La Nasa e Lockheed Martin presentano l’X-59, un jet supersonico progettato per ridurre il “boom” sonico e, potenzialmente, riaprire il volo commerciale oltre Mach 1. Il jet sperimentale ora sorvolerà alcune località degli Usa per raccogliere i dati degli abitanti
La Nasa, in collaborazione con Lockheed Martin, ha presentato a Palmdale, in California, l’X-59, un innovativo jet supersonico progettato per ridurre il “boom” sonico che si verifica durante il volo supersonico. L’aereo fa parte della missione Quiet supersonic technology (Quesst) della Nasa, il cui obiettivo è che l’X-59 generi un “boato” della stessa intensità del “suono della chiusura della portiera di un’auto”. I jet supersonici tradizionali, infatti, producono dei veri e propri boati nel momento in cui infrangono la barriera del suono, un effetto dovuto generato dalle onde d’urto create dal velivolo stesso all’interno del fluido in cui è immerso (nel caso di un aereo, l’aria dell’atmosfera). Questi boati possono persino danneggiare gli edifici, oltre ad allarmare persone e animali.
I problemi del sonic boom
Un effetto di cui si è tenuto conto anche per quanto riguarda le norme che regolano i voli supersonici. I jet militari, per esempio, non possono volare a velocità supersonica su aree popolate, se non in situazioni di emergenza. È capitato più volte – anche in Italia – che i jet da combattimento fatti decollare per intercettare aerei che non rispondevano alle comunicazioni, abbiano provocato il panico nelle aree circostanti il luogo del boom sonico, scambiato per la detonazione di una bomba. Una misura simile limitava al trasvolo dell’Oceano la parte supersonica del volo del Concorde, l’aereo da trasporto supersonico prodotto dal consorzio anglofrancese formato da British Aerospace e Aérospatiale.
L’X-59
Per costruire un jet supersonico più silenzioso, gli ingegneri hanno dovuto eliminare il parabrezza. Più di un terzo dei trenta metri di lunghezza dell’aereo è costituito da una sezione del muso di undici metri e mezzo. Una sezione del muso così lunga avrebbe comunque impedito la visuale al pilota da un parabrezza. I piloti, quindi, si affideranno invece al cosiddetto Sistema di visione esterna (Xvs) che utilizza telecamere rivolte in avanti e display della cabina di pilotaggio per navigare. Un singolo motore della General Electric Aviation fornisce la potenza all’X-59. Può raggiungere una velocità di 1,4 Mach (1.500 km/h) a un’altitudine di oltre 16mila metri. Il jet sperimentale intraprenderà una campagna di ricerca, sorvolando aree residenziali selezionate per raccogliere dati su come il pubblico sperimenta e reagisce ai tonfi sonici ridotti al minimo.
Il ritorno del Concorde?
L’obiettivo dell’esperimento, però, non è di carattere militare, quanto piuttosto civile. Una delle grandi limitazioni ai voli del Concorde, soprattutto negli Stati Uniti, fu la forte preoccupazione dei cittadini verso i possibili fastidi derivanti dal suo boom sonico. Ridurre questo effetto potrebbe così riaprire il volo commerciale supersonico. Tuttavia, in un’epoca segnata dallo sviluppo di tecnologie ipersoniche e dei voli suborbitali, le criticità non mancano. “La sfida tecnologica del supersonico civile è affascinante, e non c’è dubbio che le risorse della Nasa possano aiutare a compiere un importante passo avanti nel risolvere il problema del rumore” ha spiegato ad Airpress Gregory Alegi, professore di Politica degli Usa all’università Luiss, storico ed esperto aeronautico, che ha aggiunto come “restano altri problemi, a partire dai consumi elevati e dalle modeste capacità di carico, che caratterizzano il trasporto aereo supersonico come mezzo elitario e inquinante, in un momento in cui si guarda piuttosto alla compatibilità ambientale, alla lotta contro i privilegi, alla riduzione dei viaggi non necessari”. Il rischio, ha continuato Alegi “è quindi che l’X-59 risponda a una domanda che guarda al passato anziché al futuro. Un po’ come l’Airbus A380, risposta brillante all’inesistente domanda per un successore del Boeing 747”.