Gli armamenti russi arrivati in Libia rinforzeranno l’Africa Corps nel Sahel, dove Mosca vuole continuare a fare affari con le giunte golpiste. Prossimo obiettivo, Burkina Faso (e Niger)
Nuove informazioni ottenute da Formiche.net indicano che gli armamenti russi arrivati in Cirenaica in queste settimane non sono destinati a rimanere in Libia, ma a rinforzare le unità di Mosca “presenti e future nel Sahel”. Gestiti tramite le postazioni militari che le forze russe condividono con quelle di Khalifa Haftar, signore della guerra di Bengasi, i mezzi inviati passeranno verso sud usando il Paese nordafricano come snodo logistico.
La Russia, tramite i contractor militari dell’ex Wagner, ha una presenza consolidata in un certo numero di nazioni africane politicamente instabili, tra cui la Repubblica Centrafricana, la Libia appunto, il Mali e il Sudan, e ora sta cercando di ottenere un punto d’appoggio in Burkina Faso, che è governato da una giunta militare dopo il golpe del gennaio 2022, e probabilmente un altro in Niger, caduto in un colpo di stato nel luglio 2023.
“Continuiamo a lavorare nel continente africano e continuiamo a lavorare in Bielorussia. Continuiamo a lavorare per il bene della Russia”, diceva il nuovo leader e veterano della Wagner, Anton Yelizarov, in un video a inizio febbraio, paragonando l’importanza di essere in Africa a quella della Russia Bianca. “Stiamo lavorando con successo”, aggiungeva. La Wagner è stata per anni lo strumento di influenza armata nelle mani di Vladimir Putin fino a che – a causa delle difficoltà nella guerra in Ucraina – il fondatore, l’amico intimo del presidente Yevgeni Prigozhin, non si è ribellato inscenando una storica marcia dimostrativa verso Mosca. Poi Prigozhin ha perso la vita qualche mese dopo in un misterioso incidente aereo.
Se c’è un territorio in cui la Wagner e Prigozhin hanno sviluppato forza (anche economica) e capacità (anche geopolitica) è certamente l’Africa. Dalle attività di disinformazione che hanno spesso creato il sostrato per permettere accettazione e attecchimento delle istanze golpiste saheliane (che condividono tutte una linea anti-occidentalista), alla penetrazione nel tessuto securitario come chiave per arrivare al controllo dei Paesi (compreso il tessuto economico, in particolare i settori estrattivi ultra-redditizi), Wagner ha trovato slancio in Africa.
Tanto che per la Russia è sempre stato impossibile pensare di rivedere al ribasso l’impegno nel continente, pena perdere peso strategico. Ma Mosca, visto il precedente di Prigozhin, sta stringendo sul controllo della società – ormai in sostanza gestita dall’intelligence militare. È stato lo stesso Yelizarov a dire che che la milizia di cui è veterano ha “sempre difeso, difende e difenderà il popolo della Federazione Russa e gli interessi della Federazione Russa, e lo faremo in qualsiasi parte del mondo”, ricordando così il senso di fedeltà che spinge le sue azioni. Yelizarov non ha parlato di Wagner, ma di “Africa Corps”.
Dalla vicenda Prigozhin, le società militari private (acronimo internazionale Pmc) in Russia vengono inglobate all’interno dei cosiddetti “Expeditionary Corps”. L’Africa Corps è uno di questi. Secondo le informazioni disponibili, alla fine di gennaio l’Africa Corps ha schierato un centinaio di contractor in Burkina Faso per aiutare l’attuale leader Ibrahim Traoré a respingere le insurrezioni islamiste nella regione del Sahel. La lotta al terrorismo è spesso uno dei vettori ufficialmente utilizzati dietro lo schieramento dei contractor russi.
È del tutto plausibile che, mentre alcuni mezzi e uomini erano rientrati in alcune fasi più critiche della guerra in Ucraina, ora la nuova – mentre rivede i contratti di collaborazione esistenti – ha bisogno di nuovi armenti e miliziani. L’accesso illimitato agli hub di trasporto in Libia (e in Algeria) diventa una precondizione per il buon funzionamento delle forze militari russe nel continente. L’Africa Corps è composto da mercenari e “volontari” e non fa ufficialmente parte delle forze armate russe; ha iniziato il reclutamento lo scorso dicembre, ma ha anche inglobato tra i componenti ex contractor della Wagner, e si prefigge l’obiettivo di arruolare anche cittadini africani.
La supervisione è affidata al vice ministro della Difesa russo Yunusbek Yevkurov, che ha curato anche i dettagli della creazione del corpo. L’obiettivo è di renderlo operativo entro quest’estate. Yevkurov ha fatto diversi viaggi in Africa, tra cui in Burkina Faso, dove ha aperto l’ambasciata a Ouagadougou dopo oltre trent’anni. Che i contractor siano messi sotto il ministero della Difesa, e la sua intelligence, indica la volontà di dare ordine e protocolli all’ex sistema Wagner – d’altronde, il personalismo di Prigozhin è stato geniale e funzionale, ma si è dimostrato altamente problematico.
Con la decisione unilaterale di abbandonare l’organizzazione regionale Ecowas, è possibile che le tre giunte golpiste di Mali, Niger e Burkina Faso decidano in qualche modo di consorziarsi ina una struttura di cooperazione in qualche modo autonomo in cui Mosca può avere un ruolo di coordinamento e riferimento per quanto riguarda almeno la formazione militare e la sicurezza (ma anche diverso altro). I movimenti di mezzi segnalati a Formiche.net coincidono come tali dinamiche, con la Russia che continua a cercare di riempire velenosamente una spazio che è a tutti gli effetti il confine meridionale dell’Europa.