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Sardegna, terreno favorevole per Pd-M5S. Se perde Truzzu, perde Meloni. Parla Pregliasco

Ancora l’esito delle regionali in Sardegna non è certo, ma in ogni caso sarà una vittoria di misura. Todde colleziona un buon risultato e l’asse Pd-M5S funziona per una serie di fattori, tra cui l’impopolarità dell’uscente Solinas e il radicamento pentastellato nell’isola. Truzzu? Non sostenuto fino alla fine da Salvini, e il risultato inciderà nei rapporti del centrodestra. Conversazione con Lorenzo Pregliasco (Quorum-YouTrend)

Mentre scriviamo ancora un risultato certo non lo abbiamo. Possiamo solo dire, anche grazie all’aiuto del direttore e co-fondatore dell’agenzia Quorum-You Trend, Lorenzo Pregliasco, che “sarà una vittoria di misura”. Qualsiasi sarà il prossimo presidente della regione Sardegna. Intanto, nel tardo pomeriggio, sia il presidente pentastellato Giuseppe Conte, che la segretaria del Pd Elly Schlein, si sono imbarcati sullo stesso volo, direzione Sardegna. A questo punto restano da scrutinare le ultime sezioni, ma si delinea all’orizzonte un vantaggio – seppur lieve – della candidata di centrosinistra Alessandra Todde.

Pregliasco, pur in assenza di un vincitore – allo stato – che tipo di scenario ci consegnano i risultati usciti dalle urne in particolare per l’asse Pd-M5S?

Direi una conferma di ciò che, anche ultimamente, ci suggerivano i sondaggi. Ci sono almeno due elementi, nell’ambito dell’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico, che vanno tenuti in considerazione. Il primo è la forte impopolarità del presidente uscente di centrodestra, Solinas. Il giudizio negativo attribuito dagli elettori all’esperienza di governo regionale a traino leghista ha sicuramente inciso nell’orientamento del voto.

E il secondo elemento?

Numericamente, i risultati ottenuti dai partiti – sui candidati il discorso è diverso perché Todde guadagna tre punti sulla lista personale, mentre Truzzu ne perde oltre quattro – sono più o meno gli stessi emersi a seguito delle consultazioni politiche. Un vantaggio netto sul centrodestra. E, in Sardegna, il terreno era fertile per questa intesa. Il Movimento 5 Stelle, del resto, ha sempre avuto un forte radicamento nell’isola.

Renato Soru ha eroso più voti a sinistra o al centrodestra?

I nostri dati pre elettorali ci suggerivano un contesto nel quale su Soru sarebbero confluiti maggiormente voti dal centrodestra piuttosto che dal centrosinistra. Difficilmente, come in effetti è stato, Soru sarebbe riuscito a confermare il 13%. Una percentuale che si è inevitabilmente sgonfiata anche in un’ottica di “voto utile”. Preferenze che, in definitiva, sono confluite su Todde.

Si sono registrati diversi malumori a fronte di una diffusione piuttosto lenta e farraginosa delle sezioni via via scrutinate e in particolare quelle delle grandi città. C’è stata una strategia?

Non sono in grado di dirlo, peraltro i dati sono comunque accessibili. E non è la prima volta che accade. Certo è che la macchina elettorale sarda non ha brillato per efficienza. In mattinata, fra l’altro, c’è stata una diffusione caotica di dati che hanno indotto alcune persone a spingersi in giudizi piuttosto affrettati. Nel complesso, una grande confusione.

Arriviamo al centrodestra. Prevede una resa dei conti?

Non so se Truzzu abbia beneficiato fino in fondo del sostegno del leader leghista, Matteo Salvini. Anche perché, elettoralmente, quella di Truzzu potrebbe essere la prima sconfitta elettorale di Giorgia Meloni, in un contesto nel quale Fratelli d’Italia è riuscito a imporre il proprio candidato a fronte di un governatore uscente. Questo voto sardo inciderà senz’altro negli equilibri interni del centrodestra. Ed è indicativo che il candidato non sia stato in grado di “tenere assieme” tutti i voti intercettati dalle liste di centrodestra.



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