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Italia e Israele, i 75 anni di amicizia per dire ancora no all’antisemitismo

Sono stati celebrati ieri i 75 anni dei rapporti tra Italia e Israele con un evento in Senato promosso da Lucio Malan e Marco Scurria alla presenza di Terzi, Craxi Menia, Fassino e l’ambasciatore Alon Bar

Non solo la celebrazione di una solida amicizia, ma la consapevolezza che un sostegno diretto a quanto accaduto il 7 ottobre debba necessariamente essere accompagnato da un percorso valoriale che porti a più diritti e a spegnere i volgari rigurgiti di antisemitismo. I 75 anni dei rapporti tra Italia e Israele sono stati al centro della giornata di ieri in Senato, in virtù di un evento promosso dal capogruppo a Palazzo Madama, Lucio Malan, e dal senatore FdI Marco Scurria, presidente del Transatlantic Friends of Israel Italia. Tra gli altri, presenti il senatore di Fratelli d’Italia Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche Ue, la presidente e il vicepresidente della Commissione Difesa/Esteri del Senato, Stefania Craxi e Roberto Menia, Alon Bar, ambasciatore d’Israele in Italia e San Marino e i vertici della comunità ebraica in Italia, Victor Fadlun.

Momento storico difficile

Non è una colpa essere cittadini israeliani, ha esordito il senatore Malan, certo che si tratta di un anniversario molto significativo che cade in un momento storico tra i più difficili e a maggior ragione “va sottolineato che è sbagliato parlare di genocidio a Gaza, perché chi il genocidio lo ha vissuto veramente può testimoniare che non è così”. Definisce disgustoso dover partecipare ad un episodio di discriminazione contro esponenti israeliani come accaduto alla Biennale di Venezia. “Il rimedio è quello di studiare e informarsi per poter ribadire che Israele è una nazione libera e democratica, quindi è importante conoscere la storia”.

Il punto di caduta è, evidentemente, lo status quo attuale reso tale dall’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, a seguito del quale ogni nazione secondo Malan “ha il diritto a vivere in pace e a difendersi, a vivere nella democrazia, nel riconoscimento dei diritti, nello Stato di diritto e dell’uguaglianza tra i suoi cittadini e questo è praticato in Israele e in Italia”.

Democrazia consolidata

In Israele esiste una democrazia consolidata che è rara in quella parte del mondo, ha sottolineato il senatore Marco Scurria: “Oggi è un momento importante perché vengono celebrati 75 anni di rapporti tra Italia e Israele ma ciò avviene dopo il 7 ottobre e Israele è ancora sotto shock per quanto accaduto. Vi sono immagini che non sono state rese pubbliche e che sono terribili”. E precisa che l’Italia è accanto a Israele, soprattutto in questo difficile momento “in cui in troppi, persino in Occidente, auspicano il suo annientamento”.

Per capire come l’intreccio valoriale e ideologico non sia stato ancora sciolto, ha spiegato l’ex ministro Piero Fassino, è utile ripercorrere i passi che hanno portato alla nascita dello stato di Israele, voluto a seguito di una decisione dell’Onu: “Lo stato palestinese non nacque allora solo perché gli stati arabi lo impedirono e oggi qualcuno contesta la nascita di Israele perché su quelle terre convivrebbero un torto e una ragione: è falso, semplicemente perché l’Onu avrebbe voluto far nascere due stati”.

Per cui se dal ’48 al ’91 c’è stata la tendenza a non accettare il doppio diritto a esistere, ecco che la conferenza di Madrid gettò le basi per i colloqui di Oslo: secondo Fassino oggi sarebbe utile rilanciare il progetto di Oslo anche se “è difficile che abbia lo stesso esito, visto che rancore e odio in questi 30 anni sono aumentati”. La prospettiva dunque risiede nel riconoscimento reciproco per arrivare ad una soluzione. “Chi continua a parlare del cosiddetto sopruso della sua esistenza fa un torto a Israele e non lavora per la pace, favorendo le continue manifestazioni di antisemitismo”.

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