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Cooperazione migratoria con i Paesi balcanici. Cosa sta facendo l’Italia

Il ministro Piantedosi, ha voluto esprimere ai colleghi della regione balcanica “un chiaro messaggio di sostegno al loro percorso di integrazione europea” e offerto il supporto congiunto “per una efficace azione di prevenzione e contrasto dei traffici criminali attivi nella regione, primo fra tutto il traffico dei migranti”

Costruire una strategia comune alla voce “rotta balcanica” al fine di individuare azioni congiunte per contrastare il traffico di migranti. Si è conclusa oggi a Brdo, la XIIma edizione della riunione ministeriale del “Forum Brdo Process”, che ha riunito i ministri dell’Interno dei Paesi dell’area balcanica, i rappresentanti della Unione europea, e al quale è stato invitato come speaker il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi.

Al centro dei lavori l’analisi dei flussi migratori sulla rotta balcanica e l’individuazione di azione congiunte per contrastare il traffico di migranti.

Perché l’apporto italiano è decisivo? In primis perché in 18 mesi il governo Meloni ha posto al centro dell’attenzione europea la tematica migratoria, anche con lo strumento del dibattito settoriale, ovvero aprendo vari tavoli di confronto sulla questione a cui sono stati invitati i singoli leader. In secondo luogo perché connessione con le iniziative europee di allargamento.

Cooperazione

Proprio per questa ragione Piantedosi, prima dell’inizio dei lavori del Forum Brdo Process, ha incontrato il suo omologo sloveno Bostjan Poklukar e quello croato Davor Božinović, con i quali ha lanciato, lo scorso 2 novembre da Trieste, un modello di cooperazione trilaterale per confrontarsi sui dati sulla rotta, dal ripristino dei controlli al confine italo-sloveno. Poklukar ha definito l’incontro trilaterale un’importante piattaforma nel campo della gestione della migrazione e ha proseguito dicendo: “La rotta migratoria dei Balcani occidentali è ancora molto attiva, quindi la nostra stretta collaborazione è della massima importanza. Ci stiamo rivolgendo anche ai nostri colleghi della regione dei Balcani occidentali, poiché questa è una sfida che tutti noi lungo il percorso dobbiamo affrontare.”

Secondo il ministro croato Božinović poiché la migrazione è una questione transnazionale, si può affrontare solo attraverso la cooperazione transfrontaliera e transnazionale, in primo luogo la cooperazione tra i servizi di polizia. “Durante le nostre riunioni abbiamo discussioni molto costruttive su come affrontare in modo efficiente i tentativi di attraversamento illegale della frontiera esterna Schengen e combattere le attività di contrabbando sulla cosiddetta rotta migratoria dei Balcani occidentali attraverso un migliore scambio di informazioni, una valutazione dei rischi e una cooperazione tra i nostri servizi di polizia, tutti con l’obiettivo comune di eliminare i controlli che sono stati reintrodotti alle frontiere interne Schengen. Questo è il nostro terzo incontro e ha già prodotto risultati. Nonostante il notevole aumento dei migranti in Bosnia ed Erzegovina, il numero degli ingressi nella Repubblica di Croazia è notevolmente inferiore. Ecco perché riteniamo importante anche questo formato di cooperazione con tutti i paesi dei Balcani occidentali da cui arrivano i migranti nella Repubblica di Croazia, Repubblica di Slovenia, Repubblica italiana e oltre in altri paesi dell’Ue”.

I numeri di Piantedosi

Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno le Forze di Polizia italiane hanno respinto 1330 migranti irregolari, hanno arrestato 118 persone (delle quali 65 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina), e hanno segnalato 29 persone alla banca dati SIS per motivi di sicurezza nazionale.

Le novità

La novità fuoriuscita dal forum balcanico è quella che i tre ministri dell’Interno, hanno già elaborato e sono pronti a mettere in campo nuovi strumenti che diventeranno operativi una volta revocati i controlli alle frontiere. Verranno infatti attivati pattugliamenti trilaterali al confine esterno della Croazia, verranno rafforzati i pattugliamenti congiunti con gli sloveni, e verrà istituito un Comitato permanente congiunto italo-sloveno e croato-sloveno per favorire lo scambio di analisi sui movimenti migratori, per agevolare le procedure di riammissione, ma soprattutto tutti questi strumenti rafforzeranno la sicurezza.

Scenari

Così come ribadito più volte dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni il processo di riunificazione balcanica non solo porta in grembo un evidente elemento di geopolitica legato alle strategia di allargamento dell’Ue, ma anche uno di azione pragmatica, dal momento che un maggiore coordinamento con i paesi del costone balcanico offre una serie di soluzioni in più al dossier immigrazione, con l’Italia a fare da pivot.

Ieri sera, mentre a Brdo era in corso la ministeriale, è arrivata da Bruxelles la notizia che il Consiglio europeo aveva approvato l’inizio dei negoziati di adesione della Bosnia Erzegovina. A questo proposito, il ministro Piantedosi, ha voluto esprimere ai colleghi della regione balcanica “un chiaro messaggio di sostegno al loro percorso di integrazione europea” e offerto il supporto congiunto “per una efficace azione di prevenzione e contrasto dei traffici criminali attivi nella regione, primo fra tutto il traffico dei migranti”.

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