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Esercizio di felicità nell’imperfezione. La Lectio magistralis di Claudia Gerini alla Fondazione Guido Carli

Dalla diretta esperienza di impegno nel sociale, l’attrice e regista Claudia Gerini testimonia la possibilità di immaginare un mondo che non dimentica la fragilità e, anzi, ne trae forza e dono anche per gli altri. Elvira Frojo racconta l’evento “Imperfetti e felici. Il coraggio della fragilità contro la dittatura dell’apparenza” organizzato dalla Fondazione Guido Carli

“Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono”. Introduce così, citando Aristotele, Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli, la lectio magistralis affidata all’attrice e regista Claudia Gerini dal titolo “Imperfetti e felici. Il coraggio della fragilità contro la dittatura dell’apparenza”.

Un evento promosso il 23 febbraio presso l’Università Luiss intestata allo statista che fu Governatore della Banca d’Italia e ministro del Tesoro, in vista, a maggio, dei quindici anni del Premio Guido Carli dedicato quest’anno, per la prima volta, all’impegno sociale, con un riconoscimento speciale per chi ha aiutato concretamente una categoria fragile.

Presenti Autorità militari e civili, rappresentanti della politica e del mondo della società e della cultura, e tanti studenti.

Un evento, nell’Ateneo romano, per parlare della fragilità di un’umanità smarrita che, oggi, ha mille volti. Una linea d’ombra che nasconde solitudini e inquietudini e fa parte della condizione umana. Sconfina da aspettative e speranze, come da insuccessi e inquietudini. Va comunque accolta, riconosciuta, per essere superata e trasformata in una via di luce.

La Fondazione Carli accende, dunque, i riflettori sui disagi psichici, in particolare tra i giovanissimi, emergenza del Paese, come dicono i dati. Negli ultimi tre anni, secondo la Società italiana di psichiatria, le diagnosi sono aumentate del 30%, soprattutto nelle nuove generazioni e nelle fasce di popolazione più fragili. L’Istituto Superiore di Sanità ha certificato che, nel Lazio, il 27,1% della popolazione (pari a circa 1,5 milioni di persone) ha avuto almeno un problema mentale nel corso del 2023. Nella fascia compresa tra i 15 e i 19 anni il suicidio è diventato la prima causa di morte dopo gli incidenti stradali. Sono numeri allarmanti, misura del profondo malessere della società, con impatto anche sull’economia.

“L’emergenza invisibile del disagio mentale è la pandemia del futuro”, ha sottolineato Liuzzo a margine dell’incontro. “Una mina anche per l’economia. Un suicidio ogni dieci ore, siamo arrivati ai dati dei Paesi nordici. Numeri che valgono il 4 per cento del Pil tra spese dirette e indirette. Il disagio colpisce in particolare le donne, i giovani e le fasce più fragili della popolazione. Non possiamo restare inermi. Per parlare di futuro bisogna migliorare il presente agendo su più versanti, dalle politiche pubbliche al welfare psicologico nelle aziende. Più salute mentale nelle famiglie e nelle organizzazioni vuol dire maggiore benessere della comunità”.

Un elogio dell’imperfezione, dunque, e della libertà di potere essere quello che si è. “La perfezione è un’illusione e l’eccellenza è un viaggio senza fine. Significa cadere e rialzarsi, sbagliare e ricominciare”, afferma ancora Romana Liuzzo. “Vuol dire anche saper restituire. Il talento senza impegno sociale ha poco senso, forse nessuno. Non funziona – ce lo ha insegnato Guido Carli – un mondo in cui i primi dimenticano gli ultimi”.

“Resistere al falso mito della perfezione e del successo ad ogni costo dovrebbe diventare il nostro imperativo etico”. Una normalità non omologata, come spiega Liuzzo, che auspica gentilezza verso se stessi e gli altri. “La vera grandezza dell’uomo si misura dalla sua capacità di essere gentile”, afferma la presidente richiamando Victor Hugo.

La perfezione non può essere un obiettivo unico dell’esistenza, sottolinea Maria Elena Boschi, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai. Frustrazione, sfiducia, senso di inadeguatezza e di solitudine sono in agguato, in una tensione sempre troppo elevata verso la “perfezione”. Nella diversità, c’è unicità e ricchezza. E “Il fanciullino” di Giovanni Pascoli esorta ad ascoltare il cuore. “Come è necessaria l’imperfezione per essere perfetti!”, scrive il poeta.

Dalla diretta esperienza di impegno nel sociale, Claudia Gerini testimonia la possibilità di immaginare un mondo che non dimentica la fragilità e, anzi, ne trae forza e dono anche per gli altri.

Attiva in progetti sociali, madrina del Festival del Teatro Patologico, Claudia Gerini, nella lectio, spiega come ritrovare la felicità dietro la maschera dell’apparenza. L’imperfezione è viva, capace sempre di emozionare, scoprire, stupire.

“Maschere obbligate” allontanano, spesso, dalla propria identità per catturare illusori riconoscimenti e apprezzamenti, in un bisogno reale inappagato di amore e di accettazione. Ma se lo comprendiamo, possiamo superare questo limite che sembra invalicabile. E’ il punto di forza da cui ripartire abbandonando narcisismo e individualismo e dando spazio ad una spiritualità fatta di emozioni, sentimenti, gratitudine.

È la strada per la felicità, per credenti e non credenti. Mettere insieme corpo, mente e cuore. Tre dimensioni da curare, per essere felici.

È un appello rivolto alla società e, in particolare, ai giovani. Un messaggio per offrire alle nuove generazioni coraggio e entusiasmo nel futuro, accettando anche l’insuccesso e l’imperfezione.

Un inno alla gioia ribadito anche dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante Operativo di Vertice Interforze, per ripartire con forza e impegno anche nell’insuccesso. Nella consapevolezza della positività della propria condizione, per alimentare speranze, sogni e desideri. Un appello rivolto anche al mondo degli adulti perché ascoltino con accoglienza la voce dei giovani.

Un esercizio di felicità che Gerini assicura possibile, evocando la preghiera di Papa Giovanni XXIII “Solo per oggi”:

Solo per oggi, cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.

Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.

Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche buona lettura, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.

Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

 

 

 

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