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De-escalation e tregua, l’Italia al lavoro sulla crisi a Gaza

Oggi a Roma, a conferma di quanto il governo italiano sia coinvolto nel dossier Gaza, è stato in visita Joseph Oded, capo della divisione Medio Oriente del ministero degli Esteri israeliano, per una serie di incontri in Senato, accompagnato da Lior Keinan, vice ambasciatore israeliano in Italia

Lo ha detto esplicitamente Giorgia Meloni nello studio ovale a Joe Biden che “la crisi in Medio Oriente è una nostra preoccupazione, dobbiamo coordinare le azioni per evitare una escalation”, a dimostrazione di una postura di Roma assolutamente attenta alla salvaguardia dei civili al fine di circoscrivere il conflitto. Oggi a Roma, a conferma di quanto il governo italiano sia coinvolto nel dossier Gaza, è stato in visita Joseph Oded capo della divisione Medio Oriente del ministero degli Esteri israeliano, a colloquio con il vicepresidente della commissione difesa/esteri del Senato, Roberto Menia, accompagnato da Lior Keinan, vice ambasciatore israeliano in Italia.

Qui Roma

Il governo, come è noto, si è impegnato con una mozione votata in Parlamento a chiedere un cessate il fuoco a Gaza sulla scia di quanto sostenuto da gran parte della comunità internazionale. Inoltre Giorgia Meloni ha personalmente osservato in più riprese come sia dirimente la questione della solidarietà con i civili, anche grazie al supporto che i militari italiani possono dare alla creazione delle condizioni per assistere i più deboli (la presenza di nave Vulcano è in questo senso la prima conferma). Al contempo tutto si lega anche quanto le elezioni americane potranno essere un elemento che si intreccia con le politiche di Netanyahu.

De-escalation

Anche per questa ragione il voto parlamentare di ieri è stato molto importante perché, come osservato dal vicepresidente vicario dei deputati e portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, “noi abbiamo voluto e ricercato, insieme ad Antonio Tajani, un’ampia convergenza e questa missione può essere un modello anche per le future missioni internazionali ed europee perché, quando parliamo di Europa che deve fare passo in avanti sulla difesa comune, parliamo di cose di questo genere”. L’obiettivo al quale lavora tutto l’Occidente (Italia compresa) e la comunità internazionale è la de escalation per arrivare a una tregua e far giungere a Gaza aiuti umanitari.

In questo senso va riportato l’incontro tra il segretario generale della Caritas di Gerusalemme, Anton Asfar, e il direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello al fine di sostenere i progetti di assistenza e di riconciliazione promossi in loco. Caritas Italiana ha assicurato il suo sostegno tecnico e finanziario agli operatori di Caritas Gerusalemme che ormai da cinque mesi assistono la popolazione sia a Gaza City sia a Rafah e Khan Yunis.

Accordo cooperazione con Israele

Da segnalare sul tema c’è anche l’allarme lanciato dal senatore di FdI, Giulio Terzi di Sant’Agata, circa la richiesta avanzata da mille professori al Ministero degli esteri, in cui si chiede la sospensione dell’Accordo di cooperazione Industriale, Scientifica e Tecnologica tra Italia e Israele. “Non è certo questo il primo tentativo di boicottaggio dei rapporti universitari e di ricerca che avviene da quando, il 7 ottobre scorso – osserva il presidente della Commissione Politiche Ue del Senato – Hamas ha compiuto il suo brutale attacco genocidario contro i civili israeliani. Non si può essere favorevoli a tali posizioni estremiste che esprimono una negazione dell’universalità della cultura. Come ha ricordato anche il Presidente Mattarella, i rapporti accademici sono uno strumento positivo di collaborazione e rafforzamento dei rapporti tra i Paesi, e a maggior ragione non devono esser certamente interrotti nei momenti più difficili”.

E osserva che la collaborazione scientifica è “una chiave che permette di consolidare costruttivamente le relazioni, e soprattutto, portatrice di pace”. Per cui assecondare la richiesta di questi professori significa secondo l’ex ministro degli esteri “danneggiare i ricercatori del nostro Paese e impedire loro di contribuire al progresso scientifico italiano ma anche globale”.


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