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Mattone e Borsa hanno impoverito la Cina. Addio ai Paperoni d’Oriente

​Per la seconda volta in pochi anni il numero di famiglie ricche in Cina è diminuito. Colpa del collasso del settore immobiliare, della scarsa crescita e della fuga dei capitali. Intanto arrivano nuovi guai per il Dragone. E sempre in puro stile Evergrande

Sarà per quei capitali fuggiti a gambe levate in questi mesi, o per quegli inviti alla morigeratezza dal retrogusto socialista arrivati direttamente dal leader maxìmo, Xi Jinping. O più semplicemente perché il collasso dei giganti del mattone ha impoverito un po’ tutti quanti. Fatto sta che il Dragone si scopre un po’ più povero. Il numero di famiglie ricche in Cina è infatti diminuito per la seconda volta in 15 anni, secondo un rapporto dello Hurun Research Institute. A gennaio dello scorso anno, il numero di famiglie cinesi benestanti con un patrimonio di 6 milioni di yuan (765.648 euro) era pari a 5,14 milioni, in calo dello 0,8% rispetto all’anno precedente.

Il rapporto mostra anche che il numero di famiglie con un patrimonio netto elevato, ovvero di oltre 10 milioni di yuan (1,3 milioni di euro), è sceso dell’1,3% a 2,08 milioni nel 2023, mentre il numero di famiglie con un patrimonio netto molto elevato, oltre 100 milioni di yuan (12,7 milioni di euro), sono diminuite del 3,8% a 133 mila. Insomma, il cinese Paperone sembra essere sempre di più una rarità. Anni di anemia economica, di crisi immobiliare, di banche saltate e di Borsa spolpata a vantaggio dell’India, hanno impoverito la seconda economia globale.

Il che è un problema, perché coi consumi già depressi, la mancanza di grandi portafogli non può certo giovare a una ripresa della spesa. Tutto questo mentre la crisi immobiliare cinese continua a mietere vittime. Il gruppo Sino-Ocean Group, un altro player del settore appesantito da una grave situazione debitoria, ha annunciato che la crisi di vendite di case in Cina ha prodotto per il 2023 perdite superiori a quelle dell’anno precedente. In un documento depositato oggi alla borsa di Hong Kong, l’azienda prevede di aver subito una perdita compresa tra circa 20 e 23 miliardi di yuan per l’esercizio 2023, dopo che nel 2022 la perdita era stata di 19 miliardi di yuan (2,4 miliardi di euro).

“Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, la perdita attesa è principalmente attribuibile alla flessione del mercato immobiliare complessivo nella Repubblica popolare cinese, con conseguente diminuzione del margine di profitto lordo, e all’aumento del fondo svalutazione di progetti immobiliari; e alla diminuzione della quota di risultati da joint venture e società collegate per l’anno fiscale 2023”, si legge nella nota sui profitti depositata alla borsa.

La notizia di Sino-Ocean viene in un momento di ulteriore recrudescenza della crisi immobiliare. Come dimostra anche il fatto che l’autorità cinese di regolamentazione di Borsa ha inflitto una multa al promotore immobiliare in difficoltà Evergrande e ha bandito a vita il suo fondatore dai mercati dei capitali, dopo aver accusato China Evergrande group di frode.

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