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Manifesto Ursula, cosa propone von der Leyen per il bis

La Spitzenkandidatin, che verrà ufficializzata dal Ppe in occasione del congresso di Bucarest previsto il 6 e 7 marzo, ricorda che nell’ultimo lustro sono accadute tantissime cose: Brexit, Covid, invasione russa dell’Ucraina e guerra a Gaza. Ecco da cosa sarà formato il perimetro della sua base di lavoro

Europa, Nato e Ucraina. Un manifesto programmatico quello che la numero uno della Commissione europea, Ursula von der Leyen, mette nero su bianco annunciando la propria ricandidatura. E lo fa proponendo dei punti fermi che non solo caratterizzeranno la sua possibile nuova presidenza, ma che già oggi sono la traccia delle politiche Ue praticamente in tutti i dossier più significativi.

Difesa e unità

La difesa europea è priorità, come più volte annunciato nei giorni scorsi dalla stessa von der Leyen e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, ma questa volta con maggiori dettagli tecnici. Il nuovo commissario Ue alla difesa sarà responsabile della base industriale, ha spiegato, sottolineando che si tratta di una competenza chiave della Commissione e gioca un ruolo decisivo nella ricerca e sviluppo. “Dobbiamo anche guardare alla Sicurezza in senso più ampio: la preparazione dell’Ue per i diversi choc che vengono dall’esterno, le catastrofi naturali, la solidarietà”.

Stimolata sul tema delle alleanze, osserva che il perimetro della sua base di lavoro sarà formata da Europa, Nato e Ucraina: in questo modo ha replicato a chi le chiedeva se accetterà il voto favorevole dell’Ecr, i conservatori europei guidati da Giorgia Meloni: “È impossibile lavorare con chi è contro lo stato di diritto e con gli amici di Putin. Ci devono essere posizioni politiche chiare”. Passaggio che i conservatori di Ecr hanno più volte ribadito (non solo nell’ultimo biennio di guerra in Ucraina) e che, al contempo, fa parte di quel paniere di policies che hanno tra l’altro caratterizzato l’azione del governo italiano.

Tra passato e presente

Il bilancio del suo mandato si è concentrato sui risultati ottenuti, primo fra tutti l’essere riusciti a preparare l’Ue per il futuro, ma “c’è ancora molto da fare”. La Spitzenkandidatin, che verrà ufficializzata dal Ppe in occasione del congresso di Bucarest previsto il 6 e 7 marzo, ricorda che nell’ultimo lustro sono accadute tantissime cose. “Questi cinque anni mi hanno insegnato molto, ho anche imparato quante cose si possono fare. Il mio mandato è iniziato con la Brexit, anche se tendo a dimenticarlo. Ero in carica da soli 100 giorni, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia da Covid-19. È stato un periodo terribile, ma lavorando con il Parlamento e gli Stati membri siamo riusciti ad aprire nuovi terreni, mantenendo unito il nostro mercato”.

Oggi l’Europa è più vicina alla resilienza energetica di quanto non sia mai stata, rivendica a proposito del tema energetico, principale conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina. A proposito di Kyiv assicura che il processo per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea dovrebbe essere pronto entro pochi mesi. “Stiamo facendo ottimi progressi nel processo di screening e stiamo ancora lavorando sul quadro negoziale. La mia ipotesi migliore è che non sarà pronto prima delle elezioni europee ma dopo, perché vedo lo sviluppo delle diverse posizioni negoziali e ci vorrà del tempo. Ma immagino che verso l’inizio dell’estate saremo pronti”.

Le sfide

Tra le nuove sfide c’è senza dubbio la democrazia da proteggere sia perché “siamo un’Unione di 27 Paesi, con un appeal tanto forte che molti altri Stati vogliono unirsi a noi, dai Balcani Occidentali all’Ucraina”, sia perché è questo il grande successo dell’Europa. Per cui a maggior ragione va preservato da chi intende sabotare questo risultato: il riferimento di von der Leyen è agli euroscettici e agli amici di Putin, “che siano dentro l’Ue o fuori”.

Infine il green: priorità è il rafforzamento della competitività dell’industria europea nei settori cleantech strategici, come le batterie, i semiconduttori, l’energia eolica e quella solare. De tema discuterà assieme al vicepresidente esecutivo Maroa Seferovic in occasione del terzo Dialogo sulla transizione verde alla presenza di ben 26 rappresentanti dei principali settori.

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