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Ue-Usa, Ttc sottotono? Ombre tra acciaio ed elezioni 2024

I funzionari europei sono a Washington per la quinta riunione del Consiglio commercio e tecnologia. Ma tra questioni irrisolte (vedi alla voce acciaio e alluminio) e gli appuntamenti elettorali che incombono su entrambe le sponde dell’Atlantico, ci si aspettano pochi risultati di rilievo. Ecco perché la convergenza rimane fondamentale

La quinta riunione del Consiglio commercio e tecnologia (Ttc) tra Stati Uniti e Unione europea è in agenda per la giornata di martedì, fuso orario della costa Est statunitense. Questo forum semipermanente è nato nel 2021, periodo di riavvicinamento dopo i tumulti della presidenza di Donald Trump, affinché Bruxelles e Washington potessero allineare i rispettivi approcci e approfondire la relazione in una serie di ambiti cruciali. Il formato prevede due appuntamenti all’anno, ma ultimamente sembra perdere di vigore: quello in corso si sarebbe dovuto tenere a dicembre 2023, ma la combinazione di crisi internazionali e mancanza di progressi ha convinto gli addetti ai lavori a rimandarlo a fine gennaio 2024.

Le aspettative per i risultati sono in linea con le premesse quantomeno anemiche di questo quinto incontro. I commissari europei alla concorrenza e all’economia, Margrethe Vestager e Valdis Dombrovskis, sono nella capitale statunitense; dovrebbero incontrare il segretario di Stato Antony Blinken, la segretaria al Commercio Gina Raimondo e la rappresentante al Commercio Katherine Tai al dipartimento di Stato. Questi protagonisti parteciperanno anche a degli eventi esterni: Vestager e Raimondo all’Atlantic Council e Dombrovskis alla Camera di commercio Usa, mentre i due europei andranno in coppia al Center for Strategic and International Studies nella giornata di mercoledì.

Ove in passato queste riunioni sono diventate vertici di alto profilo, foriere di risultati importanti, ci si aspetta che la riunione di martedì sia poco più che una riunione informale. Niente comunicati ufficiali di fronte alla stampa, solo una serie di incontri di contorno: il senso della giornata è fare il punto su una serie di dossier e annunciare il prossimo incontro, che dovrebbe tenersi ad aprile in Belgio e portare risultati più consistenti. Non esattamente il meglio per un evento che dovrebbe dimostrare la qualità della cooperazione transatlantica, come rilevava Mark Scott di Politico.

Quest’ultimo prevede che i protagonisti si concentreranno sui risultati raggiunti finora in grembo al Ttc, come la coordinazione sulle sanzioni e la cooperazione sullo sviluppo di standard di telecomunicazioni (leggi: 6G), ma anche il codice di condotta del G7 sulle aziende che sviluppano sistemi di intelligenza artificiale generativa, idea nata proprio all’ultima riunione del Ttc, quella di maggio 2023 in Svezia. Dalle parti di Washington, degli addetti ai lavori europei parlano di progressi sulla digitalizzazione delle dogane per agevolare lo scambio commerciale tra le due economie più importanti al mondo.

A gravare sul quinto incontro è lo stesso genere di stallo che ha fatto deragliare le prospettive del quarto e limitato i progressi del terzo. Ci si aspettava un accordo sulle materie prime critiche (utile anche per risolvere la diatriba dei sussidi Ira) sotto forma di un “club di acquisto” che avrebbe portato gli alleati a rinforzare insieme le catene di approvvigionamento e limitare la presa cinese sul settore. Uno sforzo in quella direzione è in atto in altri contesti, ma un accordo del genere sarebbe dovuto arrivare a valle di un’intesa equivalente su acciaio e alluminio. Irritanti dell’era Trump, irrisolti anche sotto la presidenza di Joe Biden: la soluzione è ancora rimandata per via delle divergenze tra Bruxelles e Washington su come meglio combinare decarbonizzazione e strategia.

Con ogni probabilità i partecipanti al Ttc di Washington evidenzieranno il lavoro in corso sul commercio sostenibile, sugli standard per i veicoli elettrici e sulle materie prime critiche, sul lavoro congiunto in risposta alla disinformazione sui social, specie nel contesto della crisi mediorientale, e sugli sforzi comuni per controllare la catena del valore dei semiconduttori. Ma non ci si aspetta che lo stallo su acciaio e alluminio si possa risolvere entro l’anno. Sia Ue che Usa hanno in programma delle elezioni – giugno e novembre rispettivamente – e il dossier che più simboleggia le difficoltà di allineamento passerà nelle mani delle prossime amministrazioni. Prospettiva poco rosea in caso di una vittoria di Trump.

Non si parlerà nemmeno di come rendere il Ttc più istituzionalizzato, cosa che andrebbe fatta urgentemente, come sottolinea il Center for European Policy Analysis. Il forum transatlantico può contribuire a ridurre i rischi se riformato e rafforzato: serve snellirlo e dedicarlo a pochi obiettivi, realistici ma ambiziosi, e coinvolgere un’ampia gamma di parti interessate, dal Parlamento Ue e il Congresso Usa ai leader aziendali.

“Nel merito, il Ttc deve allineare le due potenze su questioni spinose e non rifuggire dal disaccordo. Rappresenta una piattaforma ideale per forgiare una posizione comune su come operare il de-risking dalla Cina, creare una nuova alleanza transatlantica per le tecnologie verdi che limiti i sussidi nazionali alle tecnologie pulite e costruire una catena di fornitura di semiconduttori comune”. E nonostante gli approcci divergenti nel campo della regolamentazione dell’IA, Ue e Usa “possono ancora costruire dei guardrail che garantiscano un uso sicuro di questa tecnologia innovativa”.



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