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L’Ue chiede (anche) il contributo delle aziende per salvaguardare il mercato digitale

La commissaria Margrethe Vestager ha lanciato due iniziative per coinvolgere tutte le parti che lavorano nel mondo tecnologico, chiedendo il loro parere per migliorare le storture nel sistema. Si tratta dell’ennesima presa di coscienza da parte di Bruxelles sulla crucialità del momento. Ma un altro progetto che guarda al futuro è stato promosso in Italia grazie al think tank Aware

“I mondi virtuali e l’intelligenza artificiale generativa si stanno sviluppando rapidamente. È fondamentale che questi nuovi mercati rimangono competitivi e che nulla ostacoli la crescita delle imprese e la fornitura dei prodotti migliori e più innovativi ai consumatori”. Pertanto, “invitiamo le imprese e gli esperti a segnalarci qualsiasi problema di concorrenza che possano percepire in questi settori, monitorando attentamente le partnership di IA per garantire che non distorcano indebitamente le dinamiche di mercato”. Con queste parole, la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager ha annunciato il lancio di due iniziative con cui l’Unione europea intende coinvolgere le aziende e chiunque operi nel settore dell’intelligenza artificiale e, più in generale, dell’alta tecnologia a condividere le loro esperienze e le loro idee su come migliorare il diritto alla concorrenza. L’obiettivo è ovviamente la salvaguardia di un mercato in forte crescita ed espansione.

Tutti gli interessati hanno tempo fino al prossimo 11 marzo per presentare la richiesta, relativa a entrambe le iniziative o solamente per una delle due.

Non che Bruxelles stia rimanendo immobile di fronte alla rivoluzione in corso. Un esempio concreto è il Digital Markets Act e il Digital Services Act, a cui si aggiunge l’ufficioso AI Act che verrà votato in primavera. Non finisce qui, perché le istituzioni europee hanno raccolto la sfida tecnologia. Qualche mese prima, a luglio scorso era stato pubblicato il report “Communication on Web 4.0 and virtual words”. D’altronde è impossibile prendere sotto gamba l’argomento, specie perché gli investimenti di venture capital nel settore dell’IA effettuati in Europa hanno superato la cifra di 7,2 miliardi di euro nel 2023. La dimensione del mercato digitale, invece, avrebbe raggiunto gli 11 miliardi. E siamo solo all’inizio.

Per istruire i nuovi esperti di domani, il think tank italiano Aware ha presentato ieri il suo progetto di formazione che partirà sabato 10 febbraio. Lo ha fatto nella Sala Stampa della Camera dei Deputati alla presenza di Luca Squeri, responsabile del Dipartimento Energia di Forza Italia, di Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione e capogruppo in commissione trasporti, e Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di Missione per il Pnrr presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.  Ad oggi, può vantare il patrocinio del Consiglio Nazionale Giovani (CNG) e dell’Associazione Italiana Esperti Infrastrutture Critiche (AIIC). Cinque incontri per altrettante settimane, che si concluderanno il 9 marzo. Durante queste giornate si alterneranno esperti, tecnici e professori universitari per esaminare più approfonditamente tematiche legati ai temi dell’idrogeno e della cybersicurezza.

Come ha spiegato Andrea Fedeli, co-fondatore e direttore formazione e risorse umane di Aware, l’Associazione è da anni impegnata nell’analisi delle dinamiche che interessano gli ambiti della trasformazione digitale e dello sviluppo sostenibile Per questo, “l’Academy ha l’ambizione di diventare un momento di confronto annuale per contribuire a creare consapevolezza e conoscenza sui principali temi in ambito tecnologico-digitale e energetico-ambientale e per dare ai giovani, gratuitamente, l’opportunità di avere uno strumento in più per affrontare le sfide e cogliere le opportunità del nostro tempo”.

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