Pmi, organizzato a Roma con la partecipazione del capo di Stato Denis Sassou Nguesso. Un’occasione di analisi e confronto con l’infrastruttura economica della Repubblica del Congo, fatta da micro imprese e artigianato. Nella tre giorni di incontri e dibattiti del Forum è emerso l’interesse della Cna al progetto meloniano, che andrà concretizzato solo attraverso il contributo del tessuto imprenditoriale.
Del ruolo italiano nel contesto africano discuterà anche il Movimento cristiano dei lavoratori (Mcl) che nel prossimo fine settimana celebrerà il suo congresso con l’intervento del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, del Sottosegretario alla Presidente del Consiglio Alfredo Mantovano e del Cardinale Matteo Zuppi. All’attenzione del congresso anche il progetto del servizio civile internazionale in vista del Piano Mattei.