In vista del viaggio di Giorgia Meloni da Justin Trudeau il prossimo 2 marzo, spiccano alcuni elementi legati alla geopolitica euroatlantica a fare da raccordo sull’asse Roma-Ottawa
Nel 2022, l’Italia e il Canada hanno celebrato il 75° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche bilaterali, inoltre il tema della presidenza G7 unisce ulteriormente i due Paesi: quest’anno la presidenza tocca all’Italia e nel 2025 sarà raccolta dal Canada. Le relazioni tra i due Paesi, già solide, sono state ulteriormente rafforzate dalle policies post aggressione russa all’Ucraina. E in questo senso proprio il passaggio del testimone della guida G7 sarà visto come un elemento di prosecuzione ideale e materiale tra Roma e Ottawa. Appunti di viaggio prima della visita di Giorgia Meloni in Canada.
Gli accordi
Italia e Canada sono accomunate da una serie di accordi ed intese che riguardano i settori della difesa, della geopolitica, del commercio. Va ricordata in primis la partecipazione al G7 e al G20; in secondo luogo la partecipazione congiunta a tutte le missioni militari all’estero che si sono tenute in Afghanistan, Iraq, Ucraina; alla voce scambi commerciali va citato l’accordo quadro del 1976 che è stato il più significativo. Nel 2021 il Canada, membro dell’Agenzia spaziale europea, ha raggiunto con l’Italia un protocollo d’intesa per cooperare nell’esplorazione e nell’utilizzo dello spazio.
Inoltre nel 2022 Italia e Canada, in applicazione del Ceta, hanno concluso un accordo sulla mobilità giovanile e immigrazione d’affari, che si somma alla collaborazione nella ricerca scientifica che si concretizza nei legami tra università.
Lo scorso 31 ottobre, in occasione di una conversazione telefonica, i due leader avevano messo a fuoco gli sviluppi a Gaza, confermando il comune impegno per evitare un’estensione del conflitto con l’obiettivo di arrivare ad un immediato rilascio degli ostaggi e la creazione di corridoi umanitari a sostegno della popolazione civile. In quell’occasione avevano evidenziato l’esigenza di avere uno stretto raccordo tra l’entrante Presidenza italiana del G7 e quella successiva canadese.
Made in Italy
La crescita del Made in Italy in Canada è stata costante, in modo particolare tra il 2019 e il 2022 quando ha fatto segnare un più 27,7% di valore esportato, accanto ad un incremento complessivo dell’export italiano quantificato da Eurostat in +61% tra il 2016 e il 2022. Numeri che sono stati corroborati dai dati diffusi da Statistics Canada, secondo cui le esportazioni di beni italiani in Canada nel 2022 sono cresciute del 15,4% rispetto ai dodici mesi precedenti. Il segno positivo ricorre anche nel 2023 con il 10,5% in più delle esportazioni fatte registrare nel primo semestre dello scorso anno. Il tutto ha permesso all’Italia si sorpassare la Corea del Sud tra i maggiori partner del Canada: attualmente Roma è sesta (preceduta da Stati Uniti, Cina, Messico, Germania e Giappone).
Uno strumento che favorisce la penetrazione delle imprese italiane in Canada è stato costruito da CdP tramite Simest S.p.A, società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, con due azioni: da un lato una linea di finanziamenti agevolati e dall’altro di prestiti partecipativi.
Ceta
Il Comprehensive Economic and Trade Agreement è un accordo globale, entrato in vigore a titolo provvisorio il 21 settembre 2017 e ratificato da una serie di Paesi come Austria, Croazia, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia (in Francia è stato ratificato solo dall’Assemblea Nazionale). L’obiettivo è far cadere i dazi doganali, regolamentando ua serie di ambiti come settori farmaceutico, automotive, proprietà intellettuale, investimenti, appalti, riconoscimento qualifiche professionali. L’accordo ha permesso il riconoscimento di 41 IG italiane che corrispondono a oltre il 90% del valore delle esportazioni di IG italiane in Canada.
Nello specifico, i prodotti canadesi soggetti a un’eliminazione graduale delle tariffe comprendono autoveicoli, navi, orzo e malto, zucchero raffinato, fecola di patate, fiori. Quelli europei autoveicoli, alcuni prodotti ittici, zucchero greggio e raffinato, taluni cereali.
A far segnare buone performances i prodotti dell’agrifood, che accusano un aumento del 62% delle esportazioni agroalimentari dell’Ue verso il Canada e del 52% delle importazioni degli stessi prodotti dal Canada dall’inizio dell’applicazione dell’accordo Ceta. Infine la forza lavoro: i posti di lavoro sostenuti dalle esportazioni dell’Ue verso il Canada è passato da 624mila nel 2017 a oltre 700mila fatti registrare nel 2021.
Iniziative
In Canada vi sono circa un milione e mezzo di italiani, un dato che negli ultimi 12 mesi è cresciuto di quasi mille unità a dimostrazione di una sorta di corridoio naturale tra i due Paesi, nonostante la distanza di migliaia di chilometri. In Italia di contro ci sono 20 mila canadesi. Annualmente l’ambasciata canadese a Roma dà vita al Premio Canada-Italia per l’Innovazione, quest’anno giunto alla dodicesima edizione, per implementare le relazioni tra i due Paesi nel settore dell’innovazione, offrendo l’opportunità a start-up, ricercatori, scienziati o professionisti di avviare iniziative di collaborazione.