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La pressione di Pechino scuote Manila. Ecco cosa vogliono le Filippine

Manila è uno dei Paesi più attivi dell’Indo Pacifico in questo momento. Il suo dinamismo serve a rafforzare le relazioni e le cooperazioni – anche militari – con gli attori regionali, pensando anche (soprattutto?) alle pressioni esercitate da Pechino nelle acque contese

Elevare le forze armate a livello “world-class”, perché “un minimo livello di deterrenza non è sufficiente: muoversi è vita, la stagnazione è morte”. Così, questione di vita o di morte, Michael Logico, colonnello e tra i massimi strateghi filippini, descrive le volontà strategiche che stanno rendendo il suo Paese uno dei fulcri delle dinamiche geopolitiche nell’Indo Pacifico (come raccontato in IPS131223). Dal 2012 è attivo “Horizon Plan” per rafforzare, nel corso di 15 anni, le capacità militari di Manila, che però da quest’anno ha avviato un’ulteriore spinta. Nuovi assetti navali (sottomarini e non, come racconta il successo della Naval Diplomacy di Nave Morosini la scorsa estate) e aerei servono alla nazione del Sudest asiatico per “sviluppare le sue capacità militari convenzionali e asimmetriche mentre si prepara a molteplici contingenze nella regione nei confronti della Cina”, scrive l’Asia Times in un’approfondita analisi in cui si ripercorrono anche gli estremi dell’impegno regionale e i rapporti con le varie amministrazioni americane.

Se il rafforzamento delle relazioni militari con gli Stati Uniti viene celebrato anche dal Pentagono come uno dei fattori caratterizzanti del 2023 indo-pacifico degli Usa, Manila sta costruendo relazioni più strutturate con l’India (da cui prossimamente riceverà il sistema missilistico ipersonico “Bramos”), con la Corea del Sud (già da anni partner di riferimento per il miglioramento del contingente aereo) e con il Giappone (con cui si è legata in una visione sia securtaria che politica della regione). Investimenti possibili anche perché quella filippina è un’economia in solida crescita. E in questa rinnovata visione per l’Indo Pacifico, non poteva mancare un occhio a Taiwan, da cui l’arcipelago filippino è separato soltanto dal Canale di Bashi, lembo di terra altamente strategico che Manila intende strutturare come avamposto difensivo davanti alle pretese cinesi. Interesse ricambiato, basta seguire i toni con cui i media taiwanesi raccontano il confronto con Pechino nel Mar Cinese Meridionale – arrivato in più occasioni prossimo allo scontro militare.


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