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La Commissione europea apre il suo Ufficio IA. Ecco a cosa serve

Il braccio esecutivo dell’Ue mantiene la sua promessa. Il centro avrà il ruolo di supervisionare le regole comunitarie generali e sviluppare tecnologie sicure e affidabili. Lo farà insieme a una serie di esperti della comunità scientifica e con l’aiuto del settore (anche) privato

Così come aveva promesso, la Commissione europea ha aperto il suo Ufficio dedicato all’intelligenza artificiale. Sarà operativo a partire da oggi, come ha dichiarato il braccio esecutivo dell’Unione europea. “Il centro di competenza si occuperà di monitorare e far rispettare le regole per i modelli di intelligenza artificiale di uso generale, rafforzare lo sviluppo e l’utilizzo di IA affidabili e promuovere la cooperazione con i paesi dell’Ue e la comunità di esperte”, ha scritto sul suo profilo X.

Si tratta di un ulteriore passo in avanti da parte del gruppo dei 27, che in tema tecnologico stanno correndo più degli alleati (Stati Uniti) e dei rivali (Cina). L’Ufficio infatti rientra all’interno dell’AI Act, il pacchetto di regole in via di approvazione definitiva, e si occuperà di monitorare e far rispettare le leggi europee nei suoi termini generali, creare codici di condotta, linee guida e strumenti di valutazione correlati, incoraggiare l’adozione di un’intelligenza artificiale affidabile su tutto il territorio comunitario, diventare l’organo di riferimento della diplomazia europea in tema IA nelle sedi internazionali. In termini di supporto e coordinamento, l’Ufficio dovrà istituire un centro di cooperazione con la comunità open source, così da rendere sicuri e sostenibili i suoi sistemi.

Un compito tutt’altro che secondario e privo di rilevanza, in estrema sintesi, per cui saranno selezionati un centinaio di profili, con le assunzioni che inizieranno nelle prossime settimane.

Collaboreranno con una serie di esperti e istituzioni. L’Ufficio, come si legge sul sito della Commissione, lavorerà a stretto contatto con il Comitato europeo per l’intelligenza artificiale, formato da rappresentanti degli stati membri e con il Centro europeo per la trasparenza algoritmica (Ecat). Ci sarà poi un Panel composto da membri della comunità scientifica, coadiuvato da un forum consultivo in cui convoglieranno esperti dell’industria, startup, Pmi, mondo accademico, think tank e altre associazioni civili.

Bruxelles dunque accelera verso la creazione di un ecosistema sostenibile e affidabile in cui lasciar esprimere al meglio il progresso tecnologico. I mesi che ha davanti, tra elezioni e intricate sfide geopolitiche, rappresentano il banco di prova perfetto per testare la resistenza delle sue strutture di difesa.

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