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Nulla osta di sicurezza, le novità a Tokyo riguardano anche Roma

Il governo giapponese sta lavorando a un aggiornamento del sistema adottando un modello binario per avvicinarsi alla Nato. La svolta interessa anche l’Italia considerato il Gcap, programma per il jet di nuova generazione

Il governo giapponese presenterà nelle prossime settimane un disegno di legge per dotare il Paese di un nuovo sistema binario di nulla osta di sicurezza. Lo riporta il giornale Nikkei. L’aggiornamento avrà lo scopo di evitare che le aziende giapponesi perdano opportunità commerciali e avvicinare il Giappone e la Nato.

Come raccontato in precedenza su Formiche.net, la svolta interessa anche l’Italia. Sia sul piano bilaterale visto che, dopo il rafforzamento della relazione diventata un anno fa partenariato strategico, la condivisione di intelligence ha un ruolo centrale a livello industriale e sui dossier di sicurezza nazionale. Sia per quanto riguarda il programma, che coinvolge anche il Regno Unito, per la realizzazione di un aereo da combattimento stealth di sesta generazione (Global Combat Air Programme), dossier al centro degli incontri odierni di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, con Fumio Kishida, primo ministro giapponese, e con Mitsubishi, che tramite il ramo Heavy Industries sta lavorando al programma trilaterale.

La riforma prevede due livelli di sicurezza. Il primo si applicherà alle informazioni più sensibili, del tipo già coperto dalla legge sui segreti di Stato, che riguardano difesa, diplomazia, controspionaggio e antiterrorismo. Il secondo, quello nuovo, riguarderà le informazioni sensibili per la sicurezza economica. Attualmente, il Giappone è l’unico Paese membro del G7 a non avere un quadro giuridico completo sulle fughe di informazioni con impatto sulla sicurezza economica. Il primo livello prevede pene fino a 10 anni di reclusione per chi rivela segreti di Stato. Il secondo di 5.

La novità nasce dalla necessità di rendere le aziende del Giappone, che entro fine decennio sarà il terzo Paese al mondo per spesa militare, più competitive a livello globale. Un dato è sufficiente a fotografare la situazione: secondo il Segretariato di Gabinetto, i dipendenti del settore pubblico rappresentano oltre il 90% delle persone in Giappone in possesso di nulla osta di sicurezza. Il che indica un coinvolgimento minimo del settore privato. Il tutto mentre l’innovazione galoppa e i confini tra militare e civili si stanno via via sfumando: cyber, intelligenza artificiale e spazio sono tre settori su cui il governo giapponese non ha alcuna possibilità di concedere nulla osta di sicurezza.

La riforma, inoltre, servirà anche ad avvicinare il Giappone e la Nato (il Paese orientale è l’unico dei Sette a non essere membro dell’alleanza atlantica). Infatti, gli Stati Uniti hanno tre livelli di classifica: ovvero “Top Secret”, “Secret” e “Confidential”. L’Italia, come molti Paesi europei e come Nato e Unione europea, ne ha quattro: “Segretissimo”, “Segreto”, “Riservatissimo”, “Riservato”. Come osservato nelle scorse settimane dallo spagnolo Real Instituto Elcano, un nuovo sistema di nulla osta di sicurezza per il settore privato che collabora con il governo nel settore difesa è “essenziale” non solo per la sicurezza del Giappone, ma anche per facilitare l’ulteriore cooperazione con gli Stati Uniti e i Paesi europei, che applicano analoghi meccanismi”.

Il Giappone è sempre più centrale nelle dinamiche dell’Indo Pacifico, anche dalla prospettiva americana: basti pensare al coinvolgimento nel Quad con India e Australia, ai trilaterali con Corea del Sud e Filippine e al rafforzamento dei rapporti bilaterali con India e Vietnam. Il tutto, mentre la Cina continua a diventare sempre più assertiva nella regione e minacciosa nel cyberspazio. Una dimensione in cui il ruolo del Giappone è sempre più evidente.

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